Oggi, 23 maggio, si celebra il World Turtle Day, una giornata dedicata a tutte le tartarughe e le testuggini del mondo. La festività è stata istituita per la prima volta nel 2000 dall'organizzazione non profit American Tortoise Rescue che si occupa di recupero e salvataggio delle tartarughe, con lo scopo di aumentare la conoscenza riguardo queste specie e sensibilizzare le persone sulle loro condizioni di vita e il loro stato di minaccia. Il tema di quest'anno è "Turtles Rock!" per invogliare il pubblico mondiale a considerare le tartarughe come qualcosa di più che semplici rocce con le gambe, come riporta la pagina dell'organizzazione. Ma chi sono davvero le tartarughe e quante specie vivono in Italia?
Differenza fra testuggini e tartarughe
Il termine tartaruga viene spesso impropriamente utilizzato per fare riferimento a due gruppi diversi: le tartarughe vere e proprie e le testuggini, entrambe appartenenti all'ordine Testudines, o più colloquialmente "testudinati". La differenza tra tartarughe e testuggini è da ricercare nell'ambiente in cui vivono: le tartarughe in senso stretto infatti comprendono tutte le specie marine, mentre le testuggini includono specie d'acqua dolce e di terraferma. In tutto il mondo se ne contano circa 360 specie conosciute.
I testudinati si dividono a loro volta in due sottordini: i Cryptodira e i Pleurodira che si differenziano tra loro per una caratteristica in particolare: la modalità di ritrazione del collo all'interno del carapace che varia rispetto alla diversa disposizione e anatomia delle vertebre cervicali. I Cryptodira infatti, che includono la maggior parte delle specie, ritirano il collo facendo un movimento verticale a "S". I Pleurodira invece, che includono solo specie d’acqua dolce, riescono a fare solo movimenti orizzontali e ritraggono quindi la testa lateralmente.
Le specie presenti in Italia
La maggior parte delle specie di testudinati presenti in Italia sono in realtà state introdotte e si sono adattate ai diversi habitat della nostra Penisola. Tra queste ad esempio la Testudo graeca, molto simile alla nostra testuggine di Hermann, e la Testudo marginata, entrambe dovute a antiche introduzioni e presenti in Sardegna.
Le uniche specie autoctone italiane sono invece quattro: la testuggine di Hermann (Testudo hermanni) , la testuggine palustre europea (Emys orbicularis), la testuggine palustre siciliana (Emys trinacris) e la tartaruga marina comune (Caretta caretta). È possibile però osservare occasionalmente anche altre specie di tartarughe marine come ad esempio la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea). Queste due specie però, a differenza della Caretta caretta, non nidificano sulle nostre coste e non è così facile avvistarle.
Da qualche anno in Italia sono presenti anche numerose popolazioni di testuggine palustre americana (Trachemys scripta), una specie molto diffusa in cattività come animale da compagnia e che, una volta liberata o scappata da giardini privati, si è naturalizzata diventando una delle 100 specie più invasive del mondo. Questa testuggine infatti rappresenta un grosso problema per le tartarughe autoctone palustri con cui entra in competizione per il cibo, l'habitat e altre risorse e può causare numerosi danni alla fauna e all'ecosistema. Proprio per questo motivo è importante non liberarle mai in natura ma, nel caso non si abbia più la possibilità di tenerle in casa, contattare un rifugio o un centro di recupero.