Patron, il cane ucraino sminatore tra la propaganda e lo sfruttamento degli animali in guerra

Patron, che in italiano vuol dire cartuccia o pallottola, è un Jack Russell in forza agli artificieri ucraini nella città di Chernihiv: «ha disinnescato 90 ordigni». Ma qual è il confine tra notizia e propaganda, ma soprattutto, dve si ferma la collaborazione e inizia lo sfruttamento?

25 Marzo 2022
14:05
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In questi giorni drammatici di conflitto, con milioni di persone in fuga, migliaia di morti e un Paese, l'Ucraina, devastato dai bombardamenti, è davvero importante destreggiarsi tra le notizie e riuscire a verificare in modo corretto i fatti e, ancora di più, le indiscrezioni.

In queste ore molte testate hanno rilanciato le immagini di Patron, il piccolo Jack Russell artificiere di due anni che «ha contribuito a disinnescare circa 90 ordigni, tra mine e bombe» nella città ucraina di Chernihiv, a pochi chilometri dal confine con Bielorussia e Russia.

Il video in azione di Patron, il cui nome in italiano si traduce "cartuccia" o "pallottola", è stato diffuso dai profili social dello State Emergency Service of Ukraine, il servizio statale per l'emergenza ucraino. Il cane viene presentato, con l'uso di immagini che ispirano divertimento e leggerezza quasi, come la mascotte del corpo degli artificieri. Lo si può vedere mentre va "al lavoro" assieme ai  suoi "colleghi".

Ma in casi come questi, crediamo sia necessaria molta più cautela, e soprattutto riflessione, nel parlare di lui. Qual è il confine tra una notizia e la propaganda? Dove si ferma la collaborazione tra uomo e animale e inizia lo sfruttamento di quest'ultimo?

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Patron in azione durante la ricerca di mine e ordigni inesplosi

Sia chiaro: in questo tragico conflitto c'è un paese aggressore, la Russia, e un altro invaso, l'Ucraina, che sta difendendo con tutte le sue forze i propri diritti e la propria indipendenza. Ma in tempi di guerra quando le notizie arrivano esclusivamente da fonti governative e non indipendenti, il rischio propaganda è sempre dietro l'angolo, da una parte e dall'altra.

Ma il punto che vogliamo affrontare, in questo caso, è etico. E per farlo abbiamo bisogno di spiegare la nostra visione di quel video.

Per un qualsiasi cane artificiere la ricerca di un ordigno inesploso è esclusivamente un gioco. Un divertimento che, lo abbiamo raccontato più volte sulle pagine di Kodami, si basa sulla profonda relazione e collaborazione che da migliaia di anni abbiamo instaurato con questo animale sociale. Gli animali artificieri al servizio dell'uomo per una causa come lo sminamento hanno svolto e svolgono un lavoro impagabile in tante aree del mondo. Contribuiscono a salvare migliaia di vite ogni anno ma è lecito chiedersi se sia giusto o meno, soprattutto in queste circostanze.

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Gli animali, soprattutto i cani, sono da sempre coinvolti nelle guerre umane. Ma è giusto?

Tutti gli animali artificieri non vengono mai maltrattati, anzi ricevono sempre le migliori attenzioni, soprattutto nel caso dei cani, fortemente appagati dalla simbiosi che si sviluppa con il proprio conduttore. Ma non bisogna dimenticare che quelle mine e quegli ordigni li abbiamo progettati, costruiti e utilizzati noi umani al solo scopo di uccidere altri membri della nostra stessa specie.

Mandare degli animali a rischiare la vita, totalmente inconsapevoli, dovrebbe essere un atto estremo a cui ricorrere solo ed esclusivamente in determinate situazioni. Pensiamo ai terremoti, alle tragedie come il crollo del Ponte Morandi a Genova, ai cani di soccorso in acqua. Situazioni nelle quali è chiaro che anche l'animale si sottopone a un rischio ma almeno il valore della vita viene preservato rispetto al lavoro di fiutare le mine che consapevolmente un altro essere umano ha piazzato per fare strage dei suoi simili.

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In un drammatico conflitto in pieno svolgimento, con razzi e missili che piovono sui civili persino durante i "cessate il fuoco" concordati, l'uso di un cane in questo modo è estremo. Che sia propaganda o realtà, dunque, poco importa: qui non si sta parlando di disinnescare campi in tempi di pace e in relativa sicurezza, dopo aver avuto tutto il tempo e il modo per pianificare e addestrare accuratamente animali e conduttori, come accade per esempio col progetto RescueRats.

Si sta coinvolgendo, in pieno conflitto, animali che con la guerra non c'entrano assolutamente nulla. Forse allora bisognerebbe impegnarsi a trovare metodi alternativi che non sfruttino animali inconsapevoli sempre e solo a vantaggio di umani che continuano a uccidersi tra loro, ma soprattutto dovremmo dire una volta per tutte basta alle armi e alla violenza. La guerra è un inutile disastro totale, sempre. Non esistono vinti e vincitori, ma solo vittime innocenti, umane e non.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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