«Amo follemente gli animali e i fumetti». È così che esordisce Virginia Salucci, disegnatrice e fumettista 28enne, parlando con Kodami della genesi di “Guida galattica per dogsitter”, edito da Shockdom.
«Quando avevo 9 anni ho deciso che sarei diventata una fumettista. In quel periodo è arrivato anche il mio primo cane: era il segno che questi due percorsi sarebbero andati di pari passo. E così è stato». L’opera prima di Salucci, che parafrasa il titolo dal celebre romanzo di Douglas Adams, racconta in maniera ironica e sopra le righe la routine di una giovane dogsitter alle prese con gli inconvenienti (e le gioie) del mestiere.
"Guida galattica per dogsitter” ha avuto un successo immediato e ha dato vita a una fortunata serie composta da quattro volumi che Salucci ha portato al Comicon di Napoli, la fiera del fumetto che si tiene dal 22 al 25 aprile 2022 alla Mostra d’Oltremare di Napoli.
«Non avrei mai creduto che sarebbe successo tutto questo – racconta Salucci – Avevo iniziato a fare la dogsitter dopo la fine del liceo per mantenermi mentre frequentavo la scuola di fumetto nella mia città, Roma. Ho buttato giù solo per divertimento delle strisce comiche da fare leggere agli amici, sotto loro consiglio ho inserito le strisce all’interno di una raccolta e l’ho proposta a una casa editrice, che poi è stata acquisita da Shockdom dove mi hanno spronato a scrivere storie più lunghe. Così è nata “Guida galattica per dogsitter” volume uno».
Che ci sia una vicenda autobiografica è chiaro già solo dai tratti della dogsitter protagonista delle strisce, a cominciare dal taglio rasato con il ciuffo da un lato e da alcuni amici a quattro zampe ricorrenti in numerosi episodi.
«Raccontare certe parti della mia vita è catartico: mi sento meglio una volta che le ho messe su carta – spiega Virginia – Quello che disegno viene interamente dalla mia esperienza personale, e dato che sono appassionata di cani e di cinofilia, per parlare nel modo corretto di alcuni comportamenti e situazioni ho chiesto spesso consiglio ad amici esperti che lavorano in questo campo. Le mie sono strisce comiche, per definizione nascono per fare ridere ma ciò non toglie che possano veicolare anche informazioni vere e corrette».
L'altro protagonista delle sue strisce è il dr. Beagle, un cane con il camice bianco e dai modi saccenti pronto a svelare l’etologia canina dietro le comiche vicende della protagonista durante le sue giornate alle prese con decine di cani e, soprattutto, persone di riferimento.
Il contrasto tra la figura del Beagle nell’immaginario comune e il suo atteggiamento spocchioso gli ha regalato una grande popolarità tanto da aver dato vita a uno spinoff interamente dedicato a lui.
«La risata è un modo per diffondere consapevolezza senza appesantire – continua la disegnatrice – Per il fumetto questo è ancora più importante in quanto si tratta di lavoro grafico in cui l’impatto visivo è immediato. In virtù di questo l’opera deve subito catturare ed essere fruibile con la massima semplicità. Lo studio di un personaggio come il dott. Beagle, allo stesso tempo cinico e tenero, permette al lettore di entrare più in profondità nel racconto».
Il Beagle non è l’unico protagonista canino ricorrente nella “Guida galattica” di Virginia Salucci. Nel terzo volume fanno la loro comparsa due ospiti speciali: la meticcia Joy e la Pitbull Kahlua.
«Prima di loro avevo un maschio di Pitbull e un’altra meticcia. Quest’ultima era con me fin da quando ero bambina: è stato il mio primo cane e quando morì, nove anni fa, ero distrutta. Facevo molto affidamento su di lei e pensavo che non sarei riuscita ad avere un altro cane. Poi, inaspettatamente, mia sorella si presentò a casa mia con la piccola Joy. Amavo i cani ma davanti a una perdita così importante pensavo di non farcela. Invece Joy è riuscita a farmi ricredere e a risollevarmi, è stata meravigliosa».
«Poi è arrivata Kahlua, nata in un allevamento ma ceduta per un difetto di formazione della mandibola, l’enognatismo».
L’enognatismo impedisce al cane di chiudere la bocca nella maniera corretta.
«Quando è arrivata da me Kahlua aveva poco più di due mesi ed era già una “cinghialotta” di 8 chili, ora ha 6 anni e mezzo e continua a travolgere la mia vita. Lei è splendida, tutti Pitbull sono cani meravigliosi, anche se non per tutti. Per vivere con questa razza è necessario tanto lavoro e la capacità di entrare in sintonia con loro. Personalmente ci ho lavorato tantissimo, cercando di dare loro la migliore vita possibile e anche loro la danno a me: mentre lavoro mi tengono molta compagnia, una sta sulle mie ginocchia e una sotto al tavolo».
Durante le lunghe giornate di lavoro trascorse da Virginia insieme ai suoi cani non mancano gli imprevisti: «Da piccola hanno distrutto tanti dei miei amatissimi fumetti e anche quando studiavo mi è capitato molte volte di trovare i miei cani appallottolati sulle tavole da disegno».
Anche l’inarrestabile Kahlua si è resa protagonista di qualche "inconveniente di percorso": «Era appena arrivata da me, aveva circa 3-4 mesi e una sera, quando come di consueto mi accoglieva davanti alla porta di casa , ecco che noto qualcosa di insolito. La guardo, lei mi guarda e vedo che aveva una macchia in più! Corro in camera e scopro che aveva trovato la mia china, l’inchiostro nero che uso per le tavole».
Le tavole che compongono i fumetti di Virginia non sono che il punto d’arrivo di un percorso che vede intrecciati studio e ispirazione: «La routine di quando mi siedo alla scrivania varia a seconda del momento del lavoro al quale sono arrivata. Se parto da zero perché sto cominciando una nuova storia intorno a me deve esserci calma piatta. E’ la parte più difficile perché da lì parte tutto il fumetto: alcuni giorni realizzi sette pagine, altri soltanto una. Dopo questa fase di pianificazione avviene l’esplosione creativa. Mi capita di chiudere intere tavole parlando con le persone, ascoltando musica o con il sottofondo di una serie tv, e questo mi aiuta a livello creativo e mentale».
E, ovviamente, Joy e Kahlua sono al suo fianco in ogni momento, fonte delle emozioni che lei racconta nelle sue pagine. «Sono totalmente innamorata di questo lavoro – conclude Salucci – Desidero fare provare emozioni alle persone e con i fumetti riesco a farlo, emozionandomi anche io».