Quest'anno si sono fatti un po' attendere ma alla fine si sono affacciati dalla solita finestra del Maschio Angioino, uno dei simboli più noti della città di Napoli. Stiamo parlando dei piccoli della coppia di falchi pellegrini che da qualche anno nidifica in una delle stanze del castello che domina piazza Municipio. Per la precisione sono due i pulli, ma potrebbero essere anche di più, visto che nei falchi le schiuse avvengono anche a distanza di giorni e si spera quindi ci sia qualche altro falchetto più piccolo che si affaccerà a breve.
A scovarli nel bel mezzo del caos della città, come avviene ormai a ogni stagione riproduttiva, è stato Rosario Balestrieri, ornitologo e presidente dell'associazione ARDEA: «Come faccio ormai da qualche anno, verso la fine di febbraio ho ripreso le osservazioni al castello per seguire i voli nuziali dei due rapaci – racconta Balestrieri – Da allora si sono susseguite tutte le varie fasi della biologia riproduttiva che contraddistingue la specie e finalmente, a distanza di circa 75 giorni dalle prime osservazioni, i due piccoli falchi pellegrini si sono affacciati alla finestra, concretizzando quello che stavo aspettando».
Da un po' di anni, come accade in molte altre città del mondo, i falchi pellegrini (Falco peregrinus) stanno rapidamente conquistando una dopo l'altra anche le metropoli più affollate e chiassose. Famosissima è, per esempio, la coppia formata da Giò e Giulia che nidifica sul Pirellone a Milano e che quest'anno sta allevando ben quattro pulli. Ma ci sono tante coppie di pellegrini che si sono stanziate ormai da tempo anche a Roma, Londra, New York dove sembrano trovarsi decisamente bene in ambiente urbano.
Tra i vantaggi della vita in città ci sono infatti palazzi e grattacieli enormi, un surrogato perfetto delle tipiche pareti rocciose o falesie in cui nidificano e soprattutto cibo a volontà. I falchi pellegrini sono in effetti tra i predatori meglio attrezzati per dare la caccia a piccioni, storni e altri piccoli uccelli che abbondano in ambiente urbano. Fa sempre un certo effetto, però, vedere come si siano adattati in fretta alla baraonda delle nostre città.
Dalle osservazioni effettuate da Rosario Balestrieri possiamo anche capire qual è stato il loro ultimo pasto: «Tra le prede c'è una tortora selvatica, predata molto probabilmente sul mare a largo di Napoli durante la migrazione e un colombo, certamente ghermito fra i tetti della città – conclude l'ornitologo – Visto il periodo difficile che stiamo attraversando tutti, mi piacerebbe che i due piccoli venissero chiamati Giallo e Azzurro in segno di vicinanza al popolo ucraino».
Negli ultimi anni i pellegrini del Maschio Angioino sono riusciti a portare all'involo diversi pulli: ben tre nel 2019, uno nel 2020 e due lo scorso anno. La dimostrazione che la natura e la biodiversità, nonostante le difficoltà, ce la stanno mettendo tutta per trovare un posto nel nostro caotico mondo. Quanti saranno i nuovi falchi a spiccare il volo quest'anno? Lo sapremo tra un circa un mese, nel frattempo occhi e orecchie ben aperte, la stagione riproduttiva per tutta l'avifauna urbana è iniziata e chissà quante altre sorprese ci riserverà.