In rete circola da tempo il video di un cane che si alza all'improvviso dalla sua cuccia per bloccare con il corpo il Golden Retriever che, a poca distanza da lui, si è alzato di scatto e ha cominciato a correre. Lo fa con grande precisione e senza utilizzare la bocca. Appena l'altro si ferma, anche lui interrompe il comportamento e, in breve tempo, torna la calma.
Negli ultimi secondi del video i due si annusano pacatamente, nell'aria c'è ancora un po' di leggero disagio, forse bisogna riprendersi dallo spavento, ma non vi è alcuna intenzione conflittuale. Secondo alcune descrizioni abbinate al video pubblicato in rete le immagini ritrarrebbero il tentativo di uno dei due di bloccare le convulsioni dell'altro, ma questa lettura dei fatti non prende in considerazione alcuni comportamenti tipici della specie.
Per capire meglio cosa abbia spinto il cane a bloccare il suo simile, abbiamo chiesto quindi a David Morettini, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, di visionare le immagini.
«Personalmente non credo che vi sia un effettivo riconoscimento di una patologia neurologica altrui e non vedo un effettivo desiderio di aiutare l'altro. Anzi, questa lettura è più che altro una forzatura data da un'interpretazione umana del comportamento di un'altra specie – commenta l'esperto – Da questi pochi istanti, inoltre, è impossibile confermare che il Golden Retriever abbia effettivamente un problema neurologico».
A determinare lo scatto del cane, in effetti, potrebbe essere stato anche un rumore improvviso, oppure un sogno capace di generare emozioni talmente forti da svegliarlo o altri fattori che il breve video non permette di intuire.
Potrebbe interrompere il comportamento perché considerato "sopra le righe"
Esclusa quindi l'ipotesi del desiderio di soccorso dell'altro, analizziamo invece i dettagli dei comportamenti e dei movimenti di entrambi per provare dedurre da cosa vengano scaturiti, consapevoli, come sempre, che si tratta di un'interpretazione basata su poche immagini e che, per avere la certezza dei fatti, bisognerebbe avere più informazioni sul contesto in cui avviene l'interazione e sulla relazione che lega i due.
Ciò nonostante è possibile osservare alcuni aspetti interessanti: «Il cane che va a bloccare l'altro lo fa con grande competenza, regolando l'utilizzo della bocca ed evitando di usare il morso. Inoltre pondera attentamente le traiettorie e gestisce anche la fisicità in maniera adeguata», spiega Morettini.
Un elemento che spesso si sottovaluta quando si provano a interpretare i comportamenti dei cani, infatti, è proprio l'enorme importanza che ha, per loro, la comunicazione non verbale, basata su posture, disposizioni nello spazio, movimenti e, appunto, traiettorie. Con questi strumenti comunicativi i cani comunicano cose che noi umani spesso, fatichiamo a interpretare. «La grande abilità e il controllo con cui avviene l'intervento fa presupporre che non vi sia alcuna spinta predatoria nei confronti dell'altro. A determinare il comportamento potrebbe essere, piuttosto, una spinta sociale».
Secondo l'istruttore cinofilo, quindi, il desiderio di contenere i movimenti del Golden Retriever può essere determinato dal riconoscimento di un comportamento improvviso e interpretato come "sopra le righe".
«Talvolta i cani che riconoscono nei propri partner sociali movimenti troppo scattosi, nervosi o veloci, rispondono contenendoli perché considerano questi gesti come inadeguati e, in un certo senso, antisociali – commenta l'esperto – Vengono letti in questo modo soprattutto agli occhi dei cani particolarmente equilibrati, capaci di riconoscere il valore delle diverse situazioni sociali e di adeguarsi fluidamente ad esse».
In questo caso i protagonisti del video sono due cani, ma un tentativo di contenimento di questo tipo può essere destinato anche a soggetti appartenenti ad altre specie: «Non è inusuale vederlo accadere nei confronti dei gatti di casa o di altri animali domestici – conclude Morettini – Inoltre, potrebbero farlo anche per fermare noi umani, se ci muoviamo improvvisamente, senza preavviso o in contesti che non prevedono questo tipo di comportamenti».