Una passeggiata in riva al mare, cane e uomo da soli di fronte alla linea dell’orizzonte. L’animale tira dal guinzaglio, il pet mate si chiede quanto tenerlo vicino a sé e quanto invece lasciargli prendere spazio.
Si tratta solo di un piccolo esempio delle domande che spesso ci poniamo quando camminiamo con il nostro amico a quattro zampe, uno dei momenti più ordinari nella giornata di chi vive con un animale ma che al contempo racchiude una meravigliosa complessità anche nei più piccoli gesti.
L’occasione per parlarne l’hanno fornita gli istruttori cinofili di Dog Crew, con una serie di iniziative organizzate in molte città italiane per il “Walk Day”, partendo da Valmontone per arrivare a Bari. Proprio nel capoluogo pugliese l’appuntamento è stato chiamato “Zampe al Mare”, una passeggiata didattica in relax con il cane accompagnati da Valeria Ferri, veterinaria comportamentalista, supportata da Anna De Grassi e Lorena Perchiazzi. Il team ha messo a disposizione di tanti pet mate e dei loro amici le proprie competenze.
Il punto di partenza per approcciarsi in maniera corretta a questa attività è rappresentato da due parole: comprendere e rispettare. Un concetto che racchiude alcuni piccoli quesiti che ci dobbiamo porre: come, per esempio, quali siano i tempi e le distanze di cui ha bisogno ognuno dei nostri compagni, cosa vorrebbe evitare, cosa realmente gli interessa e cosa invece lui propone.
A spiegare una modalità d’approccio possibile è proprio la dottoressa Ferri: «Bisogna prestare attenzione all’importanza della passeggiata al guinzaglio – spiega a Kodami – parliamo infatti di un momento che si ripete sistematicamente almeno tre volte al giorno. O almeno ci si augura che sia così. Ogni cosa è soggettiva: importante è la consapevolezza che deve avere l’uomo, imparando a conoscere i punti di forza e i punti di debolezza del proprio cane. Per esempio abbiamo dei cani più socievoli che tollerano meglio la distanza anche con cani e con persone che non conoscono. Altri invece sono un po’ più timidi. Vanno tenuti mantenendo la distanza, ad esempio, ma magari vanno portati anche in orari in cui ci sono meno rumori».
Quando qualcosa non va non si comprende subito la necessità del parere di una persona esperta, un istruttore o ancor di più un veterinario esperto in comportamento. Tuttavia ci sono alcune cose che si possono fare in autonomia per migliorare il rapporto con l’animale: «È importante rendersi conto dell’emozione che c’è alla base del comportamento – spiega la veterinaria – Non sempre le persone hanno queste competenze ma l’osservazione è un punto di partenza per l’esperto che viene contattato. Fondamentalmente si deve avere consapevolezza di chi è il proprio cane. Bisogna capire se l'animale affronta in maniera serena la passeggiata o se per lui ci sono delle difficoltà».
Sia chiaro, però, non dipende tutto dal cane, anzi: «Ci sono umani performativi che non accettano i limiti del proprio compagno – prosegue l’esperta – Quando si adotta un cane e si decide di condividere la vita con lui bisogna tenere in considerazione che è un altro essere. Ha risorse, limiti o punti di forza. Uno pensa che tutti i cani siano amorevoli e vivano con gratitudine la propria vita. Si ignora magari il background che l’animale ha alle spalle».
Ci si chiede, allora, come questo si applichi in senso pratico al rapporto con l’animale. «Vedo cani che passeggiano con il guinzaglio molto tirato o che vengono trascinati come se fossero dei sacchi di patate – continua la veterinaria – Ecco che torna il discorso di prima: bisogna osservare il cane e capire. Tira perché è spaventato? Magari lo stiamo facendo uscire in un orario troppo trafficato? O peggio, siamo al telefono e ci disinteressiamo di quello che fa. Tenere un cane al guinzaglio è come tenersi per mano, deve essere uno strumento di sicurezza ma la passeggiata si dovrebbe fare con il guinzaglio morbido. Se il cane tira va capita l’emozione che c’è alla base di quel comportamento. Un errore comune che abbiamo visto in questa mattinata è stato quello di strattonare il cane che annusa a terra. Si pensa che il cane potrebbe toccare con il naso la cacca o la pipì. Non si capisce invece che il cane annusa esattamente come noi guardiamo. Attraverso l’olfatto il cane capisce se le feci sono state fatte da un cane adulto, da un maschio, da una femmina ma capisce anche lo stato emotivo. Tant’è che quando un cane odora la prima cosa che dobbiamo guardare è il movimento della coda. Da lì capiamo se ciò che ha sentito lo ha tranquillizzato o lo ha fatto preoccupare».
In conclusione, perché è bene prestare molta attenzione al momento della passeggiata, rivolgendosi eventualmente a un esperto? Anche su questo la dottoressa Ferri è chiara: «Si pensa che tanti problemi possano essere superati con l’amore – conclude – se però ci si accorge che permangono bisogna rivolgersi a una persona competente. Quando il nostro cane ci sembra eccessivamente arrabbiato o diffidente o pauroso, quelli sono stati di disagio che vanno analizzati e approfonditi. La strategia è far abbassare la soglia della reattività».
La passeggiata pensata da Dog Crew ha avuto, per quanto riguarda Bari, anche il fine aggiuntivo di fornire un piccolo contributo agli animali del Canile Sanitario della città: i partecipanti, infatti, hanno potuto donare un contributo libero per gli ospiti della struttura.