Leopoldo, l’aquila reale che ha ripreso il volo dopo essere stata avvelenata

L'aquila reale Leopoldo è stata ritrovata da una famiglia ferita e avvelenata in un campo. Grazie al video prodotto dal Centro Recupero Fauna Selvatica Monte Adone, si possono ripercorre tutte le fasi dell'operazione che le ha permesso di riprendere il volo e percorrere, monitorata grazie ad un gps, oltre 1300 chilometri in due mesi.

27 Dicembre 2022
11:58
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Giornalista
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Il nome, Leopoldo, gli è stato dato perché significa “celebre tra il popolo”. «E noi speriamo proprio che la sua storia diventi famosa», dice a Kodami Elisa Berti, la direttrice del Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone che, alla fine di agosto, si è ritrovato per la prima volta da curare e assistere un’aquila reale.

«Dopo lupi, uccelli e caprioli ci hanno segnalato un’aquila in evidente condizione di difficoltà – racconta – Siamo andati a recuperarla nel campo dove l’aveva ritrovata una famiglia che abita nei dintorni e l’abbiamo presa in carico, con l’obiettivo di verificarne le condizioni di salute, curarla e, possibilmente, rimetterla in libertà».

E così è stato: tre settimane per recuperare peso, per disintossicarsi dei residui di veleno topicida, ingerito probabilmente mangiando qualche preda, e per rimettersi in salute tanto da riaprire le ali e riprendere il volo.

Grazie ad un bellissimo video prodotto dal Centro Monte Adone, si può rivivere tutta la storia di Leopoldo: il suo ritrovamento, la mancanze di forze per riprendere il volo, la cattura da parte dei veterinari e le condizioni di salute testimoniate dagli accertamenti medici, fino al recupero e ai primi tentativi di riprendere il volo nella grande voliera appositamente costruita nel Centro di recupero alle porte di Bologna. «Quando lo staff del nostro centro l’ha visitata, con l’aiuto del dottor Michel Motini, medico veterinario valdostano molto esperto nella cura di aquile reali – spiega ancora la Berti – le sue condizioni si sono dimostrate subito critiche. Era magrissima e molto debilitata, aveva un trauma sul collo e segni d’avvelenamento. Già dai primi accertamenti le analisi ematiche hanno rivelato un’importante anemia e un avvelenamento di rodenticidi, cioè veleno per topi».

Come racconta la videostoria, inizia quindi un periodo di terapia intensiva in cui le vengono somministrate tutte le cure del caso a cominciare dalla fluidoterapia per contrastare l’avvelenamento. «Si trattava di un maschio giovanissimo, un po’ goffo e che per questo avevamo chiamato Poldo. Ma con l’idea di ribattezzarlo Leopoldo quando avesse ripreso le modalità reali che si addicono ad un’aquila».

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Leopoldo ci mette poco a recuperare: giorno dopo giorno riprende peso e forze. Il passo successivo è ovviamente quello di fargli riprendere il volo, libero. «Per ridurre al minimo il suo periodo di permanenza nel nostro centro e permettergli di tornare libero al più presto – racconta la direttrice del Centro – era necessaria una riabilitazione che necessitava di una voliera. L’abbiamo realizzata direttamente del centro ed è stato lì che, giorno dopo giorno, ha riacquistato tutta la sua capacità di volo».

Come si vede dalle immagini, Leopoldo prova e riprova più volte, fino a quando non acquisisce di nuovo quella apertura alare e quello slancio che gli permetteranno di solcare di nuovo i cieli, finalmente guarito. Ma Leopoldo, ormai completamente rimessosi, avrebbe potuto però raccontare moltissimo anche nei mesi a seguire. Per questo al centro Monte Adone hanno studiato un modo per rimanere “in contatto” con l’aquila reale. «Grazie alla collaborazione con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) prima del suo rilascio la giovane aquila è stata dotata di un anello di riconoscimento, sono state effettuate misurazioni biometriche e, vista l’unicità del recupero, grazie alla collaborazione con l’Istituto tedesco Max Planck, è stata dotata anche di un trasmettitore gps per monitorarne gli spostamenti».

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Soltanto nei primi due mesi di volo libero e indipendente, Leopoldo ha percorso ben 1300 chilometri, sorvolando quattro regioni italiane. «È stata osservata libera in natura in ottime condizioni» sottolineano orgogliosi da Centro che sottolinea l’importanza della collaborazione tra enti, istituzioni e singoli partecipanti come la famiglia che si è data tanto da fare per salvarla. «Già in un’altra occasione la stessa famiglia ci aveva segnalato la presenza di una poiana in difficoltà nello stesso campo dove poi avrebbero ritrovato Leopoldo. Bisogna sottolineare che da quando abbiamo cominciato ad operare sul territorio – il Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone è un’associazione di volontariato che promuove la tutela e la salvaguardia della fauna selvatica autoctona ed esotica, operativo 24 ore su 24 dal 1989 accogliendo animali feriti e in difficoltà, ma anche sequestrati da maltrattamenti – il numero delle segnalazioni è cresciuto in maniera esponenziale indicando chiaramente un aumento della sensibilità rispetto a questi temi.

Mai però fino ad oggi era stata segnalata la presenza di un’aquila ferita nel territorio del bolognese. «L’aquila reale è tutelata da normative comunitarie e nazionali, infatti in Italia rientra tra le specie particolarmente protette. La popolazione negli ultimi anni è in aumento, tuttavia è ancora minacciata e i fattori di rischio principali sono: disturbo ai siti di nidificazione, avvelenamento principalmente da piombo e altri metalli pesanti e rodenticidi, cioè veleni per topi, bracconaggio ed espansione degli impianti eolici».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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