Il boss Matteo Messina Denaro è stato arrestato dopo 30 anni di latitanza. L'uomo, nella lista dei latitanti più ricercati al mondo, si trovava all'interno di una clinica privata di Palermo, dove è stato raggiunto dai Carabinieri del Ros, del Gis e dei Comandi territoriali della Sicilia. L'uomo, oggi 60enne, nel corso della sua lunga carriera criminale è stato condannato per sette stragi e oltre venti omicidi, totalizzando anche quattro condanne al 416bis. Prima come uomo di fiducia di Totò Riina e poi prendendo il suo posto al vertice della Cupola criminale di Cosa Nostra, Messina Denaro è stato coinvolto in prima persona in alcune delle pagine più nere della recente storia italiana.
A lui si devono attacchi alle istituzioni senza precedenti, è il mandante degli attentati ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma si è reso responsabile anche di omicidi che hanno sconvolto l'opinione pubblica per la loro violenza, è il caso dell'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e disciolto nell'acido per punire il padre Santino, diventato collaboratore di giustizia.
Matteo Messina Denaro per trent'anni ha continuato nell'ombra a muovere i fili della criminalità siciliana. Ne sono la prova i numerosi arresti di fiancheggiatori e presunti collaboratori. Uno degli ultimi è stato individuato grazie a una incredibile leggerezza: il sodale Samuele Portale aveva dato ai suoi due cani i nomi di Messina e Denaro, in omaggio al boss.
Cani e altri animali hanno da sempre un ruolo centrale non solo nella vicenda del superlatitante Messina Denaro, ma di tutto il comparto della criminalità organizzata e della rete di Cosa Nostra. Basti pensare al business sommerso delle scommesse relative allo sport e al settore dell'ippica legale, come spiega a Kodami il criminologo esperto in zoomafia Ciro Troiano: «L'attività di Cosa Nostra non è settoriale, e non si limita a un ambito solo, ma penetra ovunque ci sia una possibilità di guadagno. Nel comparto delle scommesse legali rientrano ovviamente anche quelle legate alle scommesse che coinvolgono animali, sia in Italia che all'estero».
Oltre alle scommesse c'è pero un altro grande comparto su cui le maglie criminali sono presenti: quello dell'agroalimentare. «Qualsiasi stima tesa a contare l'introito criminale nell'ambito della zoomafia sarebbe parziale, inoltre si rischia di spostare attenzione sul guadagno dei criminali, e non sul fenomeno in sé e sulle vittime animali – aggiunge Troiano – Sicuramente però se pensiamo alla vastità delle attività legate agli animali che interessano alla criminalità possiamo ipotizzare introiti molto elevati. Basti pensare al mercato ittico, al commercio della carne, alla Grande distribuzione alimentare organizzata. Tutti settori in cui la criminalità è presente a vari livelli».
Essendo un business sommerso, gestito da una delle personalità più elusive della recente storia criminale di Cosa Nostra, non è possibile quantificare l'azione di Messina Denaro nella zoocriminalità, tuttavia adesso potrebbero aprirsi nuovi varchi per fare luce su un fenomeno di cui in Italia la stessa Autorità giudiziaria sa ancora molto poco.