Reinhard Santoso e Ribka Malise, due sub esperti, si erano immersi tra le acque cristalline al largo di South Bolaang Mongondow a Sulawesi, l'isola indonesiana a Est del Borneo, per esplorare le bellezze della barriera corallina. A un certo punto, però, un gruppo di orche è apparso all'improvviso, rendendo così ancora più magica e indimenticabile l'immersione.
Il filmato mostra i cetacei che nuotano elegantemente tra i pesci colorati nelle acque azzurre vicino alla barriera corallina, proprio a pochissimi metri dai sub. Santoso ha raccontato poi di aver avvistato le orche per bene tre volte. Durante la prima, i cetacei nuotavano a una certa distanza alla destra dei sub, mentre la seconda volta due orche sono comparse all'improvviso avvicinandosi molto di più, probabilmente incuriosite proprio dagli umani.
Successivamente, un gruppo di ben sette individui è stato poi avvistato mentre seguiva la barca dei sub al rientro a terra. In Indonesia, gli avvistamenti di orche sono abbastanza rari, cosa che rende ancora più unico e prezioso questo avvistamento. Tra le osservazioni più recenti, infatti, ce ne sono una risalente ad aprile 2020 avvenuta intorno alle Isole Anambas, un'altra vicino a Flores Est e a Sulawesi Nord, alla fine di giugno dello stesso anno.
Le orche (Orcinus orca) sono tra gli animali più straordinari del Pianeta e sono famose soprattutto per lo loro eccezionali abilità cognitive e per le complesse strutture sociali matriarcali in cui sono organizzate. Vivono in ogni mare e oceano del mondo e le diverse popolazioni mostrano persino abitudini di caccia, comportamenti e preferenze alimentari che cambiano da regione a regione e che vengono tramandate culturalmente.
Anche per questo, sono tra gli animali più studiati al mondo, ma nonostante ciò continuano a stupire i ricercatori ormai quasi quotidianamente. Di recente, per esempio, è stata osservata e documentata per la prima volta una femmina di orca che ha adottato un piccolo di globicefalo in Islanda. Come se non fosse già di per sé un evento eccezionale, i ricercatori che l'hanno osservato si sono persino spinti a ipotizzare che l'orca potrebbe addirittura averlo rapito e sottratto alla sua madre naturale, poiché forse era troppo forte il suo desiderio di maternità.
Mentre al largo della Penisola Iberica, invece, da un paio d'anni un gruppo di orche che vive lungo le coste di Spagna e Portogallo, ha iniziato ad attaccare sistematicamente le imbarcazioni che incontra in mare. Non era mai successa prima una cosa del genere e gli esperti non sanno spiegarsi bene quali possono essere i motivi. La maggior parte dei biologi marini ritengono che il modo in cui avvengo queste interazioni potrebbero essere una forma di gioco, mentre altri credono gli attacchi siano una qualche forma di comportamento di difesa, una possibile reazione legata probabilmente a esperienze negative avute con con le barche.
Ma le orche sono anche abili e letali predatrici degli oceani, cacciatrici talmente versatili che possono persino decidere di attaccare e uccidere i grandi squali bianchi. Di solito, le orche cacciano in gruppo e le tecniche utilizzate possono variare sia in base all'area geografica che al tipo di preda. Per esempio, sono state osservate mentre immobilizzano prede come le balene, mordendo le pinne anteriori e la coda per poi affogarle tenendole sott'acqua, speronandole nel frattempo per causare danni interni, come la frattura delle costole.
Prima di dare inizio all'attacco, spesso le orche portano la vittima prescelta dove l’acqua è più profonda, le girano intorno per impedirle di spostarsi e, forse, anche per farla stancare. Quando decidono che il momento è propizio, si avvicinano e, prendendo velocità, sferrano l’attacco, che nella maggior parte dei casi non può che essere fatale. Altre, invece, come la famosa popolazione che vive in Patagonia, possono invece addirittura spingersi fin sulla battigia uscendo dall'acqua per catturare i leoni marini, oppure inseguire pesci e pinnipedi anche acque molto basse e pericolose.