Raffaello, il cucciolo che non viene adottato perché nero: un orribile pregiudizio

L'annuncio redatto per Raffaello è uguale a quello di tanti altri cani che finiscono in canile e per cui i volontari fanno i salti mortali al solo fine di trovar loro la famiglia giusta. Eppure c'è qualcosa di diverso. Raffaello è un cane dal mantello nero e per i cani neri, purtroppo, non arrivano molte richieste di adozione.

15 Giugno 2021
15:35
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«Raffaello cerca casa», comincia così l'annuncio pubblicato sui social dall'Associazione Amici di Gigio, con tanto di foto e di un dolcissimo video che mostra il cucciolone di appena 3 mesi, in posa in tutta la sua calma. Infatti Raffaello viene definito "serafico", nonostante si tratti di una futura taglia grande, oltre 30 kg.

L'annuncio redatto per Raffaello è uguale a quello di tanti altri cani che finiscono in canile e per cui i volontari fanno i salti mortali al solo fine di trovar loro la famiglia giusta. Eppure c'è qualcosa di diverso. Raffaello è un cane dal mantello nero e per i cani neri, purtroppo, non arrivano molte richieste di adozione: «Un piccolo gigante buono che nessuno vuole perché nero, eppure le persone non si rendono conto cosa si possono perdere», spiegano gli Amici di Gigio.

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Ma per quale motivo sui cani dal mantello nero persiste questo tipo di pregiudizio?

A spiegare questo fenomeno – che prende il nome di "Sindrome del cane nero" – è Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e membro del Comitato Scientifico di Kodami: «In molti canili ho registrato questa realtà: se il cane è bianco ha maggiori possibilità di essere adottato rispetto ad uno nero».

«Probabilmente a livello culturale il nero è legato a rappresentazioni negative, alla malvagità… al lupo cattivo di Cappuccetto Rosso. L'aspetto conta, anche se è proprio l'ultima delle cose utili alla valutazione di un individuo e ciò vale anche per quanto riguarda gli esseri umani. È possibile che il cane di colore scuro sia percepito come “più aggressivo” rispetto ad uno di colore chiaro e, anche se non vi è alcuna assonanza tra il colore del mantello e il comportamento di un soggetto, quello che si deve tenere in considerazione è lo stato emozionale suscitato nelle persone», spiega Spennacchio.

Sembra però che questo non sia valido ovunque: la ricercatrice statunitense Christy Hoffmann, esperta di comportamento canino del Canisius College, ha recentemente pubblicato sulla rivista Animal Welfare uno studio durato 4 anni. La studiosa ha preso in esame circa 16 mila adozioni di cani e i risultati non trovano riscontro con la BDS, o “Black Dog Sindrom” ("La sindrome del cane nero"). Il parametro relativo al colore del pelo, in questo lungo studio, non si è quindi mostrato di particolare influenza nella scelta del cane da adottare.

Fonte: Amici di Gigio

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