È una giovane volpe rossa e vive nei pressi del Rifugio Montebaracca, nel versante nord-occidentale dell’Etna, luogo caratterizzato dalla presenza di boschi e affioramenti rocciosi, meta ambita da turisti ed escursionisti e casa di numerosi animali selvatici.
Francesco Cannavò, un escursionista che ama esplorare la natura in tutte le sue declinazioni, racconta a Kodami il bizzarro ed al tempo stesso emozionante incontro che ha avuto con la giovane volpe rossa che, all’udire delle carta che avvolge i panini dei gitanti, scatta e si avvicina in attesa di ricevere cibo. «Ero in giro nei pressi del rifugio Montebaracca con un mio amico e ci siamo fermati a fare uno spuntino a metà percorso, quando ci ha raggiunti una volpe che senza alcun timore si è avvicinata a noi con lo scopo di rubarci la merenda tra le mani – ricorda Francesco – Avevamo dei panini e qualche frutto con noi e, pensando che si trattasse semplicemente di un caso sporadico, le abbiamo lasciato prendere qualche pezzettino di pera».
L’avvicinamento degli animali selvatici ai luoghi abitualmente frequentati dagli esseri umani è un fenomeno che, soprattutto negli ultimi periodi, sta diventando sempre più consueto e preoccupante per la salvaguardia delle specie non domestiche.
La nostra etologa Federica Pirrone, membro del comitato scientifico di Kodami, spiega che «l’avvicinarsi a noi esseri umani mette a repentaglio la vita degli animali selvatici stessi: aumenta, infatti, la loro probabilità di essere investiti ma anche quella di essere uccisi da malintenzionati che non li tollerano o abbattuti, su ordine delle autorità competenti, perché considerati pericolosi per la popolazione». Un rischio che è già diventato realtà e per questo è necessario sensibilizzare ed educare le persone che facilmente cedono alla tentazione degli occhi supplicanti di una volpe, un animale che, però bisogna ricordare sempre che è un predatore e cacciatore astuto per natura.
«Lo scorso anno si è sentito parlare di una volpe che, sempre nelle stesse zone, si avvicinava ogni sera alla stessa ora all’esterno di un ristorante per mangiare tutti gli scarti e i resti del cibo cucinato – continua Francesco – Ci tengo a precisare che non ho insistito io a richiamare la volpe per nutrirla ma è stata lei ad avvicinarsi totalmente a me, fino a toccare con la sua bocca le mie mani».
Un segno chiaro, dunque, di quanto l’animale abbia già piena confidenza e fiducia nell’uomo, una familiarità che potrebbe però ritorcersi contro di lei sotto forma anche solo di semplice malessere causato da cibi che non sono idonei alla sua dieta.
La volpe è l’animale dell’astuzia e della furbizia per antonomasia perché è molto abile e scaltra sia nel muoversi negli ambienti più pericolosi che nel cacciare le sue prede: mammiferi, uccelli, rettili e piccoli roditori. La volpe non è un animale amato da tutti, soprattutto non da chi alleva animali come polli ed agnelli visto che riesce a cibarsi anche di quelli, uccidendoli e arrecando un danno ai contadini che spesso, purtroppo, pongono in essere metodi cruenti per tenere questi animali lontani dai recinti.
La diffusione della volpe rossa nelle zone urbane è in aumento e soprattutto durante il lockdown per la pandemia di Covid 19 in Italia si è assistito ad un avvicinamento sempre più intenso a quegli ambienti in cui l’uomo ha costruito ma che, durante l’assenza forzata dalla quarantena, sono diventati meta di esplorazione di diversi animali selvatici.
Le volpi come quella che si è avvicinata a Francesco sono gli unici esemplari di canidi rimasti nei dintorni del vulcano Etna da quando, nel tempo, si sono estinti i lupi. Incontrarla è un’esperienza sicuramente entusiasmante ma deve essere vissuta nel rispetto dei ruoli ecologici di ognuno.
«Ad un certo punto, quando abbiamo messo via i panini all’interno dello zaino, la volpe ha continuato a fissarci elemosinando ancora cibo e ha continuato a seguirci durante i nostri spostamenti – conclude Francesco – Non nascondo di aver avuto paura quando ha tentato di mordermi la mano che ancora odorava di salumi. Sicuramente la prossima volta eviterò di dare anche solo un pezzo di frutta e mi limiterò a scattare qualche foto».
Addomesticare le volpi non va bene, così come non si dovrebbe alimentare nessun animale selvatico che è, appunto, per natura in grado di vivere e sopravvivere nel proprio habitat, senza l’aiuto dell’uomo e delle sue offerte di cibo e carezze. Il loro avvicinamento all’uomo potrebbe creare non pochi problemi anche ai gatti e ai cani domestici perché se l’animale selvatico dovesse imparare sempre di più ad avere fiducia nell’uomo e ad avvicinarsi alle sue abitazioni, potrebbe attaccare gli animali da compagnia.
Il modo migliore per poter godere della bellezza di questi animali dal fascino misterioso è osservarli a distanza e, se si creano le occasioni per poterlo fare, nei propri habitat in cui si muovono liberamente senza mai infrangere le regole della natura e senza mai oltrepassare il limite dell’amore per gli animali che potrebbe così sfociare in un mancato rispetto delle altre specie che abitano questa terra assieme a noi.