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8 Maggio 2021
14:00

Visoni, gli artisti italiani con PETA per chiedere la chiusura degli allevamenti

Ogni anno ben 53 milioni di visoni muoiono ancora negli allevamenti. Il mini film dell'associazione animalista denuncia le miserabili condizioni di vita dentro le gabbia e la lunga agonia che accompagna l'attesa della morte. «Ma uccidere me sta uccidendo anche te»: il grande pericolo, rappresentato dalla trasmissibilità agli umani di virus letali come il coronavirus.

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Giornalista

«Sono nato per correre. Sono nato per nuotare. Sono nato per esplorare il mio habitat naturale». A parlare è un visone, prigioniero di un allevamento da dove uscirà solo da morto per trasformarsi in una pelliccia. «Sono nato per assaporare la vita. Sono nato per prendermi cura dei miei cuccioli». Il visone continua a scandire la sua storia, o meglio quella che sarebbe stata se non fosse nato in un allevamento. Ma a un certo punto la storia cambia. In peggio. «Qui dentro non so cosa sia la felicità. Qui dentro sono nato per vivere prigioniero. Qui dentro sono nato per essere ucciso. A soli sei mesi, affinché gli umani possano rubarmi la pelliccia».  La vita di un visone di allevamento è la protagonista dell’ultima video-denuncia di PETA a cui hanno aderito un gruppo di artisti italiani che hanno voluto dare la loro voce per far rivivere quella del visone prigioniero. Fino alla sua morte. «Quando sarà il mio turno di morire sarò ucciso col gas. Se per sfortuna sopravvivo, l’allevatore mi spezzerà il collo. Questo per cosa? Per diventare una pelliccia».

Attori, conduttori e musicisti e filosofi italiani: i loro volti per dar voce ai visoni prigionieri

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gabbie affollate e terribili condizioni di vita per i milioni di visoni da allevamento: è la denuncia di PETA (credits:PETA/EssereAnimali)

Red Canzian dei Pooh e sua figlia Chiara, foodblogger e cantautrice, l’attrice e conduttrice Rosita Celentano, la conduttrice e musicista Kris Reichert, la cantante e conduttrice televisiva Jo Squillo, il filosofo e scrittore Leonardo Caffo, l’attivista Daniela Martani, e gli attori Massimo Wertmüller, Claudia Zanella, Tullio Solenghi, Daniela Poggi e Claudio Colica. Tutti hanno raccolto l’invito dell’associazione animalista e si sono schierati apertamente contro gli allevamenti di visoni, che soltanto temporaneamente sono stati sospesi in Italia per tutto il 2021. Dopo la scoperta della trasmissibilità del virus del Covid-19 agli umani, il ministro della Salute Speranza ha firmato un’ordinanza che blocca gli allevamenti per tutto l’anno in corso.  Ma, per ora, nulla vieta di riaprire in futuro, ripopolando le gabbie. Sono soltanto sei in Italia gli stabilimenti dove si allevano ancora visoni. Peta, e con lei gli artisti italiani, chiede che la chiusura divenga definitiva e il divieto alla riapertura di nuovi allevamenti diventi permanente.

Allevamenti di morte

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Un visono in una minuscola gabbia da allevamento in un’immagine del video di PETA (credits:@PETA/Essere Animali)

Grazie alle immagini degli allevamenti di visoni concesse dall'associazione animalista Essere Animali,  nella video denuncia i volti noti degli artisti si alternano alle scene di morte degli allevamenti: gabbie minuscole e arrugginite. Piccole vite rese miserabili terrorizzate dall’attesa della morte toccata in sorte ai compagni di sventura. Crudeltà aggiuntive come la sporcizia, la condivisione degli spazi con le carcasse dei compagni morti per malattia, gesti di autolesionismo che accompagnano la pazzia della vita in gabbia. Tutto per una pelliccia. Eppure Gucci, Furla, Armani, Versace e Elisabetta Franchi, i maggiori brand italiani di moda, hanno detto stop da tempo alle pellicce nelle loro creazioni. Il 95% dei nostri connazionali ha dichiarato di essere contrario alla pellicceria. Malgrado ciò i visoni continuano a vivere e a morire negli allevamenti, esattamente come racconta il video.

Il pericolo dei focolai di trasmissione di virus, tra cui il covid-19

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Quando il gas non basta, intervengono gli operai dell’allevamento per uccidere manualmente i visoni (credits:PETA/EssereAnimali)

«Ma uccidere me sta uccidendo anche te», continua il visone con le sue tante voci. «Gli operai sono stati infettati da Covid-19. Possono trasmetterlo alle loro comunità e alle loro famiglie» ricorda, facendo riferimento a quanto successo nell’ultimo anno con la diffusione di focolai del nuovo coronavirus negli allevamenti da pelliccia italiani così come in un numero crescente di altri paesi. «Per favore fai la cosa giusta. Per il mio bene e per il tuo, aiutaci a porre fine all’allevamento di animali da pelliccia in Italia». «Gli allevamenti di animali da pelliccia in Italia minano la reputazione di questa nazione come polo della moda innovativo e all’avanguardia. Oggigiorno gli stilisti, gli acquirenti e i rivenditori non vogliono avere più niente a che fare con il materiale proveniente da atti di crudeltà. La pelliccia appartiene solo agli animali a cui viene indebitamente strappata di dosso – dice la consulente per i progetti aziendali della PETA, Patrizia Re. – Il governo è chiamato a prendere una decisione definitiva che tenga in considerazione la volontà dei cittadini italiani, abolendo senza ulteriore indugio questo settore arcaico».

Ogni anno ancora 53 milioni di visoni uccisi negli allevamenti per la loro pelliccia

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Condizioni igieniche disastrose contribuiscono a rendere gli allevamenti di visoni possibili focolai di trasmissione di virus letali come quello del covid–19 (credits:PETA/EssereAnimali)

Come avevamo già raccontato su Kodami,  l’Italia non è la sola ad aver individuato il virus negli allevamenti di visoni: in undici paesi sono stati infatti ufficialmente identificati animali positivi. Al primo posto c’è la Danimarca, dove ben 290 strutture sono risultate infette. La seguono i Paesi Bassi con 69 strutture e la Grecia con 23. Gli Stati Uniti hanno registrato 16 strutture, mentre la Svezia ne ha individuate 13. La Spagna tre, e mentre in Italia e Lituania sono stati scoperti due allevamenti, in Francia e Polonia ne è stato individuato uno soltanto. Ma gli allevamenti nel mondo sono centinaia di migliaia: ogni anno si stima vengano allevati e uccisi sul pianeta terra ben 53 milioni di questi piccoli esseri indifesi per la loro morbidissima, e ancora ricercatissima, pelliccia.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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