Il video dei due sciacalli dorati nel vigneto in Veneto. L’esperto: «Il gruppo è monitorato»

Un maschio e una giovane femmina di sciacallo dorato sono stati ripresi da un agricoltore intento ad occuparsi del suo vigneto. Si tratta di individui già monitorati e conteggiati nei monitoraggi della diffusione della specie.

25 Maggio 2022
16:13
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Una coppia di sciacalli dorati è stata ripresa da un agricoltore mentre attraversava un vigneto di San Stino di Livenza, in provincia di Venezia. La presenza della specie in questa zona è nota ai ricercatori, che si occupano da tempo di monitorarne la diffusione.

«Queste immagini non rappresentano una novità. In Veneto, infatti, abbiamo la certezza che vivano tra gli 8 e i 10 gruppi riproduttivi di Canis aureus, per un totale probabile di 50-60 animali – spiega a Kodami Luca Lapini, zoologo del Museo Friulano di Storia Naturale, che studia lo sciacallo dorato fin dai primi rilevamenti avvenuti nel nostro paese negli anni '80 – Stiamo seguendo questo gruppo riproduttivo da quando, l'anno scorso, è stata investita una femmina nella stessa zona e, inoltre, sempre nel 2021, un maschio adulto è stato ripreso dalle foto trappole».

L'individuo investito nel 2021, secondo le analisi svolte dai ricercatori era una helper, ovvero una giovane femmina che, durante il periodo dello svezzamento dei cuccioli, si occupa di aiutare la coppia riproduttiva nelle attività legate all'allevamento. «Anche nel video ripreso a San Stino di Livenza si vedono un maschio adulto e una femmina helper – spiega l'esperto – Questo ci fa pensare che il gruppo della zona potesse avere, di fatto, due helper invece che una soltanto. Un fatto piuttosto insolito visto che, generalmente i gruppi di sciacalli italiani sono composti mediamente da circa 5,3 animali, ovvero la coppia riproduttiva, una helper e i suoi cuccioli dell'anno».

Ciò che ha spinto i ricercatori a pensare che l'individuo ripreso in secondo piano nelle immagini del video fosse una helper è l'assenza delle mammelle. In questo periodo, infatti, le femmine riproduttive hanno partorito da poco e stanno allattando. Il conseguente rigonfiamento delle mammelle sarebbe quindi più evidente.

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«Nei prossimi giorni ci attiveremo per ottenere maggiori informazioni su questo gruppo riproduttivo, iniziando al più presto un'attività di bioacustica – spiega lo zoologo – Si tratta di un metodo estremamente efficace e diffuso nello studio degli sciacalli dorati, che richiede l'utilizzo delle registrazioni dei vocalizzi tipici della specie. Gli ululati vengono poi emessi in playback nella zona, portando gli individui a rispondere vocalmente e muoversi nel tentativo di individuare la fonte del suono. In questo modo possono essere ripresi più facilmente dalle foto trappole appositamente posizionate».

Lo sciacallo dorato in Italia: «Specie in espansione ma ancora poco diffusa»

Pur essendo in rapida espansione dal Trentino alla Toscana, lo sciacallo dorato è ancora poco diffuso nel nostro paese e, infatti, la popolazione è formata da appena 300/350 individui in totale. Si tratta, però, di stime estremamente prudenti, che non considerano il fatto che questi canidi vengono talvolta scambiati erroneamente per volpi o piccoli individui di lupo.

«Lo sciacallo dorato è un animale arrivato in Italia da poco tempo e non è ancora entrato nella nostra cultura – spiega l'esperto – Un individuo adulto pesa solo 4/5 chili più di una volpe e un qualsiasi occhio inesperto potrebbe scambiarli, quindi immaginiamo che i numeri potrebbero essere anche superiori».

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I risultati dei rilevamenti aggiornati a marzo 2022 dimostrano l’espansione della specie sul territorio Italiano

Nonostante questo fattore complichi l'acquisizione di conoscenze dettagliate sulla specie, lo scorso mese di marzo è stato pubblicato su Habitat Online, uno studio condotto proprio da Luca Lapini, in collaborazione con Mauro Ferri e Marta Villa, sull'espansione dello sciacallo dorato nel nostro paese e le correlazioni tra questa specie e il lupo.

«Nell'intento di ridurre il più possibile la confusione tra Vulpes vulpes, Canis aureus e Canis lupus, è stato necessario adottare rigidissimi criteri di acquisizione delle informazioni – spiega il ricercatore – I dati ottenuti sono perciò esclusivamente riferiti agli investimenti, al fototrappolaggio e al monitoraggio bioacustico, quest’ultimo considerato valido solo nel caso in cui le risposte corali ottenute siano complete di firma acustica finale o di immagini ottenuti dal fototrappolaggio di adulti e giovani assieme».

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Dati riguardanti la diffusione dello sciacallo nel Nord Est

Le immagini del video di questi giorni, quindi, non rappresentano nulla di nuovo per chi si sta occupando in maniera approfondita di scoprire di più su questa specie di canide: «Quello che stiamo vivendo è un fenomeno strepitoso e storicamente nuovo, considerando che nel nostro paese prima degli anni 80 non esistevano nemmeno tracce fossili di sciacallo dorato – aggiunge Lapini – In questo contesto così fortunato, abbiamo il dovere sociale di mappare la popolazione in maniera precisa, con report periodici ed affidabili che siano in grado di informare i cittadini il più possibile in tempo reale sulle evoluzioni delle conoscenze ed evitando soprattutto la diffusione di notizie false ed inutili allarmismi».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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