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17 Giugno 2021
13:01

Wasabi sarà felice di essere il più bello del mondo? Cosa significa per un cane partecipare ai concorsi di bellezza

Il Pechinese Wasabi ha 3 anni ed è stato incoronato dal Wesminster Kennel Club come cane più bello del mondo. L'ente organizzatore dell'evento si dice impegnato nella valorizzazione di una relazione responsabile con gli animali ma la sola scelta di organizzare concorsi di bellezza che premiano razze eccessivamente manipolate dall'uomo è una scelta distante dalla tutela dell'animale, la cui bellezza va oltre il portamento e l'eleganza.

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Ogni anno, il Westminster Kennel Club organizza uno dei concorsi di bellezza canina più famosi al mondo. Questo spettacolo ospita quasi 3000 cani all'anno e incorona il cane più bello secondo una giuria di esperti di standard di razza. Il vincitore di quest'anno è Wasabi, un Pechinese di tre anni accompagnato dal suo umano di riferimento, David Fitzpatrick, esperto allevatore e orgoglioso detentore del premio.

L'ente organizzatore sostiene di essere: «Impegnato nella promozione di una relazione responsabile con i cani e nel mantenimento degli standard di razza». Ma queste affermazioni riportate sul sito del Kennel Club hanno davvero conferme nella realtà? Osservare Wasabi ci ha fatto riflettere su considerazioni che riteniamo importanti quando si scrive di cani e li si giudica relativamente alla loro estetica. La sola organizzazione di concorsi basati sull'esaltazione dell'aspetto estetico dell'animale, ma anche la scelta di premiare una razza manipolata a tal punto da manifestare gravi problemi di salute come il Pechinese, risulta infatti in antitesi con quanto affermato dal Kennel Club e rema in direzione diametralmente opposta rispetto ai concetti di valorizzazione della personalità dell'animale e della tutela delle motivazioni e delle emozioni che muovono il singolo cane. Principi che invece e per fortuna si stanno diffondendo sempre più rapidamente, almeno al di fuori di questi contesti.

Il contesto del concorso di bellezza

Il concorso proposto dal Westminster Kennel Club si svolge all'interno di un'arena, dove i cani sfilano correndo insieme ai propri compagni umani di fronte a una giuria pronta a verificarne l'eleganza, il portamento e il rispetto degli standard di razza. Tra le numerose categorie di cani di tutte le dimensioni, accanto a Wasabi il Pechinese spiccano moltiChihuahua,Carlinie Shi Tzu, ovvero razze brachicefale il cui aspetto è mutato in maniera evidente nel tempo a causa della manipolazione genetica per mano dell'uomo: «Ciò che mi preoccupa di questo tipo di competizioni – spiega Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e componente del comitato scientifico di Kodami – è la deriva che porta alcune persone ad enfatizzare in maniera estrema la bellezza morfologica del cane, anche quando rischia di sacrificare il benessere dell'animale». I cani brachicefali infatti, sono spesso affetti da una patologia chiamata "sindrome brachicefalica” o BOAS (Brachycephalic Airway Obstruction Syndrome), causata dal sempre più accentuato schiacciamento del muso.

«La causa di tale sindrome è da ricercarsi proprio nella loro struttura ossea – spiega la veterinaria esperta in benessere animali Laura Arena – Questo crea una serie di anomalie che ostacolano il passaggio dell’aria e che determinano il caratteristico respiro di queste razze canine. Le anomalie sono principalmente: narici strette, palato molle allungato e ispessito, collasso laringeo e schiacciamento della trachea».

Alla luce di queste considerazioni, risulta così rischioso considerare un cane affetto da problematiche così importanti come "il più bello del mondo", trasmettendo al pubblico il messaggio contrario a quello lanciato dai veterinari inglesi attraverso l'iniziativa #BreedToBreathe. Nel Regno Unito infatti, dove queste razze sono particolarmente diffuse, è stata proposta una campagna di informazione per dare consapevolezza ad allevatori, appassionati della razza e pet mate riguardo i rischi che corrono i cani brachicefali, i quali manifestano spesso sintomi di diverse gravità che vanno dalla difficoltà di respirazione e tosse, fino alla possibilità di avere sincopi o difficoltà ad alimentarsi.

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La vera bellezza del cane va al di là del mantello: il concorso con gli occhi del cane

Anche lasciando da parte la razza di Wasabi, il concorso americano è comunque un cattivo esempio di relazione, perché se i cani potessero decidere come passare una giornata insieme alla propria famiglia, molto probabilmente sceglierebbero luoghi estremamente diversi dall'arena del Westminster Kennel Club dove, durante la competizione, vengono chiamati ad avvicinarsi e allontanarsi dagli altri cani senza poter in alcun modo interagire, come se le loro necessità di comunicazione tra simili non avessero alcun valore di fronte ad una sfilata. Come se i desideri individuali non valessero alcunché di fronte al desiderio del suo compagno che gli corre accanto di sentirsi il "più bello" su una scala unicamente umana. «Personalmente non credo che la gioia di un cane si possa raggiungere stando ore sotto il phon, ricevendo la messa in piega o venendo chiuso dentro un trasportino mentre lì fuori il mondo si muove – commenta Luca Spennacchio – Cani, umani e migliaia di spettatori assiepati nello stesso luogo chiedono in fondo a quei soggetti di manifestare ancora una volta la loro infinita resilienza. Guardando tutto ciò mi pongo una domanda: impareremo mai ad aprire davvero gli occhi sulla bellezza, quella nascosta oltre l'apparenza, che va al di là de colore, del mantello e che si trova, ad esempio, in un cane che fa ciò che ama fare… come un levriero che corre nel vento».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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