Una megattera lunga circa 10 metri rimasta intrappolata in una rete antisqualo, una complessa e rischiosa operazione di salvataggio resa ancora più difficile dalle proibitive condizioni del mare e un perfetto lavoro di squadra fortunatamente conclusosi nel migliore dei modi.
Le immagini che vedete in alto arrivano dall'Australia e sono state girate tra le acque che bagnano la Gold Coast. Qualche giorno fa, gli esperti della Sea World Foundation hanno ricevuto la segnalazione di una megattera rimasta impigliata in una delle reti antisqualo posizionate al largo di Mermaid Beach per proteggere i bagnanti. La segnalazione era giunta però in tarda serata e con il mare in tempesta: era praticamente impossibile intervenire. Il giorno dopo, però, alle prima luci dell'alba, un'imbarcazione della Sea World, assieme a quella del Dipartimento dell'Agricoltura e della Pesca australiano, è riuscita a uscire in mare e a raggiungere l'animale.
Le due squadre di soccorso hanno dovuto coordinarsi alla perfezione per riuscire a liberare il grosso cetaceo e, con il mare ancora agitato, l'intervento è stato estremamente pericoloso sia per il mammifero marino che per i soccorritori.
Anche se pacifica, una megattera adulta rimane un'animale imponente, che può arrivare a pesare anche oltre 30 tonnellate. In un contesto così concitato, un colpo di coda o di pinna può tranquillamente ribaltare una delle due piccole imbarcazione, per cui i soccorritori dovevano prestare estrema attenzione.
Le due squadre hanno però mantenuto la calma e hanno agito in perfetta sincronia: grazie a speciali attrezzature utilizzate proprio per rimuovere e tagliare le reti, sono riuscite a liberare la testa e le pinne della megattera e, dopo un'operazione durata circa un'ora, il cetaceo ha ripreso il largo in tutta sicurezza.
Interventi come questi, che possono essere effettuati esclusivamente da squadre di salvataggio specializzate, non sono purtroppo così rari, soprattutto in questo periodo. Il mese di giugno, infatti, coincide con il picco della migrazione che porta migliaia di megattere e altri cetacei a spostarsi tra le aree di alimentazione e quelle riproduttive. Le reti antisqualo, così come quelle da pesca, rappresentano perciò un grosso pericolo per balene e delfini che viaggiano in mare ed è già capitato di trovare animali purtroppo senza vita.
Spesso, inoltre, le reti finiscono per usurarsi e rompersi, venendo poi trascinate ancora più lontano dove diventa ancora più difficile monitorarle e intervenire. Vengono chiamate "reti fantasma" e assieme a quelle da pesca rappresentano una delle principali minacce non solo per i cetacei, ma anche per tartarughe marine, mammiferi e squali. Proprio per questo, ambientalisti e associazioni chiedono da tempo maggiori controlli, regolamenti più stringenti e misure per mitigare questo fenomeno, come per esempio la rimozione delle reti perlomeno nei periodi migratori più intensi.
Secondo Sea Shepherd e Action for Dolphins, le reti contro gli squali sono ormai un sistema obsoleto e non efficace, che non contribuisce affatto a ridurre il numero di attacchi. Per di più, il 92% degli animali marini che ci finiscono impigliati dentro non sono neppure squali e spesso sono specie protette o a rischio estinzione, come appunto i cetacei e le tartarughe marine. Proprio per questo, è stata lanciata una petizione per chiedere di mettere fine all'utilizzo delle reti lungo le coste australiane.