«L'obiettivo dell'Acquario di Napoli è quello di raccontare la storia degli organismi marini e sensibilizzare rispetto alla tutela di questi animali. La sensibilizzazione del pubblico va fatta raccontando dei messaggi: se ti appassioni al vivente e impari a conoscerlo fai fatica a concepire di fargli del male. Ed è proprio questo infatti il ruolo che abbiamo».
Così Claudia Gili, Responsabile del benessere e della cura degli animali per la Stazione Zoologia Anton Dohrn di Napoli racconta a Kodami la nuova missione dell'Acquario di Napoli. Oggi infatti, 8 giugno, dopo sei anni di restauro l'Acquario della Villa Comunale ha riaperto le proprie porte al pubblico. La riapertura è avvenuta proprio durante la Giornata mondiale degli Oceani, per ricordarci quanto questo ecosistema sia importante per la nostra sopravvivenza e quella delle altre specie: mari e oceani infatti producono almeno il 50% dell'ossigeno che respiriamo.
Le istituzioni celebrano la riapertura
L'evento è particolarmente importante per la città e la regione, tanto da vedere la partecipazione del sindaco Luigi De Magistris e una breve visita del presidente della Campania Vincenzo De Luca che non si è fermato a parlare con i giornalisti. Il Primo Cittadino ha sottolineato l'importanza per la città di un luogo dedicato alla fauna marina: «Oggi è una giornata bellissima per Napoli. C'è la riapertura dell'acquario più antico del mondo, una struttura eccezionale che rappresenta una forza significativa per la città di Napoli e un valore aggiunto per la Villa Comunale. Tra poco ci sarà anche l'apertura della casina del boschetto e della biblioteca del mare nel museo Darwin-Dohrn. È proprio questo che infatti Napoli deve rappresentare: la preservazione della storia e della biodiversità. Bisogna inoltre investire molto nella ricerca e la riapertura dell'Acquario ne è un esempio. Voglio per questo ringraziare la straordinaria collaborazione istituzionale, soprattutto con Roberto Danovaro, Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn.».
Ma la restaurazione della struttura ha un alto valore anche a livello nazionale, come sottolineato dal presidente dalla Camera dei Deputati Roberto Fico presente per l'inaugurazione: «Per me è un giorno molto significativo e importante e essere qui significa trovarsi nel cuore pulsante della ricerca di Napoli. Grazie al duro lavoro delle istituzioni è stato restituito alla città un posto storico straordinario e soprattuto un centro per fare delle ricerche all'avanguardia. Studiare gli oceani e i mari vuol dire osservare e lavorare per il nostro futuro. Ho conosciuto tantissimi ricercatori e non vedo l'ora di tornare in maniera meno ufficiale per avere spiegazioni ancora più approfondite su questo affascinante mondo marino».
Le sale dell'Aquarium
L'Acquario, fondato nel 1874 dallo zoologo Anton Dohrn, uno dei più antichi al mondo, tornerà ad essere da oggi in poi un importante punto di riferimento per la divulgazione e la ricerca scientifica in ambito marino. La struttura è rimasta quella originale dell' Ottocento, con alcune modifiche strutturali, ma le innovazioni più importanti riguardano le vasche espositive e gli impianti e le tecnologie per garantire il benessere degli animali.
«Abbiamo rinnovato la parte tecnologica delle vasche in modo tale da poter variare le condizioni ambientali rispetto alle specie e garantire il massimo del benessere degli organismi ospitati. Grazie a queste innovazioni abbiamo potuto anche aumentare la tipologia di ambienti rappresentati». continua Claudia Gili.
L'Acquario infatti dispone di 19 vasche che ospitano più di 200 specie animali e vegetali e distribuite in 9 diversi habitat. Tra questi vi sono gli habitat costieri superficiali dove nuotano i colorati trigoni a macchie blu (Taeniura lymma) insieme ai pesci unicorno (Naso sp.) chiamati così proprio per la protuberanza che presentano sulla testa. Ma non solo: addentrandoci sempre di più nelle antiche sale dell'Acquario è possibile osservare le specie dalle più svariate forme e colori che ci raccontano la storia del nostro mare. Tra queste ad esempio lo stranissimo pesce tamburo (Capros aper) di ambienti profondi e il re di triglie (Apogon imberbis) nell'habitat di grotta marina.
L'Acquario presenta inoltre vasche che riproducono non solo ambienti mediterranei ma anche tropicali: è infatti possibile osservare lo squalo gatto (Chiloscyllium punctatum) e i pesci pulitori (Labroides dismidiatus) mentre nuotano tra le coloratissime scogliere coralline tropicali. «La vasca con le specie tropicali è stata inserita perché sono sempre di più le specie aliene che entrano nel Mediterraneo a causa dei cambiamenti climatici e in un certo senso si può dire che si sta "tropicalizzando". Far osservare queste vasche alle scolaresche è anche un modo di avere l'opportunità di fare delle lezioni didattiche sul riscaldamento globale», aggiunge Claudia Gili.
Le attività e i progetti futuri
Gli esemplari presenti nell'Acquario sono davvero tantissimi e sarà possibile, attraverso visite guidate e attività didattiche, osservarli, conoscerne la biologia e il comportamento. La loro origine inoltre è di diversa natura. «Abbiamo cercato di riprendere le specie che c'erano prima della chiusura nel 2015, come ad esempio il polpo (Octopus vulgaris). Alcuni animali arrivano da accordi tra acquari italiani ed europei: se infatti nasce un esemplare nuovo o un individuo ha bisogno di un ambiente più idoneo viene spostato in un altro acquario. Altri invece provengono da sequestri e altri ancora direttamente dal mare grazie alle attività di raccolta per la ricerca scientifica. Infine abbiamo animali che provengono dalla storia precedente dell'acquario, come una cernia che si trova qua da tantissimi anni», continua Claudia Gili.
L'Aquarium di Napoli è quindi pronto a ripartire con attività di educazione e anche progetti di ricerca che permetteranno di approfondire gli aspetti comportamentali delle specie e farli conoscere al pubblico. «Restituire una struttura storica al pubblico non è facile ma siamo felici di esserci riusciti: è un acquario storico fatto per la ricerca e per la scienza. Porteremo presto gli studenti anche nel Museo Darwin-Dohrn (DaDoM) che aprirà a breve nella Casina del Boschetto sempre all'interno della Villa Comunale. C'è davvero bisogno di creare una cultura del mare, non possiamo infatti permetterci più ferite. Vogliamo e dobbiamo risanare il mare» dichiara Roberto Danovaro, Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn.
Solo attraverso la conoscenza infatti è possibile creare coscienza ambientale e far rendere conto alle persone quanto sia importante tutelare le specie e gli ecosistemi. Finalmente da oggi Napoli e il mediterraneo hanno nuovamente un luogo che dà voce al mare e ai suoi preziosi abitanti.