I veterinari scendono in campo per aiutare i rifugiati ucraini e i loro animali domestici che avranno bisogno di aiuto. L’idea è venuta a Roberto Venturini della Clinica veterinaria Arcella di Padova, ora del gruppo Anicura.
«Tutto parte da quanto accaduto in Ucraina e dall’aver visto in tv scene di queste povere persone che si preoccupano dai loro animali – spiega a Kodami Venturini, veterinario da 38 anni – Da lì è scattato qualcosa per cercare di capire come fare per aiutarli. Così abbiamo lanciato l’idea di prestazioni sanitarie gratuite per gli animali dei futuri rifugiati che arriveranno qui sia a Padova sia a Venezia».
Sul sito della Clinica veterinaria Arcella sarà aperto uno spazio internet grazie al quale gli ucraini potranno prenotare gratuitamente visite, interventi, terapie e assistenza. Ma non c’è solo questo. I professionisti della struttura padovana hanno lanciato un appello a quanti vogliano accogliere. «È un’iniziativa che non prevede alcun costo, ma solo il buon cuore di chi può accogliere momentaneamente gli animali – prosegue il veterinario – Chi è ospite dei centri di accoglienza potrebbe provvisoriamente separarsi da loro. Noi vorremmo creare una rete di persone che, per un periodo determinato, può ospitare cani e gatti». Le persone interessate a dare temporanea accoglienza possono contattare le sedi della clinica ai numeri 049.600002 o 0444.305543.
Sempre in casa veterinari, l’Usava, la Società ucraina che riunisce i professionisti, ha lanciato un video messaggio di aiuto del suo presidente, Vladen Ushakov. La decisione della Commissione Europea, sostenuta anche dal Ministero della Salute italiano, ha permesso anche agli animali privi di passaporto europeo di viaggiare con i loro compagni umani in fuga dall'Ucraina. Una decisione che ha salvato molte vite ma che necessita di un ulteriore passo avanti per garantire il benessere degli animali. Per questo l'Usava ha chiesto il supporto di tutti i colleghi europei.
Per agevolare il processo d'ingresso, e garantire nello stesso tempo la salute delle comunità umane e animali, i veterinari ucraini hanno chiesto di aprire un dialogo con le cliniche estere. Invitando le associazioni di veterinari a inviare all'Usava «elenchi di cliniche in cui i rifugiati e i loro pazienti possono essere indirizzati per il primo soccorso». Tra i primi a rispondere, l'Anmvi, l’Associazione nazionale medici veterinari italiani.