Oggi, 4 ottobre 2022, si celebra la Giornata mondiale degli animali, una ricorrenza internazionale nata nel 1925 per invitare alla riflessione sullo stato dei diritti e del benessere degli animali e aumentarne gli standard in tutto il mondo. La celebrazione, non a caso, cade nel giorno della festa di san Francesco d'Assisi, il primo garante degli animali della storia.
È proprio il patrono di Assisi ad avere parlato per primo, nel 1200, in maniera empatica della relazione con l'ecosistema e con gli animali nella sua celebre preghiera.
Lodato sii mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene.
Ma cosa è cambiato dal "Cantico delle Creature" ad oggi? Per ritrovare realizzati i versi del santo medievale bisogna fare un salto in avanti di quasi 800 anni, e sorvolare l'Oceano Atlantico in un viaggio di 10,103 km che va da Assisi a Quito, la capitale dell'Ecuador.
È proprio il governo dell'Ecuador che nel 2008 ha operato una delle più interessanti rivoluzioni animaliste e ambientaliste della storia dell'umanità. Qui la Costituzione è stata modificata allo scopo di inserire al suo interno anche la tutela della natura, rappresentata non più come oggetto di diritto, ma come soggetto. Nella cultura ecuadoriana il complesso del mondo naturale, fatto di fauna e flora, assume la forma della "Pacha Mama", la Madre Terra.
La natura o Pacha Mama, dove si riproduce e si realizza la vita, ha diritto a che si rispetti integralmente la sua esistenza e al mantenimento e alla rigenerazione dei suoi cicli vitali, strutture, funzioni e processi evolutivi. Ogni persona, comunità, popolo o nazionalità potrà pretendere dall’autorità pubblica l’osservanza dei diritti della natura.
La Pacha Mama diventa "un tutto vivente" e un'entità giuridica a tutti gli effetti, così come le creature che la abitano. Un'innovazione di portata straordinaria se si pensa allo stato dei diritti degli animali nel mondo, dove l'avanzare della tecnica ha progressivamente ridotto la qualità della vita di numerose specie impiegate negli allevamenti.
Tuttavia, dopo il 2008 si dovranno attendere ancora 14 prima che una sentenza storica in Ecuador riconosca ai selvatici diritti di protezione. In questo processo sarà necessaria una vittima: la scimmia lanosa Estrellita, tenuta come animale domestico per 18 anni dopo essere stata prelevata dalla natura a un mese di vita e sequestrata nel 2019.
La vita di Estrellita, appartenente a una specie giudicata "vulnerabile", termina appena un anno dopo, a seguito del trasferimento in uno zoo. Da quel momento la discussione sui diritti degli animali, e sui diritti che l'uomo pretende di esercitare su di essi, è cambiata, e sta continuando a farlo.
A che punto è lo stato diritti degli animali nel resto del mondo?
Bolivia: il paese megadiverso
Restando nel continente americano, spostiamoci in Bolivia, uno dei 17 "paesi megadiversi", cioè che ospitano la maggioranza delle specie viventi e pertanto sono considerati tra i più ricchi in termini di biodiversità.
La Bolivia conta più di 2.900 specie animali, tra cui 398 mammiferi. Inoltre, qui transita circa il 14% di tutti gli uccelli conosciuti al mondo. Una straordinaria ricchezza che anche qui è tutelata da una legge simile a quella ecuadoriana, anche se non di rango costituzionale.
La Bolivia, infatti, nel 2010 ha approvato la sua "Legge sui diritti della Madre Terra", che riconosce alla natura gli stessi diritti degli esseri umani. Anche qui, la Madre Terra ha raggiunto una personalità giuridica, e quindi può, attraverso i suoi rappresentanti umani, intentare un'azione per difendere i propri diritti. Si tratta del primo passaggio da una visione antropocentrica verso una più ampia ed equa comunità terrestre.
Brasile: diritti sul filo delle elezioni
In Brasile il tema della tutela degli animali e dell'ecosistema non è secondario. Il Brasile ha nel suo cuore l'Amazzonia: custode verde di paesaggi sconfinati e polmone del mondo. Le proposte contro la crescente deforestazione e la scomparsa della sua straordinaria biodiversità sono entrate anche nella campagna presidenziale che si sta svolgendo proprio in queste settimane. Al ballottaggio del 30 ottobre si sfideranno il presidente uscente Jair Bolsonaro e Luiz Inacio Lula da Silva, già presidente dal 2003 al 2011.
L'esponente conservatore, Bolsonaro, nel corso del suo mandato presidenziale ha varato diverse leggi che promettevano di "impedire la deforestazione illegale dell'Amazzonia". I risultati di tali politiche nei fatti hanno però legalizzato i fenomeni di sfruttamento della regione, andando a impoverire le popolazioni animali. E' quello che è successo al giaguaro, animale simbolo dell'Amazzionia, che come molti altri grandi felini risente della frammentazione dell'habitat causato dallo sfruttamento umano della foresta.
Non sempre l'emanazione di leggi a tutela degli animali e dell'ambiente sono una garanzia. Coma aveva spiegato a Kodami il filosofo Simone Pollo, parlando dell'animalismo dei partiti politici: «Di animalismi ce ne sono molti ed è difficile tracciare le linee comuni. Tuttavia, una forza politica per qualificarsi come genuinamente interessata a questo tema deve partire da un orientamento programmatico volto a trasformare le nostre relazioni con gli animali. L'animalismo, a livello politico, se preso sul serio non chiede solo benessere e attenzione per gli animali, ma propone una trasformazione articolata. Non è possibile dichiararsi animalisti e contemporaneamente lasciare tutto così com'è».
Secondo una ricerca condotta per CarbonBrief da ricercatori dell’Università di Oxford, dell’Istituto internazionale per l’analisi dei sistemi applicati (IIASA) e dell’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (INPE), la sconfitta elettorale di Bolsonaro potrebbe ridurre dell'89% la deforestazione dell'Amazzonia brasiliana.
Per posizionarsi come legge animalista, quindi non basta solo il nome, bisogna che si cerchi di riscrivere il rapporto di dominante-assoggettato che vige oggi tra noi e ogni elemento del mondo naturale. Qualcosa che Bolsonaro, evidentemente non ha mai programmato di fare.
Gran Bretagna: contraddizioni a Occidente
Nel 1822 nel Regno Unito viene emanata la prima legge a tutela degli animali in tutto il mondo. Da quel momento la Gran Bretagna è diventata un faro dell'animalismo europeo e ad oggi sono ritenuti esseri senzienti anche i crostacei. In tempi recenti il governo guidato dall'allora primo ministro Boris Johnson, ha approvato l'Animal Welfare Bill, che stabilisce nuove regole per contrastare il contrabbando di cuccioli, migliorare le norme a favore degli animali da allevamento e aumentare il livello di attenzione sugli animali selvatici, compreso il divieto di tenere i primati come animali da compagnia.
La Gran Bretagna, grazie alla sua antichissima tradizione democratica, è riuscita a difendersi dal richiamo dei totalitarismi novecenteschi, e subito dopo la Seconda Guerra mondiale ha iniziato una serie di rivoluzioni nel campo del welfare, umano e anche animale, nonostante le contraddizioni insite in una monarchia parlamentare, e nella stessa sovrana Elisabetta II, contemporaneamente amante degli animali e della caccia.
La contraddizione tra la volontà di tutelare gli animali e l'incapacità di superare l'antropocentrismo, però non appartiene solo alla Corona, ma fa parte di tutte le culture europee e occidentali.
Spagna: una legge riconosce gli animali come esseri senzienti
In Spagna alla fine del 2021 è stata approvata la legge che riconosce gli animali come esseri senzienti. Tra le principali novità della nuova legge spagnola figurano il veto alla vendita di animali da compagnia nei negozi, lo stralcio dell’elenco delle razze canine potenzialmente pericolose e sterilizzazione obbligatoria anche per gli animali domestici.
Tuttavia, manifestazioni dove la spettacolarizzazione e l'uccisione di animali sono ancora all'ordine del giorno. Anzi, finanziamenti alla corrida sono forniti persino dall'Unione Europea attraverso i fondi Pac nati per la Politica agricola comune.
Non solo, l'ex re spagnolo Juan Carlos è un noto cacciatore spesso avvistato in lussuosissimi safari. Una delle ultime foto, scattate poco prima dell'abdicazione in favore del figlio Filippo, lo ritrae davanti alla carcassa di un elefante con in braccio un fucile. Lo sdegno popolare che ne seguì, sia per la crudeltà dimostrata che per i costi esorbitanti di una simile vacanza in un momento di profonda crisi nel Paese, fu tra i motivi che spinsero il sovrano a ritirarsi a vita privata.
Italia: una riforma costituzionale per tutelare animali e ambiente
Torniamo in Italia, dove proprio quest'anno è stata approvata la riforma costituzionale che riconosce la tutela di animali e ambiente come valore fondante della nostra società. Una quasi rivoluzione che però non riconosce in maniera esplicita la senzienza degli animali.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
All'indomani dell'approvazione Kodami aveva parlato con Valentina Corneli, relatrice alla Camera della riforma: «Per fare questo è stato fondamentale il supporto dei cittadini: se fossimo stati solo noi dentro il Parlamento la riforma non avrebbe mai visto la luce».
In Italia, mai come negli ultimi decenni, la coscienza politica si è trovata costretta a fare i conti con una spinta dal basso molto forte al quale però la politica non è sembrata preparata. La richiesta sociale di incrementare il benessere animale è emersa anche durante la recente campagna elettorale. Kodami ha analizzato i programmi dei principali partiti politici nella giungla delle elezioni scoprendo che gli animali sono considerati esseri senzienti solo da Alleanza Verdi-Sinistra e Più Europa. Gli altri soggetti politici, chi più chi meno, finiscono nella trappola della distinzione tra i domestici e i selvatici in base non a relazioni con noi umani basate sul rispetto ma soprattutto sulla prossimità affettiva.
Eppure fino a 30 anni fa, prima della legge quadro su randagismo e animali d'affezione del 1991, era considerato accettabile sopprimere i cani nei canili. Oggi che si discute sulla relazione tra noi e gli altri animali non umani sarebbe impossibile proporre una simile pratica per la gestione di questo fenomeno.
Una soluzione che probabilmente sarebbe sembrata anacronistica forse allo stesso San Francesco, a riprova che il progresso non è una linea retta, e che per non fare passi indietro è necessario sempre avviare una riflessione via via più profonda, priva di dogmatismi. E l'esistenza di giornate mondiali come questa, aiutano il processo di discussione e presa di coscienza.