Smantellato l’ex impianto di macellazione sull’isola carcere di Gorgona

È stato smantellato l'impianto di macellazione sull'isola carcere di Gorgona, la Lav ha acquistato i macchinari. Per il presidente Felicetti «così si chiude un cerchio». Il progetto per persone e animali dell'isola proseguirà e dopo il reportage di Kodami si amplierà con ulteriori novità per il reinserimento delle persone private della libertà.

1 Marzo 2023
14:17
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gorgona
Singh

«Grazie alle esperienze fatte in questi mesi, anche e soprattutto il reportage realizzato da Kodami, i detenuti hanno espresso il desiderio di parlare in prima persona di quello che stanno realizzando sull'isola di Gorgona attraverso il progetto con gli animali. Speriamo di poter creare dei momenti in cui questo sia sempre più frequente». Così Barbara Bellettini, presidente dell'associazione "Do Re Miao" racconta a Kodami i prossimi passi del progetto "Isola Fenice", iniziato nel 2020 sull'isola-carcere di Gorgona e incentrato sulla relazione tra gli animali e le persone private della libertà.

Kodami ad agosto 2022 era andata sull'isola di Gorgona, l'ultima isola-carcere d'Italia, per raccontare una realtà in cui si onora il diritto alla vita di uomini e animali. La sezione distaccata del carcere di Livorno – quella che era ritenuta una "Alcatraz italiana" – è diventata una realtà in cui i detenuti possono prendersi cura degli animali e della terra attraverso un progetto di reinserimento sociale condotto con psicologi, psicoterapeuti ed esperti di pet therapy.

Il carcere di Gorgona nasce nel 1869 ma per fare fronte al problema della sussistenza dal Secondo Dopoguerra sull'isola era stato creato un macello e una serie di attività zootecniche legate alla produzione casearia. I detenuti si occupavano dell'allevamento delle capre e delle mucche facendole nascere, portandole al pascolo, e infine accompagnandole alla morte. Una routine che logorava persone che spesso si trovavano dietro le sbarre per crimini violenti. Il contrario del «fine rieducativo della pena» proposto dalla nostra Costituzione. Nel 2014, attraverso la richiesta di alcuni detenuti, si è dato uno stop all'attività del macello, e una nuova vita per le persone e per gli animali grazie al progetto di rieducazione.

Il progetto è nato grazie a una convenzione tra il Comune e la direzione della Casa Circondariale, con il supporto della Lav e dell'associazione Do Re Miao. Ed è stato riconfermato anche dalla nuova direzione carceraria che è succeduta a quella di Carlo Mazzerbo.

«Grazie al supporto di tutti gli attori coinvolti abbiamo l'obiettivo di riprendere le attività e di potenziarle – prosegue Bellettini – In particolare, visti gli effetti positivi che abbiamo registrato quando siete venuti a condurre il vostro reportage, e quando i detenuti hanno avuto l'occasione di parlare della loro esperienza, vorremmo creare sull'isola, nella zona frequentata dai turisti occasionali attratti dalla natura di Gorgona, dei punti informativi che spieghino quello che stiamo facendo, sia attraverso appositi cartelli che con il supporto dei detenuti stessi».

Un obiettivo ambizioso, che avrà bisogno della collaborazione attiva dell'amministrazione carceraria di Gorgona dato che, ad oggi, i detenuti non possono superare la zona chiamata "dei limiti". I detenuti, infatti, possono muoversi liberamente sull'isola ma solo fino a un certo punto, un confine invisibile all'altezza della ex scuola dell'isola. L'edificio sorge poco prima di una lunga discesa che conduce al piccolo bar gestito dall'amministrazione penitenziaria e alle case dei secondini e delle loro famiglie.

Contestualmente alle attività di cura degli animali e di pet therapy, è stato avviato anche uno studio condotto in collaborazione con l'università di Milano, aggiunge Bellettini: «Dai dati quantitativi che abbiamo raccolto notiamo che c'è stato un incremento nell'apertura nelle relazioni poste in essere dai detenuti, anche con richiesta di approfondimenti ulteriori sulla vita degli animali. Purtroppo però non abbiamo i numeri sufficienti per la rilevazione statistica a fini scientifici. Quanto abbiamo fatto ci dà però il polso della situazione e apre alla possibilità di continuare le rilevazioni nuovamente in una realtà del genere».

Oltre alle persone, anche gli animali hanno però acquisito una nuova vita a Gorgona e anche al di fuori di essa. Grazie all'intervento della Lav, ad oggi sono oltre 600 gli "animali da reddito" salvati dalla macellazione, e molti di questi sono stati portati fuori dall'isola, in rifugi e santuari, come chiarisce il presidente della Lav Gianluca Felicetti: «Si tratta di un progetto che vuole ridare nuova vita alle persone e agli animali, dicendo addio a ogni forma di sfruttamento».

Per questo la Lav ha deciso di acquistare i macchinari usati per la macellazione e la trasformazione casearia che erano ancora presenti sull'isola: «La direzione carceraria aveva messo all'asta queste macchinari che noi abbiamo scelto di acquistare e portare via. Lo abbiamo fatto per chiudere un cerchio sulle attività di sfruttamento degli animali a Gorgona».

Gli strumenti dell'ex macello si trovano già in Maremma, a Semproniano, nel Centro di Recupero Lav, dove saranno essere esposti come monito sull’importanza del riconoscimento dei diritti di ogni singolo essere vivente e la vittoria della libertà e della vita sulla sofferenza e sulla morte.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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