Il primo novembre vicino le coste di Palermo c'è stato un avvistamento eccezionale di cetacei. E' già capitato in passato che alcuni grossi esemplari abbiano fatto visita nelle acque antistanti il capoluogo siciliano e infatti ci sono diverse aree marine protette (AMP di Capo Gallo- Isola delle femmine ed AMP dell’isola di Ustica), oltre che molte riserve terrestri, che tutelano la fauna marina rispetto ad altre aree meno fortunate del palermitano. Gli esperti ribadiscono spesso, del resto, quanto sia necessario ampliare l’estensione e il numero delle aree protette, visto che si tratta di una zona fra le più colpite dalla cementificazione edilizia e dall'eccesivo sfruttamento ittico del Tirreno e dove però non è insolito ritrovare tracce dell’antica biodiversità che già veniva descritta e celebrata dai punici.
L’evento singolare dello scorso 1° novembre ha lasciato sgomenti anche alcuni dei più celebri biologi marini che lavorano in Sicilia, in quanto non si erano mai visti – almeno secondo gli avvistamenti storici recenti – un così elevato numero di capodogli (ben 6 Physeter macrocephalus!) davanti alle coste palermitane.
L’avvistamento casuale è avvenuto ad alcune miglia lontano dalle spiagge affollate della città, ancora occupate durante il ponte di Ognissanti dai cittadini per colpa del gran caldo che ha continuato a imperversare sull’isola ben oltre il termine naturale dell'estate.
Un natante che si dirigeva verso Ustica e che voleva passare il ponte festivo in barca così ha intercettato una famiglia di capodogli in viaggio verso nord-est. Sorpresi, gli uomini a bordo dell’imbarcazione hanno girato un video.
L’ultimo avvistamento antecedente di capodogli nell’area risale al luglio scorso, ma al tempo tale avvistamento non aveva ricevuto la stessa attenzione mediatica rispetto a quella di questi giorni. La straordinarietà di tale evento è dovuta proprio all’avere avuto la possibilità di scorgere e di seguire quasi in diretta una intera famiglia di capodogli presso le acque del palermitano, mentre questi si dirigevano verso nuove aree di pesca per nutrirsi. Sono avvenuti già diversi incontri con molte altre specie di cetacei su quel tratto di mare, ma questa volta i testimoni hanno assistito ad uno spettacolo molto più raro. Mai una intera famiglia era stata infatti intercettata così vicina alla costa in questo tratto di mare.
Solo due settimane fa un’altra famiglia era stata beccata a nuotare presso Filicudi. Per quanto sia possibile avvistare la specie in diversi periodi dell’anno, le settimane che vanno da inizio ottobre a novembre infatti sono considerate le migliori per incontrare questi cetacei. Questo perché in questo periodo i capodogli attraversano questo tratto delle loro rotte migratorie per pescare calamari e pesci mesopelagici a circa 2000 metri dalla superficie. L’area attorno ad Ustica è perfetta a questo scopo, in quanto presenta molti canyon dall’origine vulcanica e dalla notevole profondità, che possono essere sfruttati durante la navigazione nel Mediterraneo come aree temporanee di rifornimento.
Per quanto il video possa mostrare l’attuale valore ecosistemico delle acque del palermitano, sono molte le valutazioni che spingono gli esperti a riflettere sullo stato di salute della specie. Da una parte abbiamo infatti il più grande avvistamento di capodogli per la Sicilia Occidentale, mentre dall’altra abbiamo il timore che a lungo andare la popolazione possa subire un ulteriore declino nel Mediterraneo, a causa dei cambiamenti climatici che stanno provocando delle ripercussioni sia alle correnti marine che su tutte le specie di cetacei in difficoltà.
Pochi mesi fa uno studio ha dimostrato ancora una volta quanto la temperatura dell’acque del Mediterraneo cresca a una velocità superiore rispetto alla media degli altri oceani. Questo dato è il più preoccupante, per la nostra fauna marina. Aumentano inoltre il numero di spiaggiamenti presso le spiagge italiane e come affermato dagli specialisti dell’Animal welfare science and bioethics centre della Massey University in uno studio: “Esiste una disgiunzione tra le percezioni delle persone sul benessere e sulla sopravvivenza di questi animali”. In breve, spesso le richieste di soccorso per mammiferi marini finiscono in tragedia per colpa delle prolungate sofferenze provate dagli animali, provocate il più delle volte dai bagnati che si improvvisano soccorritori.
Fortunatamente questo gruppo familiare che nuotava vicino Ustica dal contenuto del video è parso in salute. Casi divenuti celebri di capodogli spaesati nel mar ligure avevano infatti preoccupato le autorità lo scorso 10 ottobre. Si auspica ovviamente che questa famiglia abbia una sorte migliore.