Gli elefanti vanno matti per la frutta e questo non è un segreto. Solitamente però i pachidermi non si preoccupano di sbucciarla come facciamo noi umani e la mandano giù con tutta la scorza. Non però Pang Pha, un'elefantessa asiatica molto speciale che vive allo zoo di Berlino e che ha imparato completamente da sola a sbucciarsi le banane con la proboscide prima di mangiarle, lasciando parecchio stupiti i custodi. Anche perché non lo fa con tutte le banane che le vengono offerte, ma solo con quelle un po' troppo mature e con la buccia tendente al marrone. Questo insolito comportamento ha perciò attirato anche l'interesse dei ricercatori, che lo hanno analizzato e descritto in una breve nota tra le pagine di Current Biology.
Pang Pha è un'elefantessa asiatica (Elephas maximus) che vive allo zoo di Berlino si da quando era molto piccola e cioè dal 1987, quando arrivò al giardino zoologico dalla Thailandia. Come gli altri elefanti dello zoo, viene spesso nutrita anche con frutta fresca e sembra apprezzare in modo particolare le banane. Tuttavia, Pang Pha ha dei gusti molto più esigenti degli altri pachidermi: se una banana è gialla o verde la mangia con tutta la buccia e senza troppi problemi, ma se questa è invece marrone e quindi un po' troppo matura, la sbuccerà grazie alla sua straordinaria proboscide.
Come prima cosa la spezza in due con la punta della proboscide, poi la scuote velocemente fin a quando la polpa non scivola via dalla buccia, mangiando infine solo quella parte. Che la proboscide degli elefanti sia molto più che un semplice naso allungato è un fatto bene noto tra gli esperti: i pachidermi la utilizzano infatti anche per bere, comunicare, toccare cose oppure raccogliere e manipolare oggetti. In realtà esistono già aneddoti e testimonianze di elefanti (sia africani che asiatici) che hanno imparato a sbucciare la frutta, tuttavia lo hanno fatto solo in seguito all'addestramento da parte degli umani, mentre Pang Pha, invece, ha imparato a fare tutto da sola.
Osservarla per descrivere questo comportamento, però, non è stato affatto semplice. Inizialmente, infatti, i ricercatori non avevo capito che l'elefantessa sbucciava solo le banane marroni e quando le davano frutta verde o gialla lei non ne ha mai sbucciata una. Per di più, quando Pang Pha si trova insieme ad altri elefanti cambia il suo comportamento e consuma tutte le banane senza sbucciarle a eccezione dell'ultima, che invece conserva per sbucciarla successivamente. L'elefantessa pare quindi preferire di gran lunga le banane sbucciate, tuttavia sembra farlo solo quando ha tempo e non ci sono altre proboscidi nei paraggi pronte ad arruffare frutta.
Nessuno le ha mai insegnato a sbucciare le banane e, secondo custodi e ricercatori, Pang Pha ha imparato osservato gli umani mentre lo facevano, anche perché ,a differenza degli altri individui, quando lei è arrivata allo zoo è stata allevata e nutrita da una persona che si occupava giorno e notte di lei, anche sbucciandogli le banane. Il motivo per cui lo fa solo con le banane troppo mature, poi, resta ancora da chiarire. Due le possibili ipotesi: la prima potrebbe essere legata al fatto che le banane mature sono semplicemente più facili da sbucciare. La seconda, invece, potrebbe essere legata al gusto: magari le bucce troppo mature – banalmente – non le piacciono.
Per il momento, nessuno degli altri elefanti allo zoo ha cominciato a sbucciare frutta, nonostante alcuni abbiano osservato più volte Pang Pha farlo ripetutamente. Ci si chiede quindi se anche questo comportamento, come tanti altri, possa essere trasmesso culturalmente tra i vari membri del gruppo e gli scienziati continueranno a indagare anche questo aspetto. Nemmeno Anchali (la figlia Pang Pha) sembra però interessata alla frutta sbucciata tant'è che, mentre la madre sbuccia le banane, molto spesso lei si mangia solo la buccia lasciata a terra.
Anche se alcuni scienziati mettono in dubbio le conclusioni e le spiegazioni fornite dagli autori (un singolo elefante sarebbe troppo poco per supportare l'ipotesi dell'apprendimento per osservazione), le abilità Pang Pha confermano ancora una volta le incredibili capacità cognitive e le sorprendenti abilità manipolative di questi pachidermi. Se queste capacità aggiungiamo anche quelle emozionali, è facile comprendere perché questi animali non dovrebbero mai essere rinchiusi in cattività in uno zoo: mai e poi mai si riuscirà a garantire loro una vita rispettosa del loro benessere e delle loro complesse esigenze sociali ed eto-ecologiche. Per Pang Pha però non ci sono alternative, visto che è finita in cattività ormai oltre 35 anni fa quando era molto piccola e non può più aspirare a una vita libera e in natura.