L'orso marsicano Juan Carrito è tornato a far parlare di sé per un nuovo video in cui appare impegnato in una interazione con alcuni cani da pastore. L'incontro, avvenuto a Pietransieri, frazione di Roccaraso, mostra in principio tre cani avvicinarsi all'orso. Chi riprende la scena richiama i suoi animali e con il plantigrado rimane solo la cagna Nuvola. È poi nella seconda parte del video, in cui è protagonista proprio quest'ultima, che si instaura l'interazione più prolungata e significativa.
Ma partiamo dal principio, evidenziando subito che le immagini non mostrano una interazione giocosa ma sicuramente di interesse reciproco, come sottolinea a Kodami l'etologa Federica Pirrone, membro del comitato scientifico del nostro magazine: «Non si tratta di un gioco: c'è un'esplorazione da parte di tutti, con maggiore iniziativa del cane. L'orso Carrito più che altro risponde, senza particolare enfasi, alle attenzioni di Nuvola». Del medesimo avviso anche la biologa Elisabetta Tosoni, esperta dell'orso appenninico: «Non ci sono elementi per definire come un gioco quello che avviene tra cane e orso. E non si tratta neanche di una interazione aggressiva».
Dal punto di vista del cane, dunque, la situazione è più complessa e rivela le competenze nelle scelte che fa e nel modo di porsi di Nuvola in quanto individuo. «Questo video è particolarmente interessante per lo studio e l'osservazione dei rapporti tra cani e selvatici – è il commento di Clara Caspani, vicepresidente di Stray Dogs International Project – Evidentemente la persona presente sul posto è in una certa misura abituata all'orso. Non scappa e anzi richiama a sé i suoi cani in maniera tranquilla. La più adulta del gruppo dei tre però non torna subito verso di lui e anzi cerca di tenere l'orso lontano dal suo umano di riferimento».
Stray Dogs è un progetto internazionale che nasce nel 2015 con l'obiettivo di favorire in Italia e nel resto del mondo la convivenza tra cani ed esseri umani. Da maggio di quest'anno l'organizzazione è presente con un progetto dedicato ai cani liberi proprio all’interno delle aree protette d’Abruzzo. Le attività dell'associazione sul luogo sono patrocinate dall'Ente Parco, il tutto al fine di un monitoraggio e censimento dei cani liberi all’interno del Pnalm.
«L'uomo ha continuato a rivolgersi a Nuvola con un richiamo dai toni calmi, con la volontà proprio di tranquillizzare e questo è molto importante a prescindere dai termini che ha utilizzato che fanno parte sicuramente di una comunicazione intima tra lui e la sua cagna ("Carrito vuole giocare ma è troppo grande per te" ndr) – aggiunge Caspani – Non possiamo sapere quanto fosse davvero preoccupato ma è fondamentale restare calmi davanti a una situazione simile per evitare di agitare ulteriormente il proprio animale».
«Nuvola voleva gestire la situazione – prosegue Caspani – Leggeva molto la comunicazione dell'orso e faceva continui check olfattivi. Questo è ancora più marcato nella parte finale del video, in cui torna finalmente verso il suo umano ma poi decide di rivolgersi nuovamente a Carrrito per chiarirgli proprio che non deve seguirli. L'orso dal canto suo non ha un atteggiamento di attacco e la situazione avrebbe potuto essere molto più tesa se gli altri due cani presenti non fossero tornati subito dal loro umano».
Una situazione ben diversa rispetto a quello che si è visto in un altro video girato a Villalago nel dicembre 2021. In quelle immagini si vedeva un Pastore Tedesco avere nei confronti di Carrito un forte atteggiamento di allerta, molto diverso rispetto a Nuvola. «Il quel caso era evidente da parte del soggetto una motivazione predatoria molto marcata, tipica della razza – rileva Caspani – Con Nuvola emerge invece la motivazione territoriale, retaggio del suo essere un mix di Pastore Abruzzese».
Alla storia delle razze Kodami sta dedicando un format video con l'educatore cinofilo e membro del nostro comitato scientifico Luca Spennacchio, il quale in una delle ultime puntate si è concentrato proprio sulle origini e l'evoluzione del Pastore Tedesco.
Conoscere la memoria e l'evoluzione di una razza è fondamentale per conoscere meglio i singoli individui e in questo video dell'interazione tra Carrito e Nuvola questa cagna dà un'altra lezione, questa volta non rivolta all'orso ma a noi esseri umani. «Il Pastore Abruzzese è presente in queste zone da sempre e lavora in sinergia con le persone e nel rispetto dell'ambiente – sottolinea la vicepresidente di Stray Dogs – Si tratta di animali che tendono a proteggere altri domestici e il loro territorio in presenza di selvatici confidenti come gli orsi, un'attitudine che se ben valorizzata potrebbe essere preziosa all'interno di un ecosistema tanto complesso come quello del Parco».
Il confronto tra animali selvatici e domestici è sempre da evitare, tuttavia in contesti particolari è difficile che episodi simili non si verifichino mai. La zona dell'Appennino centrale italiano, soprattutto sul versante abruzzese, è l'unica in cui è presente la sottospecie di Orso bruno marsicano. Per tutelare questi animali, considerati gli orsi più rari del mondo in ragione della loro esigua popolazione, i Parchi nazionali dell'Abruzzo e della Maiella hanno attivato negli anni programmi di ripopolamento che stanno iniziando a dare i primi frutti.
Secondo l'ultimo Rapporto orso, sono 54 i genotipi individuati nei territori esterni al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). Per questo chi vive a ridosso di quest'area ha su di sé la responsabilità di gestire in maniera intelligente la propria presenza su un territorio di cui l'essere umano si è appropriato a scapito di un'altra specie.
«L'espansione dell'areale dell'orso è la chiave della sua sopravvivenza – spiega Daniela D'Amico dell’Ufficio Promozione del Pnalm – Gli orsi sono grandi camminatori, capaci di coprire lunghe distanze, e Juan Carrito non fa eccezione. Lui resta in un lembo tra il Parco d'Abruzzo e quello della Maiella, ma quando è nei territori protetti non fa notizia».
Dopo aver trascorso un breve periodo all'interno di un'area faunistica recintata, Carrito è stato reintrodotto in natura e da quel momento pur avvicinandosi di tanto in tanto ai centri abitati è rimasto ai margini, con qualche sortita in cerca di galline, capre e frutta. In maniera non dissimile da quanto fatto da altri orsi come lui. «Resta un controllato speciale – ricorda D'Amico – Sappiamo che non perderà del tutto la sua confidenza nei confronti dell'essere umano, ma speriamo che le persone si tengano distanti da lui il più possibile. È un selvatico, non dimentichiamoci che non dovrebbe vivere con noi. Lo teniamo sott'occhio, ma ci auguriamo che la situazioni resti così».
Dal Parco è però arrivata la censura nei confronti della diffusione dei video che ritraggono Juan Carrito: «Questi prodotti contribuiscono a tenere viva una fascinazione molto lesiva per un animale la cui esistenza è già stata messa in bilico dall'essere umano».
Se in un video è presente Carrito si può essere sicuri che sarà un contenuto condiviso e commentato migliaia di volte, cosa che non accade con altri individui della stessa specie. «Juan Carrito rispetto all'anno scorso frequenta molto poco i paesi», spiega a Kodami lo zoologo Paolo Forconi, il quale oggi ha pubblicato il video sui suoi social. «Altri orsi, come Giacomina e Amarena fanno le stesse cose, e un anno fa sono rimaste nei dintorni fino a capodanno – continua lo zoologo – Carrito si avvicina ai cani perché dove ci sono loro c'è il cibo, lo stesso motivo per cui viene ai limiti delle comunità umane».
Una presenza che non spaventa i cittadini: «C'è un buon approccio da parte della popolazione: questi animali sono visti come parte della comunità e Carrito si conferma tranquillo. Non ha un approccio aggressivo, anche se nel video si vede che mette in scena finti attacchi, è un modo per chiedere di mantenere la distanza».
Carrito però è un giovane maschio, e a breve sarà un adulto di circa 200 chili quindi, conclude Foconi, «è importante mantenere la distanza da un animale che resta un selvatico».