Saresti disposto a sfruttare il tuo cane per soldi facendolo diventare una star?

Nel video realizzato per Kodami dal direttore creativo di Ciaopeople Luca Iavarone e il suo team i riflettori sono puntati sul tema della relazione tra noi e i cani. Vittime di un brutto scherzo dei figli, nostri complici, alcuni genitori danno un messaggio importante: è arrivato il momento di dire basta a comportamenti violenti nei confronti degli animali e all’uso dei social per "challenge" dolorose o immagini in cui cani e gatti vengono ridicolizzati.

19 Maggio 2021
9:30
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Di fronte a noi c'è uno specchio e non mostra il nostro volto ma quello del cane con cui conviviamo. A volte questa immagine riflessa ci fa credere di essere uguali e, di conseguenza, di poter modificare noi e l'altro. Del resto siamo sempre quegli esseri umani lì: passano i millenni ma la zavorra del retaggio atavico di essere i "dominatori della Terra" proprio non riusciamo a scrollarcela di dosso, come invece fa un cane quando qualcosa non va e basta una bella "shakerata" per far calare la tensione del momento. Noi no: continuiamo a vessare gli altri esseri viventi, umani e non. E così facciamo, spesso, anche con i cani che ci vivono accanto.

La parola "dominanza", in particolare, attrae ancora molto alcuni della nostra specie nel rapporto con il cane. Soprattutto quando viene utilizzata a sproposito, in dissertazioni prive di fondamento scientifico per spiegare i rapporti tra animali – dove esiste e ha un senso diverso dalla nostra interpretazione antropocentrica – o quando, ancora peggio, la si usa per raffigurare una sorta di gerarchia nelle mura domestiche tra esseri umani e cani domestici. E in quelle che alla fine sono solo chiacchiere da bar, consigli di cugini lontani che "loro sì che hanno avuto cani e sanno come si trattano" o generalizzazioni che non tengono conto dei singoli soggetti espressi da personaggi che di etologia non sanno molto, ecco che pure i social ci mettono il carico.

Anzi, ce lo mettiamo sempre noi: quella strana specie che si lascia trasportare dalle mode e dai consumi. Vittime ormai consapevoli del mondo che abbiamo creato e che, al posto di pensare al messaggio che diamo, badiamo solo al mezzo per mostrarci in maniera diversa da quel che siamo. E se lo specchio si trasforma nella fotocamera del cellulare, ecco che quel "piccolo grande fratello" si tramuta a sua volta nelle proiezioni delle nostre ambizioni calate anche su un cane pur di aumentare la nostra immagine e il nostro ego. E via di esseri senzienti vestiti come pagliaccetti, cani trattati come peluche, sottoposti a challenge dolorose e gatti e altri animali ridicolizzati per un ridere sterile e privo di alcun rispetto alla fine non solo dell'altro ma anche della nostra intelligenza.

«Ma che pensi che ci mandano cose illegali?»

Il team di Luca Iavarone, direttore creativo di Ciaopeople, ha così voluto dedicare a Kodami il video: "Tortureresti il tuo cane per farlo diventare una star?", ovvero: "Saresti disposto a sfruttare il tuo cane per soldi?", in cui abbiamo deciso di puntare i riflettori, anzi gli obiettivi degli smartphone, sul tema della relazione tra noi e gli animali che ci sono accanto da più tempo: i cani. Il risultato confortante del terribile scherzo fatto ai genitori dai figli, nostri complici, è però che a ben diritto possiamo essere certi che gli animali nelle nostre famiglie sono più che amati: perché sono rispettati come individui e membri a tutti gli effetti della famiglia. I genitori, infatti, li riconoscono davvero per quel che sono e naturalmente li tutelano a discapito di figli che sembrano lobotomizzati nella loro estenuante ricerca di un successo facile sui social. Dalle parole dei genitori, dalle loro reazioni ecco che emerge che i cani sono soggetti dotati di emozioni e cognizioni ben più dei loro ragazzi e che di certo non hanno alcuna intenzione di trasformare in qualcos'altro nonostante la pressione dei figli.

Nel pacco creato da Luca Iavarone e dal suo team, però, non ci sono solo le provocazioni che ci siamo inventati per scatenare le reazioni dei genitori. Quell'oggetto colorato con il logo di Kodami e presentato come il kit dell'agenzia TikDog è uno scrigno che nasconde un vero e proprio gioiello di comunicazione e di divulgazione per favorire lo scambio sui social di una cultura alternativa a chi, ancora, pratica con gli animali forme di addestramento coercitivo. Attenzione: è di questo che stiamo parlando. Non di solo "addestramento" che praticato nel modo corretto si basa sempre su fiducia, rispetto e collaborazione tra cane e umano. Ma di altre forme in cui, appunto, l'aggettivo "coercitivo" fa comprendere che non c'è altro che violenza nei confronti dell'animale. E poi gli altri oggetti che si vedono, come dice anche uno dei ragazzi complici, sì, sono tutti legali. Dai croccantini al peperoncino fino ai prodotti dimagranti e passando per quel collare che nel video abbiamo definito "elettrico e a strozzo" ma che rappresenta in realtà tre tipologie diverse che sono tutte in vendita: il collare elettrico, quello a strangolo e quello antiabbaio.

Il pacco di Kodami è così un simbolo di tutto ciò che non rappresenta la nostra mission e che intendiamo combattere al suono di un'informazione corretta, aperta al dialogo ma che chiaramente si pone in contrasto con la violenza e la prevaricazione nei confronti di qualsiasi specie, compresa la nostra. Un pacco che ci consente di mostrare il lato più riservato della relazione tra "pet mate", ovvero persone e cani che sono compagni, amici, parte di un gruppo unico e meraviglioso in cui ci si vuole bene e ci si rispetta.

Di nuovo, come per il video contro i botti di Capodanno, siamo di fatto entrati nelle case delle persone, nella sfera sacra in cui figli e genitori convivono insieme ai loro compagni animali e abbiamo chiesto con arroganza di modificare, stravolgere la personalità di questi ultimi e finanche di arrivare a fargli del male in cambio del "successo". E questo video attraverso i ragazzi e i genitori che ci hanno concesso di realizzarlo fa anche qualcosa di più, con coraggio e determinazione: dice chiaramente che è arrivato davvero il momento di toglierci definitivamente dalla testa l'idea che un cane abbia bisogno di un "padre padrone". Che poi manco in natura ce l'ha, figuriamoci se lo vuole rappresentato da un essere umano.

Ciò che ci resta ancora da fare e che possiamo fare, allora, è ricordarci che siamo quel che siamo sia fuori che dentro la "grande sorella Rete" e proprio i nostri animali ce lo dicono ogni giorno, se davvero ci fermiamo a osservarli e ascoltarli, con la loro semplicità nell'esprimere emozioni che in tanti invece ancora inibiscono con vessazioni e maltrattamenti giustificati da un mercato che opera per restituire, anche in campo animale, un'immagine di perfezione a cui nessun essere vivente dovrebbe mai tendere. Telmo Pievani, evoluzionista e prossimo ospite di MeetKodami, lo spiega benissimo con una frase sola: «La natura è imperfetta» e proprio questa è la parte più affascinante di ognuno di noi, esseri umani e altri animali: la nostra imperfezione.

"Il tempo è galantuomo" si usa dire e oggi anche in cinofilia si è arrivati a capire qual è la chiave del rapporto tra cani e umani: educazione o addestramento, il fulcro di una relazione è la collaborazione, il reciproco desiderio di stare insieme e divertirsi, comprendersi, condividere esperienze e emozioni. E' l'ossitocina che rende noi e i cani e tanti altri animali dei "drogati di gioia": un ormone che ci fa "sballare" nello stare insieme e non sono certo adrenalina e cortisolo (ormoni dello stress) che alla lunga possono determinare la riuscita di un rapporto. Siamo chimica, coordinata dal cervello, condita dal cuore attraverso l'intelligenza emotiva e abbiamo oggi, dicendo addio all'autoritarismo e accogliendo l'autorevolezza, tutte le possibilità per comprendere qual è la strada giusta da intraprendere per costruire una relazione sana con i nostri compagni a quattrozampe.

Cani che poi, ricordiamocelo, abbiamo scelto noi di far entrare nella nostra vita. Del resto, sebbene siamo sicuri del loro affetto e della loro dedizione, nessun Fido potrà mai rispondere nel nostro linguaggio alla domanda diretta: "Ma tu vuoi stare veramente con me?".

Luca Iavarone: «La vera presa in carico di un individuo nel proprio nucleo affettivo è la difesa di un valore più alto, l’alterità»

Nella storia dell’umanità quello che accade oggi non ha precedenti: più che i governi, più che le istituzioni, ad avere un peso sociale sono gli influencer. Tanto che la politica stessa tenta di adeguarsi. I decreti in diretta streaming su profili privati, l’ascesa di Fedez e Ferragni a paladini del welfare (per raccolte sacrosante, salvo imprevedibili cambi di rotta), sono tutti segnali inequivocabili che il libero mercato dei follower ha stravinto sulla democrazia rappresentativa novecentesca. Del resto, il modello egemone di esistenza e di business è quello del sandwich man, “sponsorizzo cose dunque sono” e se ancora non sono presto lo sarò: cartellone pubblicitario (basta credere in sé stessi).

E così almeno due generazioni stanno crescendo con la convinzione che avranno un posto nel mondo solo a patto di dissimulare approvazione, gratitudine e “positivity” verso qualsiasi merce gli venga recapitata, per esaltarla gli occhi dei seguaci di una vita non vissuta ma inscenata. È il sistema degli oggetti nella sua versione 3.0, per parafrasare Baudrillard, dove il valore delle cose non è più d’uso, né simbolico, ma pubblicitario. Ma quanto spazio resta, in questo habitat, per la relazione, la cura e l’empatia? Ed è possibile, navigando in questo mare di oggetti, fare davvero esperienza dell’incontro con l’altro?

Io e il team creativo di Ciaopeople ce lo siamo chiesti non a caso su Kodami, ovvero su uno dei progetti attualmente più innovativi, proprio perché incentrato sul riconoscimento dell’indivualità oltre la funzione, che mira finalmente alla completa “defeticizzazione” del mondo animale. Una sfida non da poco, ma che certamente cambierà anche il rapporto degli umani con gli umani.

Quando ho proposto alla direttrice un nuovo esperimento user generated, Diana Letizia mi ha supportato in ogni modo possibile e di questo la ringrazio. Come era già successo nel video sui botti di Capodanno, il pacco della fantomatica TikDog ripropone un escamotage che permette l’ingresso di un meccanismo a orologeria dentro un equilibro privato. È il perturbante che irrompe nel reale, senza filtri. Ed è ancora una volta lo slancio di coscienza, l’assunzione di responsabilità e la vera presa in carico di un individuo nel proprio nucleo affettivo a permettere alle vittime di questo scherzo il rifiuto degli oggetti, così pericolosi, in favore della difesa di un valore più alto, l’alterità.

Gli approfondimenti: ecco tutti i temi toccati nel video

  1. Addestramento coercitivo: la paura come strumento di controllo
  2. Collari a strozzo, elettrici e a segnali sonori: ancora legali e terribilmente brutali
  3. Addestramento e educazione cinofila, le differenze
  4. Pet therapy, soccorso e ordine pubblico: la cooperazione del cane con l'uomo
  5. Altro che pillole dimagranti per il cane: consigli per curare l'obesità del cane
  6. Peperoncino ai cani: la tortura è virale su TikTok
  7. Pronto, polizia dei cani?”, la relazione tra Ciro e Paola dietro il tormentone di Tik Tok
  8. Perché non ha senso parlare di punizione nell’educazione del cane
  9. “I cani son meglio delle persone che dicono che i cani son meglio delle persone”: elogio del proprietario medio
  10. L’alchimia per diventare il punto di riferimento del cane che vive con te

Video credits:

Una produzione Ciaopeople

Video diretto da Luca Iavarone  

Autori: Luca Iavarone, Sissi Mattiello, Paola Mirisciotti 

Casting : Paola Mirisciotti

Post: Gianluca Cesarano

Scenografia: Team Creativo

Direzione di produzione: Team creativo

Grafica: grafica ApB

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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