Le parole "corna" e "palchi" sono usate in modo intercambiabile per specie che sfoggiano delle appendici cefaliche. Tuttavia, i palchi non sono solo corna di specie animali differenti (o viceversa). Sebbene vi siano delle somiglianze tra le due, corna e palchi presentano caratteristiche ben distinte dall'aspetto all'animale che le sfoggia, fino al materiale di cui sono costituite e dal processo di crescita.
Un errore comune è quello di pensare che i cervi abbiano le corna. Invece, insieme alle alci, ai caprioli e alle renne appartengono alla famiglia dei Cervidi, l'unica classe di mammiferi a cui crescono i palchi. La presenza dei palchi non è l'unica esclusiva di queste specie, hanno anche la capacità di perderli e farli ricrescere ancor più grandi.
La caduta dei palchi avviene una volta all’anno alla fine della stagione degli amori, il processo è infatti regolato dalla concentrazione e dall’azione combinata di molto ormoni fra cui i più importanti sono il testosterone e l'ormone somatotropo. I palchi vengono persi prima che inizi l'inverno, questo perché sarebbero un ostacolo per far fronte ai mesi freddi in quanto il loro peso comporterebbe un maggior dispendio di energia e difficoltà nei movimenti.
Cosa sono le corna?
Le corna si trovano sui membri della famiglia dei bovidi, che comprende: bovini domestici, pecore, capre, bufali, antilopi e gazzelle. Le corna possono comparire sia sui maschi che sulle femmine, a seconda della specie, e le dimensioni e la forma variano enormemente da un animale all'altro. A differenza dei palchi, le corna non sono mai ramificate e non vengono perse. Inoltre le corna sono cave al loro interno, tanto da attribuire ai bovidi il nome di cavicorni e, visto che non cadono, continuano a crescere anno dopo anno, infatti, l’età di questi animali si può contare direttamente sulle appendici tramite i cosiddetti “anelli di accrescimento annuo”.
Cosa sono i palchi degli animali?
I cervidi al contrario dei bovidi hanno delle appendici piene, da qui il nome a loro dato di "plenicorni". Inoltre i palchi sono ricoperti da velluto, una sorta di tessuto cutaneo che trasporta sangue e sostanze nutritive alle appendici durante lo sviluppo. Quando i palchi finiscono di crescere, il velluto muore. L'animale si libera di questo strato raschiando le corna su cespugli e alberi, un'azione che macchia, lucida e affila i palchi e che, in aggiunta, lascia le tracce della loro presenza su un territorio. Il processo di ricrescita non è indolore, rende infatti i maschi molto nervosi. Parlo di maschi perché i palchi sono prerogativa maschile, ad accezione delle renne, unici cervidi in cui le femmine li possiedono.
Il palco si riforma con la stessa disposizione di un elemento portante, solitamente denominato stanga o asta, e da una serie di ramificazioni dette "punte". Generalmente un cervide giovane – di un anno di età – ha solamente le stanghe ossee, successivamente si aggiungeranno le nuove sezioni: le punte. Questo è fondamentale per il ruolo sociale dei palchi. Sono un segnale di dominanza quindi (uniti ad altre caratteristiche come mole corporea, presenza di criniere ecc.), la loro dimensione deve aumentare per far sì che cresca lo status sociale dell’individuo. Solo così potrà conquistare più femmine, vincere le lotte “a testate” con gli altri maschi e difendersi dai predatori.
Perché non bisogna raccogliere i palchi
Le maestose appendici di un caribù artico o i palchi arricciati di un kudu maggiore sono trofei pregiati. Queste appendici sono molto ricercate e possono anche fruttare una discreta somma a chi decide di rivenderle. Ma è davvero sconsigliato raccoglierle. Tra le argomentazioni a favore dei diritti degli animali c'è la preoccupazione che la caccia ai trofei si rivolga ai maschi più giovani, che sviluppano grandi palchi della prima età con cui possono avere un accesso facilitato all'accoppiamento. Colorado Parks & Wildlife, che si occupa della conservazione della fauna selvatica, è stato il primo ente ad aver introdotto per uno Stato una legge che vieta la raccolta di palchi dei cervidi. Secondi al Colorado sono stati nel 2020 il Wyoming e l'Arizona, i quali permettono la collezione solo a chi si dota preventivamente di un permesso speciale.
La situazione nel nostro Paese non è confortante: solo il Piemonte ha introdotto una legge regionale che vieta la raccolta non autorizzata. Nel resto del Paese la "caccia ai palchi" è un'attività non solo consentita ma anche molto diffusa. Si potrebbe pensare, che se i palchi sono caduti non servano più all'animale e che non ci sia quindi nulla di male nel raccoglierli ma non è così: il periodo di caduta dei palchi è particolarmente delicato per i cervidi, entrare nel loro territorio in cerca di palchi significa esporli a un forte stress e, visto che sono costretti a evitare gli umani, sprecano preziose energie invece di investirle in attività più utili (come cercare fonte di nutrimento). Introdursi nel territorio di di questi animali potrebbe spingerli a digiunare, portandoli a volte alla morte per fame.