È un avvistamento straordinario quello avvenuto tra le acque del golfo di Napoli: un raro esemplare di foca monaca filmato da alcuni diportisti nel mare di Capri, al largo della costa Sud-occidentale dell'isola. Una segnalazione dall'immenso valore scientifico, poiché si tratta di uno degli animali a maggior rischio estinzione al mondo. Il video, realizzato da Alessandro Tittozzi, è perciò un'incoraggiante nuova testimonianza della lenta ma costante ripresa di questo pinnipede nelle acque italiane da cui era scomparso più o meno dagli anni 80 del secolo scorso.
Proprio in virtù della rarità di questa specie in Italia, gli esperti invitano chiunque dovesse eventualmente avvistare la foca in mare ad assumere comportamenti che non causino disturbo e spavento al mammifero, evitando qualsiasi tipo di approccio e, soprattutto, di modificare repentinamente la traiettoria e di non tagliargli la strada.
La foca monaca, unico pinnipede presente nel Mar Mediterraneo, negli ultimi anni sembra essere fortunatamente in lento recupero ma, nonostante siano aumentati gli avvistamenti nelle acque italiane, non si sono ancora formati nuclei riproduttivi stabili e resta perciò uno degli animali maggiormente minacciati del Mediterraneo.
Un tempo piuttosto comune, la foca monaca mediterranea (Monachus monachus) è scomparsa molto rapidamente dalle nostre coste a partire dalla seconda metà del 900 fino a estinguersi completamente nel giro di qualche decennio. Il rapido declino è avvenuto soprattutto a causa della forte urbanizzazione dei litorali, delle catture accidentali nelle reti e della persecuzione diretta. Tutte cause che hanno portato questo magnifico mammifero marino sull'orlo dell'estinzione a livello globale, non solo nel nostro paese. Le ultime riproduzioni certe avvenute in Italia risalgono all'inizio degli anni 80, sulle coste centrorientali e occidentali della Sardegna.
Oggi esistono pochi e isolati nuclei riproduttivi nel resto Mediterraneo, con la popolazione principale localizzata soprattutto nel Mar Egeo, tra Grecia, Turchia e Cipro. Le colonie più vicine alle nostre acque sono invece quelle delle costa ionica tra Grecia e Albania e quelle presenti in Croazia. Le ultime stime parlano di una popolazione in ripresa tra Mediterraneo e costa atlantica nordafricana che conta, però, a malapena circa 700 esemplari. L'aumento degli avvistamenti di foche monache in Italia negli ultimi anni, soprattutto nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio, è dovuto principalmente alla vicinanza delle popolazioni balcaniche in lento ma costante aumento numerico.
Queste segnalazioni però, seppur ancora sporadiche e isolate, fanno ben sperare per una futura ricolonizzazione delle nostre coste. Nel nostro paese la foca era, non molto tempo fa, una presenza piuttosto scontata ma oggi, con la scomparsa avvenuta appena qualche decennio fa, sembra aver acquisito lo status di visitatore occasionale, quasi esotico, diventando poco più di una curiosità giornalistica o un aneddoto marinaresco. Di recente, inoltre, l'Università di Milano Bicocca e il Gruppo Foca Monaca hanno effettuato un importante monitoraggio della specie grazie al DNA ambientale presente in mare.
E anche i risultati di un innovativo studio, recentemente pubblicati su Scientific Reports, testimoniano come come questa specie sia sempre più presente, soprattutto durante alcuni periodi specifici dell'anno, lungo le nostre coste. Altri avvistamenti recenti e documentati hanno riguardato invece soprattutto l'arcipelago toscano e in particolare l'isola di Capraia, dove lo scorso settembre fu persino filmato un esemplare mentre si riposava all'interno di una grotta. Dopo essere stata spazzata via dalle attività umane, la foca monaca ce la sta mettendo davvero tutta per ritornare.
Ora però tocca a noi proteggere lei e le nostre coste per far sì che possa riprendersi definitivamente gli spazi che gli spettano.