Nel programma di Più Europa per le elezioni politiche del 25 settembre 2022 ampio spazio è dedicato al benessere degli animali. Nei 18 capitoli in cui è diviso, come abbiamo analizzato per il nostro speciale "La giungla delle elezioni", l'ultimo è espressamente dedicato al benessere animale.
Ne abbiamo parlato nell'intervista a seguire con Manuela Zambrano, segretaria di Più Europa con delega al Benessere Animale e candidata alla Camera dei Deputati.
Nel programma di Più Europa la cura e l'attenzione al mondo degli animali è particolarmente rilevante. Manuela Zambrano, lei è la portavoce del partito di Emma Bonino, cosa avete previsto e proposto in particolare?
Più Europa crede che tutti gli esseri viventi abbiano diritto al rispetto delle proprie caratteristiche etologiche e alla tutela dell'integrità psicofisica. Ciò è alla base della parte del programma che stiamo proponendo agli italiani in questa tornata elettorale. Riteniamo di aver inserito una serie di idee, sapendo che non sono esaustive, di tutto quello che possiamo proporre, pensando che siano quelle prioritarie. Innanzitutto riteniamo necessario limitare il trasporto e la movimentazione degli animali vivi all'interno dell'Unione Europea: ci sono dei viaggi interminabili, estenuanti. Animali che vengono portati da est ad ovest dell'Unione Europea per la macellazione. Riteniamo che bisogna creare una limitazione notevole di questi trasporti e prediligere il trasporto di semilavorati, utilizzando la catena del freddo. Proponiamo anche una riduzione della pesca intensiva e la necessità di vigilare efficacemente sull'utilizzo di strumenti di pesca illegali come il FAD o le spadare che peraltro ogni anno uccidono migliaia di cetacei. Siamo convinti che sia necessario tutelare almeno 1/3 delle aree marine poi, perché all'interno dei nostri mari gli stock ittici sono notevolmente calati. La pesca è un'attività produttiva importante per gli italiani ma anche per quelle popolazioni africane del Mediterraneo, per esempio, che vivono sostanzialmente di questa attività e quindi riteniamo che avere 1/3 delle aree marine protette, nelle quali non si possa pescare, consentirà nel breve medio periodo ad avere un incremento notevole della popolazione, com'era tanti anni fa. Per quanto riguarda gli animali che vivono nelle nostre famiglie vogliamo ridurre al 10% l'Iva sulle attività sanitarie e sul cibo per gli animali, contrastare il commercio di animali domestici e selvatici e proibire la cattività di questi ultimi. Serve inoltre vigilare sui trasferimenti, penso per esempio ai cani che vengono dalle puppy farm dell'est Europa: sappiamo che circa la metà di questi cuccioli muoiono durante il trasporto o poco dopo essere arrivati in Italia. E ultimo ma non ultimo vogliamo vietare l'utilizzo degli animali negli spettacoli circensi.
Nel vostro programma c'è l'utilizzo della definizione di esseri senzienti rivolta agli animali non umani. E' un termine che è stato escluso dalla riformulazione dell'articolo nove della Costituzione
Sì, noi riteniamo gli animali esseri senzienti e ci viene in soccorso l'Unione europea che nell'articolo 13 del Trattato di funzionamento lo ha specificato e per loro poi si riconoscono tutta una serie di diritti. Noi siamo europeisti e per fortuna anche in questo caso troviamo nell'Unione Europea una lungimiranza, un'unione di intenti e quindi questo è il senso proprio dell'utilizzo di questa definizione chiara nel nostro programma.
Ha subito utilizzato in questa intervista la parola etologia, quindi l'importanza di conoscere il comportamento animale a seconda della specie di appartenenza. Riconoscete dunque la soggettività degli altri individui non umani?
Assolutamente sì. Gli allevamenti intensivi chiaramente non consentono il rispetto delle caratteristiche individuali e invece dobbiamo proprio iniziare a guardare e riconoscere anche attraverso i parallelismi tra la specie umana e le altre specie viventi: c'è la capacità di vivere e anche la paura di farlo, ovvero la sofferenza e quindi è necessario ridurre al minimo questi sentimenti negativi anche per gli animali. L'etologia è il cuore di una scienza che ci consente di farlo.
Qual è secondo Più Europa il maggior problema da affrontare in Italia rispetto al tema dei diritti del benessere degli animali?
Partiamo dall'effettivo riconoscimento dell'animale come essere senziente nella legislazione. Chiaramente poi abbiamo un problema: i maltrattamenti degli animali e non basta soltanto inasprire le pene ma innanzitutto mettere in campo alcune misure di prevenzione. Queste sono delle misure che possono partire dalla cultura per il rispetto degli animali con programmi educativi che partano dalla scuola innanzitutto, in cui i bambini possano acquisire il rispetto degli altri esseri viventi. Siamo peraltro consapevoli che la violenza verso gli animali è spesso preludio della violenza verso gli uomini e dunque i programmi educativi che cercano di sviluppare e promuovere il rispetto degli animali possono aiutare nel bullismo, per esempio. Ci tengo a dire che il carcere per i casi molto gravi di maltrattamento è sicuramente la soluzione ma deve essere una detenzione concepita come la stessa Costituzione indica, ovvero un carcere riabilitativo perché la sola pena non è chiaramente sufficiente, in particolare per situazioni di questo genere e per i reati di cui stiamo parlando. Dobbiamo traghettare le persone ad un nuovo approccio verso gli animali.
In un paese come il nostro rispetto ad altri, avendo voi una chiara impronta europeista, qual è la nostra più grande risorsa relativamente sempre agli animali e alla biodiversità?
Io credo la capacità di fare dei controlli giudiziari sul benessere animale, sulle condizioni di custodia e dal punto di vista sanitario. Ci tengo a ricordare anche il nostro approccio "One Health", ovvero il fatto che la nostra salute è strettamente legata a quella degli animali e degli ecosistemi. L'abbiamo visto chiaramente durante la pandemia: controllare e verificare il benessere degli animali, anche dal punto di vista sanitario, è essenziale. Credo che in Italia questo lavoro si stia facendo. Credo che il sistema dei controlli chiaramente debba essere implementato e migliorato ma è un punto di forza che noi abbiamo.
Quasi metà degli italiani vive con un animale domestico. Qual è il messaggio che Più Europa vuole dare a questa fetta molto importante della popolazione?
La politica è spesso stata molto lontana dalla questione del benessere animale e il benessere animale viene spesso tirato fuori come un coniglio dal cilindro – mi passi il termine – durante le campagne elettorali. Ecco, io chiedo agli italiani di affidarsi a chi questo percorso lo ha già cominciato in tempi non sospetti e non a chi promette in tempi elettorali. Cito soltanto una campagna di Più Europa sugli allevamenti di visoni che sono stati colpiti dalla Covid-19. Parte dei capi erano stati abbattuti e ci sono stati poi delle decisioni in Parlamento di bloccare l'attività produttiva. Ecco, come partito abbiamo presentato un'interpellanza al Ministro dell'Agricoltura. Abbiamo anche fatto un'attività sul finning che è del resto un argomento espresso anche all'interno del nostro programma.
Qual è la promessa o l'impegno che sicuramente voi metterete in pratica rispetto a un programma così intenso e così vasto sul tema animale?
Più Europa è solita non fare delle promesse, sapendo che ci sono degli equilibri parlamentari da portare avanti su certi temi e delle battaglie da fare per apportare delle migliorie in Italia. Questa è una premessa doverosa verso gli elettori prima di rispondere alla sua domanda perché siamo coerenti e sinceri verso gli italiani. Quello che possiamo dire come partito e io in primis come candidata è che mi impegnerò più del possibile per la tutela e l'incentivazione dei diritti degli animali, la tutela dell'ambiente e di tutti gli esseri senzienti che sono in difficoltà: animali certo ma anche per le persone e l'ambiente in generale perché è chiaramente inscindibile il rapporto che lega tutti.