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1 Gennaio 2023
10:00

Viola scappa per la paura dei botti: lieto fine per il cane salvato mentre nuotava sul lungomare di Napoli

La paura è ancora tanta per Viola, ma finalmente ora, dopo il salvataggio mentre nuotava nelle acque del Lungomare di Napoli, può tornare nella sua casa.

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Salvatore F. porta Viola all'incontro

Sono due i Salvatore della vita di Viola, la cagna libera che la sera del 2 gennaio 2022 è stata soccorsa mentre nuotava a Mergellina nelle acque del Lungomare di Napoli. Il primo è Salvatore F., il giovane cameriere che l'ha portata a riva mentre nuotava disperata per la paura dei botti di Capodanno. L'altro è Salvatore L., l'umano che da anni si prende cura di lei, rispettando la sua vita di cane libero.

Kodami ha assistito all'incontro che ha suggellato il lieto fine tra i protagonisti di questa storia, al momento in cui ha potuto avvicinarsi ancora tremante a chi era da giorni preoccupato per lei, al saluto con chi è riuscito a tirarla su dalle acque fredde in cui era finita e e al suo ritorno a casa.

«Viola da ben 13 anni vive a Barra, alla periferia est di Napoli – racconta Salvatore L.  – Viene accudita dagli abitanti di tutto il quartiere. Ma la notte del 31 dicembre è rimasta terrorizzata dai botti a tal punto da fuggire ed è arrivata fino al lungomare di Napoli. Ogni notte di San Silvestro è una tragedia: come tanti cani ha sempre avuto paura ma non era mai successo che scappasse così lontano».

Viola incontra Salvatore L.
Viola incontra Salvatore L.

La storia di Viola racchiude significati molto importanti da diversi punti di vista della relazione tra esseri umani e cani. C'è al principio un racconto di convivenza in libertà che ha radici antiche nel rapporto tra due specie che da sempre camminano insieme nel mondo e che trova oggi proprio nella Regione Campania una delle prime leggi sulla regolamentazione dei cosiddetti "cani di quartiere", ovvero il dare la possibilità ai cani di poter vivere liberi sul territorio, intestati al Primo cittadino del Comune nel quale soggiornano e con persone che badano a loro.

«Viola potrebbe andare ovunque ma sceglie ogni giorno di stare con noi del quartiere: conosce tutti e sa persino a quale macchina avvicinarsi e quale evitare», spiega Salvatore L., mentre la guarda commosso per il ricongiungimento proprio su quel lungomare dove l'altro Salvatore l'ha recuperata. «Sembra un altro cane», dice con occhi lucidi quando vede Viola, ancora tremante e spaventata tra le braccia di Salvatore F.

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Poi c'è l'altro aspetto, quello degli umani che continuano a non rispettare gli altri esseri viventi e che nella notte di San Silvestro diventa quell'esplosione di botti che terrorizza gli animali domestici e selvatici. Viola è una dei tanti, purtroppo, che di fronte al terrore causato dalle persone ha reagito con la fuga e la necessità di trovare salvezza lontano dalla sua casa. «Stavo lavorando allo chalet di via Caracciolo quando un passante mi ha chiesto aiuto perché c'era un cane in acqua – spiega Salvatore F. – Sono subito andato in suo soccorso e mi ha stupito l'atteggiamento di molti che hanno fatto finta di non vederla e di non sentire le richieste di aiuto di chi l'aveva avvistata. Non capisco chi si volta dall'altra parte: un cane è un essere vivente e come tale merita rispetto e va aiutato».

Dopo la disavventura in acqua, Salvatore F. ha inviato al consigliere regionale campano Francesco Emilio Borrelli il video del salvataggio e un appello per cercare le persone che l'avevano perduta, visto che Viola aveva un collare, o per cercarle una nuova famiglia.

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«Questa mattina casualmente ho visto il video e non potevo credere ai miei occhi – dice Enzo, collega di Salvatore L. a Barra – Appena l'ho vista l'ho riconosciuta subito, ho allertato gli altri e ci siamo messi in contatto con il consigliere per rivederla e riportarla nel suo quartiere».

Viola è arrivata all'incontro tra le braccia del suo nuovo amico, ancora scossa da quanto le era accaduto. «L'avevo chiamata Partenope, in onore del luogo in cui ci siamo conosciuti e incontrati. Sapere che ha persone che la rispettano e amano è la conclusione migliore di tutto quello che abbiamo vissuto insieme». E appena Viola ha visto, poi, i suoi amici di Barra finalmente si è sciolta e ancora tremando si è avvicinata proprio al suo vecchio compagno di strada e con la testa ha cercato riparo tra le sue gambe: «Violetta è tornata», ha semplicemente sussurrato il suo umano accarezzandola.

La notte di Salvatore e di Viola, un momento indimenticabile nella vita di entrambi

«Quando l'ho vista nuotare in mare, l'ho chiamata e dopo pochi fischi è venuta verso di me. Se non l'avesse fatto mi sarei buttato io stesso per salvarla – racconta il cameriere alle persone che sono venute a riprendere Viola  – Stava andando sempre più a largo e probabilmente nuotava già da molto perché quando l'ho presa era stremata, quasi incapace di muoversi. A due giorni di distanza sta ancora male, anche se non ha mai perso l'appetito». La sua ultima affermazione stempera così il ricordo della brutta avventura e tutti sorridono rivolgendo uno sguardo di affetto alla cagna che aspetta di ritrovare anche le sue strade ora che ha di nuovo incontrato le persone a cui è legata.

Il molo dove Salvatore F. ha salvato Viola
Il molo dove Salvatore F. ha salvato Viola

«Non avrei mai potuto lasciarla in un canile o in un rifugio senza sapere che fine avrebbe fatto. Inoltre, si tratta di un cane anziano, si vedeva, nessuno l'avrebbe adottata. Volevo quindi occuparmene personalmente trovandole una famiglia. Che senso avrebbe avuto aiutarla per poi abbandonarla al suo destino?», conclude il giovane cameriere.

Viola: cane libero di quartiere e quel terrore dei botti

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Ma a Viola non serviva una famiglia: la sua vita da 13 anni si svolge nel perimetro di Barra dove è la sua casa. Qui fa la spola tra tutti i suoi amici umani e ognuno, secondo la propria disponibilità, provvede a lei. Alcuni comprandole qualche snack, collari antipulci e ha una sua cuccia dove trova riparo nelle notti più fredde e piovose.

Accorgimenti che, però, non sono serviti a calmarla davanti al terrore dei botti di Capodanno. «Non sono neanche fuochi d'artificio, spesso sono vere e proprie bombe – sottolinea Salvatore L. parlando di quella notte – Ma non ci aspettavamo che avrebbe reagito così, che avrebbe corso fino a Mergellina e sarebbe addirittura saltata in acqua, lei che non mette il naso fuori dal quartiere da 13 anni».

Sono tanti gli animali, domestici e selvatici, che la notte di San Silvestro pagano a caro prezzo il divertimento degli esseri umani e in tanti arrivano anche a morire in preda alle convulsioni o fuggono senza molte speranze di tornare a casa. Per questo Kodami ha scelto di realizzare quest'anno un video per far sì che le persone possano davvero immedesimarsi in quello che un animale prova, entrando nella loro pelle quando si trovano ad affrontare la "trincea di Capodanno".

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Oggi però Viola è tornata nei luoghi che le appartengono: già trema di meno quando scende dalla macchina nella sua Barra: la coda è più morbida, segno che è più a suo agio, ed è pronta a ricominciare. Almeno fino al prossimo scoppio.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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