Sembra essersi sbloccata temporaneamente la situazione dei bovini la cui movimentazione all'interno e all'esterno dell'isola era stata vietata, a seguito di un caso di EHD (malattia emorragica epizootica) sospetto in un allevamento di Trapani e il seguente invio di una lettera da parte del Ministero della salute, che chiedeva di limitare gli spostamenti degli animali nella regione.
Lo sblocco delle movimentazioni degli animali è stato però approvato dalla Regione solo per alcune province siciliane, mentre l’Ufficio speciale regionale per la Sanità animale e la Sicurezza alimentare continua a lavorare per limitare l'eventuale propagazione del virus all'interno degli allevamenti di bovini nella parte occidentale dell'isola.
Intanto un consiglio comunale straordinario si è tenuto presso Santo Stefano di Camastra, nella provincia di Messina, proprio per mettere in risalto il pericolo rappresentato dal virus EHD e dalla richiesta del Ministero per le aziende zootecniche. Avendo gli imprenditori fatto notare in questa sede che attualmente le mandrie sono situate principalmente presso i pascoli di montagna, con l'arrivo dell'inverno alle porte un eventuale blocco delle movimentazioni in sede regionale porterebbe alla non sopravvivenza degli animali, in quanto non ci sarebbero le condizioni per far soggiornare per cinque mesi i bovini in altura.
In questa riunione inoltre gli imprenditori si sono lamentati della possibilità per gli altri allevatori nazionali di poter portare e vendere in Sicilia i loro bovini, opportunità che a loro è stata fino a poche ore fa negata per prevenire il contagio in altre regioni d'Italia, in un momento di crisi economica profonda come quella che ha colpito il settore in Sicilia.
Bisognerebbe però ricordare agli allevatori siciliani che per quanto affermino il vero quando asseriscono che la malattia trasmessa dal virus dell'EHD non si trasmette all'uomo, un'eventuale pandemia causerebbe molti più danni agli allevatori rispetto al blocco temporaneo delle movimentazioni. Inoltre, considerando come questa patologia riesce ad aggredire anche gli animali selvatici, non si può non applaudire il Ministero della Salute per aver mandato in breve tempo una nota alla Regione, invitandola di contenere il più a lungo e meglio possibile la malattia, per non ricadere anche sull'altra fauna che abita nei territori.
Di sicuro le soluzioni per garantire agli allevatori la salvaguardia per le mandrie e per il proprio lavoro devono essere approvate insieme agli allevatori stessi, al gruppo dirigente e ai tecnici che stanno seguendo la minaccia rappresentata dalla comparsa di questo brutto virus all'interno della regione. Soluzioni private e illegali comporterebbero solo maggiore confusione, maggiori spese e forse un pericolo ancora maggiore, nel diffondere la patologia a macchia d'olio.