Le meduse invadono il porto di Sorrento, in provincia di Napoli. Da diverse settimane, tra Pasqua e l'inizio di maggio, si sono susseguite le segnalazioni di meduse nelle acque della penisola Sorrentina.
Foto e video provengono dalle aree di Positano e Massa Lubrense, anche nella baia di Ieranto e dello scoglio Vervece. A essere interessata è stata quindi l'Area Marina Protetta di Punta Campanella che ha condiviso sui suoi social gli scatti e i video di Luigi Cuomo e Carmela Guidone.
Si tratta di testimonianze analoghe a quelle arrivate dall'altro capo dell'Italia, precisamente da Trieste, dove centinaia di meduse sono state filmate nelle acque del porto. Il fenomeno, tuttavia, risulta essere molto più esteso in questa stagione e diffuso in diverse zone del Mediterraneo, dell'Adriatico, delle Isole Eolie, della Campania.
«Secondo gli esperti – hanno spiegato dall'Amp di Punta Campanella – è dovuto in parte ai cambiamenti climatici, con l'innalzamento delle temperature anche del mare e del Mediterraneo che vede, inoltre, sempre più spesso, la presenza di specie tropicali. Altra causa potrebbe essere l'eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche, la minore presenza di pesci che, specie nella prima fase della loro vita, mangiano le stesse cose di cui si nutrono le meduse. Così è venuta meno la competizione e si crea uno squilibrio».
Appartengono a questo gruppo di celenterati sia specie pericolose per l'uomo come la Chironex fleckeri, nota come Cubomedusa, una delle creature più velenose del mondo, ma anche esemplari innocui o leggermente urticanti come la Rhizostoma pulmo, detta polmone di mare, diffusa nell'oceano Atlantico orientale e nel Mar Mediterraneo. Proprio quest'ultima è la principale protagonista dei bloom che si registrano ogni anno in Italia tra aprile e maggio.
Nelle immagini girate a Sorrento però si vede anche la Pelagia Noctiluca, una specie che vive in mare aperto, dotata di un veleno molto più urticante.
I bloom sono dei veri e propri "raduni di meduse" originati da diversi fattori su cui influiscono anche le condizioni meteomarine e le correnti. «Fattori naturali e cause antropiche si sommano, portando a questo fenomeno esplosivo», hanno sottolineato dall'Amp di Punta Campanella.
Niente di preoccupante, quindi, ma una spia che la qualità dei nostri mari sta cambiando cambiando sempre più rapidamente.