Una carcassa di cervo ricopre un'importanza fondamentale all'interno dell'ecosistema. Il modo lo si può osservare nel video del biologo e naturalista Andrea Amici, che ha realizzato queste immagini uniche che raccontano il ciclo della vita in Abruzzo.
Si può vedere una volpe che si ciba di una carcassa di cervo, e poi l'arrivo dei grifoni, ma lo stesso comportamento può essere stato messo in atto anche da lupi e orsi. All'interno del ciclo della vita ognuno svolge un ruolo essenziale fornendo cibo e nutrimenti agli altri componenti, un concetto che nel linguaggio scientifico è assimilabile a quello di «rete trofica», come spiega l'esperto.
«Tra i primi ad arrivare sul corpo ci sono i grifoni – sottolinea Amici – Si tratta di animali totalmente necrofagi, si alimentano cioè solo attraverso le carcasse. Questi svolgono un ruolo cruciale nella cascata trofica perché alimentandosi vanno a pulire quello che resta dell'animale».
Il grifone (Gyps fulvus) un rapace della famiglia degli Accipitridi, la stessa di sparvieri, aquile e poiane. La sua apertura alare può raggiungere i 280 cm, mentre il peso di un individuo adulto può raggiungere i 12 chili, e anche a terra non è meno mastodontico: la sua altezza raggiunge circa 100 cm, ma può arrivare anche a 120cm.
Il rapace non è l'unico a beneficiare dei resti del cervo, come si vede nel video si avvicina anche una volpe, e sicuramente sono passati anche predatori di dimensioni maggiori. Ci sono poi una serie di organismi che non vediamo: «Il micromondo – spiega l'esperto – è composto da invertebrati che facilitano la decomposizione, rientrano in questo gruppo mosche e coleotteri, oppure microrganismi come batteri e funghi. Questi che vanno a scomporre i tessuti e rilasciano nutrienti nel suolo».
Un ecosistema sano è esso stesso un organismo in cui non esiste l'eccesso, ogni elemento ha il suo ruolo, vivo e morto che sia. «Pensiamo che anche il suolo beneficia di questo processo acquisendo azoto, fosforo e vari minerali. Non ci pensiamo ma anche questi processi sono importanti perché contribuiscono a fertilizzare il suolo».