«Divieto di condurre cani o altri animali in luoghi pubblici»: inizia così l’ordinanza che la sindaca di Gioiosa Marea, Comune della provincia di Messina, ha emesso lo scorso 1 luglio, un documento in cui si dispone che «è vietato condurre cani o altri animali nelle ville, nelle aiuole, nei parchi comunali, sulle spiagge, nei negozi di generi alimentari».
Secondo l’ordinanza, insomma, i cani (o altri animali) non possono accedere praticamente ad alcun luogo pubblico che non siano le strade, questo perché «sempre più di frequente si hanno notizie di gravi episodi di violenza a persone e cose, verificatisi per colpa di cani vaganti e/o lasciati liberi ovvero non condotti al guinzaglio senza idonea museruola», e anche perché «si nota la presenza di escrementi, che non vengono rimossi dai proprietari degli animali». Ed è anche per questo che nell’ordinanza la sindaca Tindara La Galia impone che i cani vengano condotti al guinzaglio e che «siano muniti di museruola».
Quest'ultimo passaggio sembra indicare che la museruola vada messa al cane a prescindere, quando in realtà l'ordinanza del Ministero della Salute che riguarda la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani (art. 672 cp; art. 2052 cc 4 novembre 2010, n. 201) stabilisce che ogni pet mate debba portare la museruola con sé, ma la faccia indossare al cane solo in determinati casi e in circostanze specifiche, ovvero se c’è un reale rischio che l’animale possa fare male qualcuno o qualche altro animale, o se viene specificatamente richiesto dalla pubblica autorità.
L’ordinanza della sindaca La Galia si chiude con l'indicazione su cosa rischia chi non la rispetta, ovvero una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro «così come previsto dall’art. 7/bis del D.Lgs 18.08.200, n. 267», e cioè il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali.
L’ordinanza ha inevitabilmente suscitato le proteste dei residenti del piccolo Comune, alcuni dei quali hanno deciso di organizzare una sorta di “mail bombing” all’indirizzo dell’ufficio della sindaca per protestare, accogliendo l’appello dell’associazione Balzoo: «Non accetteremo mai una cosa del genere e contesteremo questo provvedimento -hanno detto dall’associazione – Gli animali possono entrare sul treno, sul tram, in ospedale, sulle spiagge, sull'aereo, al ristorante, nei supermercati. Non possono entrare da nessuna parte da nessuna parte a Gioiosa Marea».
L’associazione ha quindi citato una serie di sentenze con cui il Tar ha annullato ordinanze simili ritenendole di volta in volta eccessivamente limitative o sproporzionate rispetto allo scopo – solitamente decoro, o sicurezza – che i Comuni vogliono raggiungere. Il dibattito si è poi spostato sulla piaga degli abbandoni e la concomitanza con la stagione estiva, sottolineando come il provvedimento potrebbe non soltanto disincentivare i turisti ad andare in vacanza nella cittadina costiera, ma anche incentivare l’abbandono per poter effettivamente andare in vacanza.
«Per molti a quanto pare sono solo cani, ma per me e la mia famiglia è parte integrante, quindi membro a tutti gli effetti del nucleo familiare, oltre che essere vivente libero di andare ovunque, naturalmente nel rispetto delle regole, come d'altra parte qualsiasi essere umano – è uno dei commenti lasciati sui gruppi Facebook cittadini – D’altra parte se una persona delinque, quella viene multata e rinchiusa, mica tutto il genere umano. Oltretutto mi domando per parvenza siamo contro l'abbandono e poi ai turisti diciamo: “vuoi venire? Ma il cane lo lasci a casa!”».
Un provvedimento, quella della sindaca di Gioiosa Marea, che va nettamente contro la tendenza che si è sviluppata negli ultimi anni soprattutto nelle località turistiche, e cioè quella di prevede spazi – spiagge comprese – pet friendly e aperte ai cani, in cui umano e cane possono trascorrere la vacanza insieme senza ostacoli e in un ambiente sicuro e dotato di ogni confort per entrambi. Combattendo così, in modo indiretto, il reato di abbandono.