Nelle ultime ore sta girando sui social e su diverse testate un video realizzato in India che mostra una scimmia e il suo piccolo all'interno di una clinica veterinaria. Le immagini, diventate virali in tutto il mondo, arrivano dalla regione del Bihar, nell'India settentrionale, e secondo la narrazione che i media stanno raccontando il primate avrebbe deliberatamente portato il suo cucciolo ferito dal veterinario per poterlo curare.
Qui avrebbe atteso pazientemente il suo turno chiedendo aiuto a uno specialista che, dopo aver visitato le due scimmie, ha medicato sia la madre che il piccolo. Il tutto sotto gli occhi stupiti di una folla di curiosi arrivati da ogni parte per osservare la scena.
Ma una scimmia è davvero in grado di elaborare simili ragionamenti e mettere in atto comportamenti complessi? Analizziamo gli elementi a nostra disposizione e proviamo a capirlo.
I primati non umani sono animali dalle eccezionali capacità cognitive, in grado di esprimere comportamenti tra i più complessi dell'intero regno animale, come ci conferma Federica Pirrone, etologa e membro del comitato scientifico di Kodami: «Possiedono enormi capacità di apprendimento e sono in grado di capire gli stati mentali e le necessità di un altro individuo, specialmente se è un loro piccolo ma verosimilmente anche di specie diverse, compresi noi umani. Da qui a dire che, intenzionalmente, la madre abbia condotto il piccolo dal medico passa una mole di ricerca scientifica che, però, non è ancora arrivata. Possiamo solo ragionare sui fatti che, se non possono essere verificati, andrebbero almeno visti. Altrimenti è pura speculazione».
Come infatti accade spesso quando si trovano in Rete video virali di animali, questi sono quasi sempre parziali, decontestualizzati e poveri di informazioni. Le immagini disponibili al momento infatti non mostrano l'arrivo in clinica della scimmia né il contesto in cui sono avvenuti i fatti. La scimmia, probabilmente un macaco rhesus (Macaca mulatta), poteva anche essere lì per caso e i presenti hanno poi interpretato la cosa in modo antropocentrico, proiettando sensazioni e ragionamenti puramente umani sull'animale. E non è la prima volta che accade: nel 2020 un caso molto simile, con protagonista una scimmia langur, aveva già fatto il giro del mondo senza mai essere verificata.
Inoltre in India diverse specie di primati vivono abitualmente in contesti urbani, dove spesso vengono attirate dal cibo, talvolta nutrite direttamente dalla mano dell'uomo e in alcuni casi persino allevate tra le mura domestiche. Non conosciamo il tipo di rapporto e il livello di confidenza che il primate ha instaurato con gli umani, se è stata attratta dal cibo oppure se si è avvicinata proprio perché affamata. Sono troppi gli elementi mancanti che consentirebbero di interpretare in modo chiaro e univoco la vicenda.
Ciò non toglie che esistono già enormi evidenze scientifiche in grado di raccontare, senza necessariamente ricorrere a sensazionalismi e interpretazioni forzate, l'enorme complessità cognitiva, etologica e sociale dei primati. Gli scimpanzé, per esempio, sono stati visti passare del tempo intorno al corpo di conspecifici deceduti, un comportamento che può tranquillamente essere paragonato al nostro lutto. Proprio i macachi rhesus, inoltre, possono invece rinforzare i comportamenti affiliativi e i legami sociali dopo eventi catastrofici come un uragano. Ed è ormai appurato che diverse specie compiono gesti e comportamenti altruistici senza ricevere nell'immediato nulla in cambio.
E sempre restando tra gli scimpanzé, è stato recentemente osservato persino l'utilizzo di insetti come farmaci proprio per curare le ferite, sia le proprie che quelle di altri individui, in particolare quelle dei figli. Tenendo sempre presente l'enorme diversità etologica e cognitiva esistente tra le varie specie di primati non umani, possiamo quindi affermare che questi sono in grado di capire lo stato emotivo e le difficoltà fisiche di un altro individuo? È molto probabile. E potrebbero essere anche in grado di chiedere aiuto agli umani per risolvere bisogni e necessità di un conspecifico? Possibile, ma per il momento e in questo specifico caso non possediamo elementi a sufficienza per poterlo affermare con certezza.