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5 Luglio 2023
13:02

Zanzare e marsupiali stanno diffondendo in Australia una pericolosa ulcera batterica

Una pericolosa parassitosi ulcerosa sta colpendo la fauna australiana. Introdotta nel continente dagli esseri umani, ha iniziato a colpire anche gli animali selvatici attraverso un "salto di specie" che ha interessato prima le zanzare e ora alcuni marsupiali La malattia si chiama ulcera di Buruli ed è trasmessa dal batterio Mycobacterium ulcerans.

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L'Australia è tra i territori che ospitano la maggiore diversità biologica del mondo. Essendo, infatti, l'area della Terra in cui si trova la maggior parte delle specie di marsupiali, per lo più endemiche dell'isola continente, gran parte del territorio selvaggio australiano è sottoposto a protezione, a tutela della fauna. L'Australia però è anche una delle regioni del nostro pianeta più vulnerabili dal punto di vista sanitario, perché l'introduzione anche di un singolo patogeno può avere conseguenze spaventose, come malattie che possono provocare la morte di molte specie. Negli ultimi anni questa preoccupazione ha alimentato il dibattito scientifico interno circa la salvaguardia della fauna, soprattutto dopo la pandemia da COVID-19 che ha dimostrato che le dogane non possono fermare i patogeni.

Una delle malattie che, purtroppo, in questo momento sta mietendo molte vittime tra la fauna locale, non è una qualche strana patologia esotica importata con gli animali introdotti nel paese, ma una pericolosa parassitosi ulcerosa che è arrivata in Australia proprio con gli esseri umani e che da qualche tempo ha iniziato a colpire anche la fauna selvatica, attraverso un "salto di specie" che ha interessato prima le zanzare e ora alcuni marsupiali.

La malattia si chiama ulcera di Buruli ed è trasmessa dal batterio Mycobacterium ulcerans, che nell'arco di pochi secoli dalla Costa d'Avorio ha raggiunto diversi paesi dell'Asia sud-orientale, per poi spostarsi in Nuova Guinea e infine in Australia. Questo patogeno è studiato da un gruppo di ricercatori dell'Università di Melbourne poiché alcune specie di marsupiali, come Pseudocheirus peregrinus, noto ai più come coda ad anello comune, sembrano essere divenuti non solo vittime, ma anche trasmettitori stessi della malattia. Questi sono i risultati che il team di ricerca ha pubblicato sulla rivista ASM Microbe.

Questa malattia deturpante, che colpisce sia la fauna selvatica che l'essere umano, produce numerose ulcere in diverse parti del corpo delle sue vittime e viene trasmessa principalmente tramite il contatto tra gli individui e le feci colme di batteri. Queste, inoltre, attraggono gli insetti, tra cui le zanzare, che possono facilmente trasmettere il patogeno tramite le loro punture.

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Per quanto questa malattia sia facilmente curabile con l'uso degli antibiotici, soprattutto nelle sue prime fasi, è difficile individuare i soggetti colpiti – che siano umani o altri animali – poiché il batterio all'interno dell'organismo parassitato ha una crescita lunga nel tempo e bisogna aspettare da due a nove mesi prima che si sviluppino i sintomi. La malattia, nota in Australia come "malattia carnivora" o "mangia carne", crea delle lesioni cutanee, strappando lembi di pelle dalle sue vittime.

Per determinare quale fosse la specie di zanzara principalmente coinvolta nella diffusione della malattia, il microbiologo molecolare australiano Timothy Stinear, insieme ai suoi colleghi, ha catturato più di 72.000 zanzare dalla penisola di Mornington, vicino Melbourne, per sequenziarne il genoma. Così hanno scoperto che le sequenze genetiche dei batteri M. ulcerans trovati in zanzare, marsupiali e umani erano identiche e che quasi tutte le zanzare che al loro interno trasportavano i batteri che causano l'ulcera – circa 18.000 esemplari – appartenevano ad un'unica specie: Aedes notoscriptus.

Questa zanzara è già piuttosto nota nell'ambiente australiano,  e gli scienziati suggeriscono che, per combattere questa piaga, il governo locale dovrebbe proporre, per prima cosa, ai propri cittadini di effettuare uno screening, per fare in modo che i soggetti infetti si accorgano della malattia prima che compaiono i segni dell'infezione. I ricercatori chiedono, inoltre, che, nelle aree dove la presenza della zanzara A. notoscriptus è maggiore vengano effettuate delle campagne di disinfestazione localizzate, di modo da limitare la trasmissione parassitaria tramite gli insetti.

Infine, chiedono che si possa cominciare a lavorare anche per tutelare la vita dei poveri possum coda ad anello, che in questa storia sono doppiamente vittime: questi animali risultano essere la specie più colpita, e contemporaneamente ne sono anche uno dei principali vettori. Curare gli esemplari malati attraverso gli stessi antibiotici usati dagli esseri umani garantirebbe non solo la tutela della specie, ma anche il contenimento della malattia alla sola regione di Melbourne, dove attualmente si osservano la maggior parte dei casi nel paese.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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