Nella descrizione ufficiale della razza si legge che “ama i bambini”. Parliamo del Rottweiler! È vero, con la nomea che si ritrova stranisce un po’ immaginarselo il “cucciolone dei bambini”. Su Google una delle domande più cercate è invece: “Perché i Rottweiler impazziscono?".
E quindi qual è la verità? In ambito scientifico non esistono studi comportamentali sufficienti per dire che certe razze di per sé sono più aggressive di altre. Addirittura ci sono ricerche, come quella pubblicata nel 2008 dall’Università della Pennsylvania, secondo cui sarebbero le razze di taglia piccola, come Chihuahua e Bassotti, le più propense a mordere l’uomo. Ovvio, non prendiamoci in giro: tra il morso di un Chihuahua e quello di un Rottweiler c’è una “sottile differenza”… ma su questo argomento, molto delicato, ci torniamo più avanti.
Abbiamo fatto questa premessa per dirvi che, prima di classificare una razza come “cattiva” dovremmo andare oltre i titoli dei giornali e i post sui social e imparare ad andare a fondo. È quello che faremo noi adesso per farvi conoscere meglio il Rottweiler, partendo dalle sue origini.
Le origini del Rottweiler
Il Rottweiler è una delle razze più antiche del mondo. Fa parte della famiglia dei molossoidi, insieme a cani come l’Alano, il Boxer o il San Bernardo, accomunati da un fisico massiccio, testa grande e muso non troppo lungo, con mandibole potenti. I progenitori del Rottweiler furono allevati dagli antichi romani: erano mastini, dal latino mansuetinus ovvero “mansueto, addomesticato”.
Venivano usati per proteggere le domus – le antiche abitazioni dei romani – e per combattere nelle arene contro leoni, tigri – come fa Massimo Decimo Meridio ne "Il Gladiatore".
La razza era così prestigiosa che nel 74 a.C. fu scelta dai legionari che dovevano conquistare i territori germanici, per sorvegliare il loro bestiame. Quando arrivarono nel sud della Germania dove oggi sorge la città di Rottweil – che significa “Villa rossa” dal colore rosso degli edifici costruiti dai romani – i cani dei legionari iniziarono a incrociarsi con le razze locali. Piccola curiosità: il simbolo di questa città tedesca è proprio il Rottweiler, rappresentato con diverse statue che si possono incontrare per le vie del centro.
Dal Medioevo in poi, i discendenti dei cani romani furono chiamati "Rottweiler Metzgerhund", cioè "cani dei macellai di Rottweil" perché ai macellai della zona serviva un cane forte ma fedele, per proteggere le mandrie durante i loro viaggi commerciali all’estero. Scelsero il Rottweiler, a cui affidavano perfino i ricavi delle loro vendite: pare che il denaro, chiuso dentro ai sacchetti, venisse fissato sul dorso dei cani, dove nessuno avrebbe osato rubarlo… se ci teneva alle proprie mani.
Non tutti sanno che agli inizi del Novecento questa razza ha rischiato l’estinzione, quando fu emanata una legge che vietava ai cani di spostarsi lungo le strade principali insieme al bestiame. Ma il momento di crisi non durò molto, perché la polizia tedesca iniziò a impiegare i Rott come cani poliziotto. Da poliziotto a soldato il passo fu breve: durante tutte e due le Guerre Mondiali questi cani furono preziosi come portaordini e per la ricerca dei feriti. Sempre in Germania, nel 1921, gli appassionati della razza si riunirono: nacque così la ADRK, o in italiano “Federazione generale dei Rottweiler club tedeschi”, che esiste ancora oggi. Dieci anni dopo il Rottweiler fu riconosciuto anche dall’ente di cinofilia americano, mentre per un ritorno alle origini, si è dovuto aspettare fino al 1939, quando i primi 8 Rottweiler furono registrati in Italia.
Caratteristiche fisiche e problemi di salute
Guardate questa foto: lui si chiama Russ vom Bruckenbuckel ed è stato il primo Rottweiler iscritto a un club tedesco, intorno al 1907. Come vedete, una volta l’aspetto dei Rottweiler era diverso: avevano sempre il mantello nero con le tipiche macchie brune, ma la testa era più allungata e pesavano di meno -tra i 25 e i 30 kg, mentre oggi si arriva a 45 kg, in media. Negli anni successivi la selezione è riuscita a trasformarli, per renderli più possenti e, in teoria, ancora più efficienti come cani da lavoro.
Molto amato anche in America, tanto da essere la seconda razza più diffusa negli anni 90: forse vi sarà capitato di sentir parlare del Rottweiler americano, una variante riconosciuta ufficialmente solo negli Stati Uniti. La distinzione dal Rottweiler “tedesco” in realtà è al centro di polemiche: la cosa certa, è che i Rott nati in Usa vengono selezionati senza rispettare i parametri stabiliti dalla ADRK, perciò possono distanziarsi dallo standard, essere un po’ più alti, avere una silhouette più aggraziata eccetera.
L’aspetto più triste della questione riguarda la coda: se in Germania, e anche in Italia dal 2011, il taglio della coda per fini estetici è vietato ed è considerato maltrattamento, in America no e alcuni allevatori continuano a farlo, operando i cuccioli poco dopo la nascita.
Il Rottweiler è un cane robusto ma è soggetto a patologie tipiche come la displasia dell’anca o la torsione gastrica, che è una specie di “strozzamento” dello stomaco. Bisogna stare molto molto attenti alla dieta, evitare di farlo muovere troppo sia prima che dopo i pasti. Una malattia genetica, invece poco conosciuta, ma che proprio per questo si è diffusa tra i Rott italiani è la JLPP, la "Paralisi Laringea Giovanile e Polineuropatie". I sintomi possono manifestarsi a partire dalle 12 settimane di vita, comprendono difficoltà respiratorie, problemi di soffocamento durante l’ingestione di cibo e acqua, ma anche degenerazione cerebrale, fino alla morte. Viene trasmessa ai figli da genitori portatori sani, e purtroppo non ci sono cure: l’unico modo per combatterla è sottoporre i cani a un test genetico, che qui da noi non è ancora obbligatorio.
Un cane «docile ed equilibrato»
Torniamo all’argomento più spinoso: il carattere del Rottweiler. L’Enci ce lo descrive così: «affezionato, obbediente, docile», un cane che«reagisce molto attentamente a ciò che lo circonda pur rimanendo equilibrato». Se ci seguite, ormai lo sapete: ogni razza ha le sue motivazioni specifiche, delle predisposizioni. Ma i cani restano individui, con esperienze e un carattere che li rendono unici, come noi.
Detto questo, il Rottweiler è nato come cane guardiano, quindi in lui sono forti sia la motivazione protettiva che quella territoriale: anche quando sta lì, che sonnecchia in un angolo e sembra che non vi stia calcolando di striscio, gli basta un attimo per passare in modalità bodyguard. Per esempio, siete al parco e qualcuno, cane o umano che sia, vi si avvicina: il Rott lo studierà con attenzione e al primo movimento di troppo probabilmente inizierà a ringhiare. Stessa cosa se un ignaro postino varca i confini di casa vostra: il Rottweiler è come un buttafuori pronto a respingere chiunque non sia sulla lista esclusiva della sua “famiglia”.
Un buon modo per venirgli incontro è evitare parchi troppo affollati e le aree cani, oppure, se vengono a trovarvi persone che lui non conosce e che non conoscono lui, potreste tenerlo in una stanza separata per evitare "incidenti diplomatici". Sempre che il vostro cane non sia amichevole e ben socializzato.
Anche le motivazioni possessiva e competitiva sono marcate: se gli passate troppo vicino mentre sta mangiando potrà sentirsi minacciato e anche se lui è con il suo giocattolo preferito e voi glielo tirate via tanto per “scherzare”: in quel caso lo stresserete e basta. Prima di arrabbiarsi, però, il Rott dei segnali ve li darà pure, eh: si irrigidirà, la respirazione si farà più lenta.
Viene definito “equilibrato” perché, tornando al discorso iniziale, non è un cane che “impazzisce” all’improvviso, così senza ragione (che poi, razze che impazziscono non esistono, ma questo è un altro discorso…). Semplicemente ha delle esigenze precise, che noi umani non possiamo permetterci il lusso di ignorare, o peggio, di reprimere.
C’è stato un periodo in cui si era diffusa l’idea che un cane come il Rott andasse “dominato” con metodi discutibili come togliergli il cibo dalla ciotola per mostrare chi comanda. A parte che essere disturbati mentre si mangia non farebbe piacere neanche a voi, ma immaginate cosa voglia dire per un cane con una forte motivazione possessiva. Anche il più mite alla fine perderebbe le staffe. Funziona come quelle profezie che si “auto-avverano”: se partite con l’idea sbagliata che sia un cane violento, e lo trattate con durezza eccessiva, lui aggressivo lo diventerà davvero.
Vi sveliamo un "segreto": il Rottweiler adora fare cose con voi. Potete passeggiare, ma anche fare giochi di ricerca olfattiva, come nascondere premietti in giro per la casa. La chiave per un’amicizia lunga e duratura è collaborare. Non è un caso se questa razza viene impiegata nella ricerca di persone scomparse; l’11 settembre c’erano anche loro tra i cani che si sacrificarono per salvare vite umane, dopo il crollo delle Torri Gemelle. Apro una parentesi su quel “ama i bambini”, che vi accennavamo all’inizio: il Rottweiler è un cane che si affeziona molto ai suoi umani, infatti ha una forte motivazione affiliativa, ed è sensibile, perciò è vero che sa essere un cucciolone con i più piccoli. Ma, parliamoci chiaro, i bambini non sono proprio “delicati”, e di certo non è colpa loro. Sono gli adulti che devono vigilare e stare attenti, spiegando quali sono i limiti da non superare. Distrazione, inconsapevolezza e mancanza di responsabilità: è questo che si nasconde dietro ai tanti abbandoni, o peggio, dietro a molte aggressioni.
Il Rottweiler in Italia
In Italia non c’è un registro nazionale dei casi di morsicature da parte dei cani, ai danni di altri animali o dell’uomo. Vuol dire che i mezzi per valutare in modo oggettivo la situazione sono carenti. Nonostante dal 2017 la gestione di questo fenomeno rientri tra i cosiddetti LEA, cioè prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire ai cittadini. Nel 2006 il Ministero della Salute aveva inserito il Rottweiler in una lista di razze canine ritenute pericolose. In seguito questo elenco è stato abolito, anche grazie a uno studio del SIVEMP, il Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica, che ha ribadito che la razza da sola non è un motivo valido per etichettare un cane. Da quello studio, che ha esaminato gli episodi di aggressione avvenuti in Italia tra il 1984 e il 2009, erano emerse alcune informazioni interessanti: nelle situazioni analizzate erano stati soprattutto cani di famiglia ad attaccare, maschi, entro i cinque anni di età.
Questi dati confermerebbero che i problemi nascono principalmente dentro le mura di casa, quando ci si innamora di “cucciolini carini" senza essere pienamente consapevoli di chi saranno da grandi. Anche la quantità di Rottweiler abbandonati suggerisce che c’è qualcosa che non va. Su Kodami abbiamo intervistato Alessandra Bardisan, che ha fondato la “Casa di Dora”, un rifugio per Rottweiler in provincia di Treviso. Solo lì in 10 anni sono passati più di 150 cani abbandonati, cani che venivano tenuti legati a una catena, nutriti con avanzi di cibo, situazioni assurde. Reinserire in famiglia individui con traumi simili non è semplice -e per fortuna quelli sono casi estremi- ma, ecco, se alla fine di questo video continuate a pensare che il Rottweiler sia il cane adatto a voi, vi invitiamo a visitare un rifugio come quello di Alessandra, facendovi guidare da un educatore cinofilo nel percorso di adozione. Ma anche se avete già a casa un Rottweiler e non volete commettere errori, non esitate a parlare con un esperto.
Video credits
Autrice del video: Mara D'Alessandro
Supporto scientifico: Luca Spennacchio