«Si tratta di una rara specie accidentale, ovvero animali che si trovano lontano dalle rotte abituali per diversi motivi. È molto affascinate vedere questo uccello qui da noi poiché, con la sua sola presenza, racconta la storia di un incredibile viaggio», queste le parole con cui Rosario Balestrieri, ornitologo e ricercatore per la Stazione Zoologica Anton Dohrn, commenta a Kodami lo straordinario avvistamento fatto a Napoli di un gabbiano di Sabine, rara specie mai vista prima d'ora in Campania.
A testimoniare l'evento è stato un video registrato alcuni giorni fa dal fotografo naturalista Maurizio Ruggiero. Nelle immagini è possibile vedere l'uccello sfrecciare veloce sull'acqua, fare virate in aria e combattere con gli impetuosi venti del mare. Scende giù in picchiata, poi plana dolcemente e in fine risale di alcuni metri con alcuni poderosi battiti d'ala. Un occhio inesperto potrebbe confonderlo per un gabbiano comune, ma quella punta del becco gialla non lascia dubbi: non si tratta di nessuna delle specie di uccello marino che siamo abituati a vedere in Italia.
Il fotografo si trovava a San Giovanni a Teduccio, quartiere del capoluogo campano placidamente adagiato lungo la costa affacciato sul Golfo di Napoli. Era in cerca di migratori primaverili come rondini, upupe e aironi, quando in lontananza si accorse di un gabbiano con movimento in aria e una livrea particolare. Decise, quindi, di inviare le immagini dell'animale immediatamente a Rosario Balestrieri per avere un suo parere. «Quando ho visto il video ho esultato di gioia. Riuscire ad avvistare una specie così rara in Italia è già una grande emozione e addirittura pensare che si trova proprio qui in Campania è una gran fortuna. Nessuno qui era mai riuscito a rilevare prima d'ora un gabbiano di Sabine», continua l'esperto.
Comprendere la gioia dell'ornitologo non è difficile, basta osservare dove solitamente nidifica l'animale. Xema sabini, questo il nome scientifico dell'uccello, si riproduce in Alaska, Canada e Groenlandia e trascorre l’inverno in Sud Africa da dove probabilmente viene l'esemplare avvistato a Napoli. Parliamo, quindi, di una distanza di oltre 8.000 chilometri percorsa da un individuo che si è spinto così lontano dalle abituali rotte per fattori non ancora ben identificati.
A rendere ancora più particolare la vicenda è il fatto che gabbiano avvistato manca completamente una zampa. «Probabilmente è stata amputata da una lenza, uno strumento da pesca che se abbandonato in mare più rappresentare una vera e propria trappola mortale per molti uccelli e non solo», aggiunge in merito l'ornitologo. In ogni caso l’individuo non sembra avere difficoltà nel volo e non appare debilitato dalla menomazione.
«Negli uccelli è particolarmente difficile stimare l’impatto della pesca poiché una parte cospicua di loro, dopo essere stati feriti, può continuare a spostarsi per poi morire lentamente in mare aperto dove è quasi impossibile rilevarli – spiega ancora Balestrieri – Le lenze poi non sono selettive e tutte le specie di uccelli possono caderne vittima indipendentemente dalle dimensioni. Per mitigare il problema i pescatori dovrebbero custodire con cura gli attrezzi da pesca che non andrebbero in alcun modo dispersi nell’ambiente. Da alcuni anni si inizia a parlare di reti e lenze da pesca biodegradabili, una possibile soluzione per una minaccia alla biodiversità che ogni anno si aggrava sempre di più».