Un lupo sfreccia velocissimo proprio davanti alla fotocamera nascosta, mentre un gruppo molto agitato di cinghiali grugnisce pattugliando la zona e sparpagliandosi rapidamente in tutte le direzioni. È la spettacolare scena di caccia ripresa da una fototrappola all'interno del versante forlivese del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, in Emilia-Romagna.
L'autore del video è Giacomo Cellini, appassionato di fototrappolaggio e autore del sito web fototrappolaggionaturalistico.it, uno dei punti di riferimento in Italia per gli appassionati del settore. «Quasi certamente il lupo stava inseguendo un piccolo, una delle sue prede preferite – racconta a Kodami Cellini – In questo periodo c'è una grande abbondanza di ghiande che attirano molti cinghiali, ma molto probabilmente i cinghiali hanno vinto questo round e il predatore è rimasto a bocca asciutta».
Da quando gli "eterni rivali" lupi e cinghiali hanno ripopolato naturalmente boschi e campagne un po' in tutto il Paese, scene del genere sono diventate sempre più frequenti, tuttavia è solo grazie all'occhio nascosto di una fototrappola, all'esperienza di chi la posiziona e anche a un pizzico di fortuna che è possibile riuscire a catturarle: «Mi occupo di fototrappolaggio in collaborazione con parchi, enti, associazioni ed esperti ormai da diversi anni – continua Cellino – E conosco i sentieri, le tracce e le abitudini degli animali, ma per riprendere scene del genere ci vuole sempre anche tanta fortuna».
Oggi la tecnologia permette praticamente a tutti di accedere facilmente a una fototrappola, anche a basso costo, ma bisogna però sempre ricordare che esistono delle regole e – soprattutto – un'etica da rispettare per poterle utilizzare. «Le fototrappole sono un sistema molto poco invasivo che consente di fotografare, filmare e studiare gli animali senza disturbarli o interferire troppo con l'ambiente – sottolinea Giacomo Cellini – Occorre però ricordare che servono permessi e autorizzazioni dai proprietari terrieri e dai parchi, che vanno segnalate con appositi cartelli e soprattutto che non si dovrebbero usare solamente per ottenere qualche scatto da condividere sui social. Quello che a me non piace è fare foto o video fini a loro stessi o per ottenere like e visualizzazioni facili. Bisognerebbe farlo esclusivamente all’interno di progetti, è questa la cosa più importante».
Spesso la fotografia naturalistica, anche quella attraverso fototrappole, può essere un potenziale elemento di disturbo per la fauna selvatica. «Non si dovrebbero mai usare esche o cibo per attirare gli animali, oppure posizionare le camere davanti a tane o nidi, mettendo così a rischio la riproduzione – spiega ancora Cellini – Il messaggio che vorrei trasmettere col mio lavoro e il mio sito è soprattutto quello di far capire alle persone che se si vuole entrare nel mondo del fototrappolaggio bisogna farlo sempre in collaborazione con parchi, istituzioni, associazioni e naturalisti. L'obiettivo principale deve sempre essere quello della raccolta dati utile ad ampliare le conoscenze scientifiche o a perseguire la conservazione degli animali».
Molti animali, soprattutto i mammiferi, sono elusivi, si muovono soprattutto di notte e perciò vengono studiati anche o prevalentemente attraverso le fototrappole. Sono perciò uno strumento indispensabile per conoscere quanti e quali animali ci sono in un determinato territorio o per seguirne comportamenti e spostamenti. Come sta accadendo, per esempio, con lo sciacallo dorato, che a partire dalle regioni del Nord-Est sta pian piano colonizzando anche l'Italia centrale.
«Ci sono tantissime associazioni, gruppi di ricerca o progetti che hanno bisogno di una mano – conclude Giacomo Cellini – Il mio consiglio a chi vuole approcciare a questo mondo, che sia nel proprio terreno oppure no, è perciò quello di partire da lì: contattate persone esperte, parchi o studiosi e aiutateli a monitorare e a raccogliere dati in modo etico e rispettoso degli animali. È questa la cosa più importante del fototrappolaggio naturalistico». E magari potreste essere voi i prossimi a filmare un lupo, uno sciacallo o un raro gatto selvatico.