In uno scenario apocalittico come quello che si è venuto a creare in Marocco, a causa del devastante terremoto che nella notte tra venerdì 8 e sabato 9 settembre ha provocato al morte di oltre 2.000 persone e danni incalcolabili al paese, arrivano a volte storie che contribuiscono a tenere viva la speranza anche nei momenti più bui.
È il caso dell’asino estratto vivo dalle macerie di una palazzina da un team di Vigili del Fuoco britannici che ha lavorato giorni per riuscire a portarlo in salvo. L’animale è rimasto intrappolato per 6 giorni sotto i resti di un edificio crollato a Imni-n-Isli, periferia di Marrakech, e a salvarlo sono stati i Vigili del Fuoco dello United Kingdom International Search and Rescue Team (UK-ISAR). La squadra ha valutato la situazione con un ingegnere strutturale, ed è intervenuta scavando sotto i detriti e utilizzando delle travi per sollevare mattoni e altro materiale: un intervento durato ore, come detto, che alla fine ha dato i frutti sperati.
Una volta salvato, è stato affidato a un veterinario locale che ha seguito le operazioni e l’ha immediatamente soccorso: «L'asino è un'ancora di salvezza per le comunità che vivono in villaggi remoti sulle montagna – spiegano gli operatori – perché consente loro di trasportare merci tra i villaggi. Il proprietario dell’asino è stato estremamente grato, perché l’asino significa molto per lui e la sua famiglia, e non aveva le competenze o le attrezzature necessarie a effettuare il salvataggio da solo».
In seguito al terribile sisma, il governo del Regno Unito ha inviato supporto immediato al Marocco mandando sul posto 62 specialisti di ricerca e salvataggio accompagnati da quattro cani da salvataggio. Le unità cinofile, in scenari di questo genere, sono fondamentali, perché grazie al fiuto dei cani è possibile individuare feriti e superstiti rimasti sotto le macerie e intervenire in modo mirato.