Le corride dei tori sono ampiamente celebrate in diversi paesi del mondo, non solo in Spagna. In Europa, le troviamo in Francia e in Portogallo ma sono famosissime e considerate patrimonio culturale anche in numerosi stati dell’America Latina.
Sta però avvenendo un cambiamento! Gradualmente l’indignazione rispetto alla sofferenza animale e la presa di coscienza rispetto ai loro diritti sta stravolgendo la tradizione legata all’utilizzo degli animali nelle feste. Sta accadendo in Messico, precisamente nella Capitale, dove il giudice federale ha stoppato la celebrazione della principale festa taurina, la “Temporada Grande” e di tutte le altre celebrazioni.
In Colombia invece, l’iter di approvazione della Legge che abolirà gradualmente la tauromachia in tutto il Paese va a gonfie vele. Ci vuole davvero un plauso alle iniziative e a chi le sta appoggiando.
Tauromachia: non solo in Spagna
La tauromachia, ovvero l’insieme delle feste che (detto senza mezzi termini) girano intorno al maltrattamento e alla tortura di tori, buoi e vitelli e che sono travestite da tradizione, è ampiamente rappresentata in tutto il mondo.
La Spagna ne è la capostipite, ma in Europa è celebrata anche in Francia e Portogallo. A causa dell'eredità coloniale ispanica si pratica anche in America Latina essendo Messico, Colombia, Argentina, Panama e Perù i luoghi con il pubblico più grande. In forma ridotta o non classica la si può trovare anche negli Stati Uniti.
In Spagna la tauromachia è considerata patrimonio culturale immateriale, anche se alcune Comunità Autonome ne rifiutano l'ideologia e ne hanno abolito la pratica. Queste sono (solo) la Catalogna, le Isole Baleari e le Isole Canarie.
In alcuni casi, ci sono state delle variazioni affinché gli spettacoli si svolgessero ma senza spargimento di sangue fino ad arrivare, solo a volte, alla completa eliminazione. Così come è avvenuto in Colombia e nella capitale messicana.
Prosegue l’iter per abolire la corrida in Colombia
In Colombia ha avuto inizio l’iter per l’abolizione graduale della tauromachia nell’intero Paese e tutto sembra andare nella giusta direzione.
Il 15 dicembre il presidente del Senato ha deciso di estendere la plenaria nell'ultima sessione dell'anno legislativo per poter anticipare la votazione della proposta di legge che vieta gradualmente la corrida che altrimenti sarebbe finita al 2023. Così, verso le 2 del mattino, il Senato della Repubblica Colombiana ha approvato il disegno, con 50 voti a favore e 4 contrari.
Ora, affinché diventi legge, rimangono da superare con esito positivo due dibattiti alla Camera ma l’ottimismo è tanto, come ha dichiarato la senatrice Andrea Padilla, promotrice del disegno di legge.
Il Ministro degli Interni colombiano ha sottolineato che la politica sta avanzando in modo storico «nel riconoscimento dei diritti degli animali, esseri senzienti ai quali oggi si riconosce un maggiore livello di dignità».
Il progetto ha però escluso il divieto dei combattimenti tra galli, pratica fortemente sentita e praticata in questo Paese, dove per il momento, per evitare di mettere a rischio la proibizione della tauromachia, si è arbitrariamente deciso di tenere fuori i galli. Qualcosa del genere era già successo a Cuba che nella sua prima legge di protezione animale, approvata proprio quest’anno, ha deciso di non proteggere i galli.
Anche Città del Messico vicina all'abolizione della tauromachia
Anche dal Messico arrivano buone notizie rispetto all’abolizione della tauromachia, precisamente da Città del Messico.
Il 10 giugno, un giudice federale con sede nella capitale del Paese ha concesso la sospensione definitiva della celebrazione degli eventi taurini nella monumentale Plaza de Toros, la più grande al mondo, ufficialmente conosciuta come Plaza “México”. L'attuale ricorso giuridico impedisce inoltre al sindaco Benito Juárez di concedere permessi straordinari per la celebrazione di festeggiamenti taurini in tutto il territorio della capitale. L’abolizione è iniziata proprio con la cancellazione della “Temporada Grande” 2022-2023, l’evento taurino più grande del paese, la cui stagione si celebra tra novembre e febbraio.
La richiesta di questa misura cautelare è stata richiesta dall’associazioni Justicia Justa sulla base dell'articolo 4 della Costituzione messicana, che vuole garantire il diritto all'ambiente sano, incompatibile con "un'attività ricreativa in cui un animale viene ferito, torturato e infine ucciso".
Il giudice infatti, nel dettare la sospensione degli spettacoli, dichiara «il trattamento degradante che ricevono gli animali durante le corride si scontra frontalmente con il diritto ad un ambiente sano».
Chi non vuole l'abolizione della tauromachia
Sia in Messico che in Colombia le associazioni, i politici e i cittadini pro-taurini stanno mettendo in campo tutti i mezzi a loro disposizione per difendere la tauromachia con l'obiettivo di revocare la sospensione in Messico o interrompere il processo di approvazione della legge in Colombia.
Le principali argomentazioni a favore della tauromachia:
- Su un piano ecologico i taurini ritengono che si avrebbe l’estinzione di questa tipologia di tori se si smettesse di utilizzarli nelle corride;
- Su un piano culturale queste feste sono considerate patrimonio nazionale e tradizione locale;
- Su un piano di diritti dei cittadini non si può limitare la libertà di chi vuole assistere alle corride e perché devono essere rispettati i gusti di tutte le persone;
- Su un piano ideologico perché i giardini zoologici, i circhi e il consumo di animali continuano ad esistere e quindi non ha senso accanirsi contro la tauromachia.
Nonostante le motivazioni più o meno assurde a favore della tauromachia le proteste e gli schieramenti a favore dei divieti crescono, mentre le feste continua ancora in troppi territori.
Per questo è di fondamentale importanza che tutti si pronuncino sulle corride e che ai politici arrivi ben forte e chiaro il messaggio di come queste “tradizioni” altro non sono che pratiche che violano il diritto alla vita e alla dignità degli animali.