A Domegge di Cadore, un paese di 2.000 abitanti in Provincia di Belluno, pochi giorni prima di Natale, gli sciacalli dorati (Canis aureus) hanno regalato un meraviglioso spettacolo acustico, rispondendo con i loro caratteristici ululati ai rintocchi delle campane del borgo.
Nei pressi del luogo da cui provenivano gli ululati si trovava una fototrappola, la quale ha catturato più volte i passaggi degli animali e, durante il suono delle campane, ha registrato l'intero "concerto", avvenuto appena fuori dall'inquadratura.
«Da qualche tempo avevamo cominciato a ricevere segnalazioni da parte dei cittadini, i quali sentivano gli ululati provenire da un luogo poco fuori dall'abitato. Erano convinti si trattasse di un branco lupi, ma mi risultava piuttosto strano che fosse così – racconta a Kodami Mirco Piccin, agente della Polizia Provinciale e autore del video – Ho deciso, quindi, di posizionare alcune foto trappole e il risultato è davvero emozionante».
L'esperto: «Probabilmente le campane ricordano il suono di un altro gruppo riproduttivo a cui rispondere»
Nell'ambiente degli appassionati di questa specie il documento audio registrato in questi giorni è stato accolto con divertimento e stupore.
«Quando ululano fanno un caos incredibile ed è quasi impossibile che non suscitino simpatia – commenta Luca Lapini, zoologo del Museo Friulano di Storia Naturale ed esperto della specie – Il caso ha voluto che venissero ripresi proprio a Natale, aumentando ulteriormente la poesia del momento».
Ciò che incuriosisce maggiormente gli esperti, però, è il motivo alla base di questo comportamento. «Il fatto che gli sciacalli tendano a rispondere alle campane è un comportamento noto e già osservato in tutto il loro areale. Abbiamo notizie di audio simili provenienti, ad esempio, dalla Grecia. Al momento, però, non si sa ancora con certezza perché lo facciano – spiega Lapini – Secondo la teoria più probabile, i rintocchi delle campane hanno un timbro che ricorda il suono di un altro branco riproduttivo a cui gli sciacalli ritengono di dover rispondere».
A rendere davvero speciale questo video rispetto ai precedenti documenti registrati altrove è la vicinanza tra gli animali e il campanile.
«Il fatto che siano stati individuati a pochi passi dall'abitato aiuta a rendere emotivamente più vicina una specie che, pur abitando i nostri boschi, non è ancora molto conosciuta – aggiunge l'esperto – Diffondere fatti e immagini interessanti e curiose sugli sciacalli dorati non può che migliorarne l'opinione che alcune persone ancora hanno sul loro conto».
Nella cultura popolare, infatti, il nome dello sciacallo è abbinato a significati dispregiativi che rimandano a un essere codardo e vile, pronto ad approfittare della morte altrui. Una convinzione che deriva, molto probabilmente, dalle sue abitudini alimentari opportuniste, che lo portano a nutrirsi di ciò che non lo obbliga ad un eccessivo dispendio di energie.
«Sciacalli in espansione nel bellunese, ma la presenza non preoccupa gli abitanti»
Gli sciacalli di Domegge di Cadore si trovano a circa 20 chilometri dal branco più vicino di cui si abbia notizia e fanno parte dei dei 3 o 4 gruppi diffusi in questa zona a cavallo tra il Friuli Venezia Giulia, l'Austria e l'Alto Adige. «Negli ultimi anni sono stati fatti avvistamenti anche a Cortina e a Calalzo – spiega l'autore del video – Anche in Comelico ne sono state avvistate 2 o 3 coppie e sappiamo per certo che l‘areale della specie è in espansione anche nella zona di Belluno».
Mirco Piccin è dispiaciuto, però, di non essere riuscito a catturare gli animali intenti ad ululare: «La foto trappola è stata attivata dal passaggio di qualcuno che è poi uscito immediatamente dall'inquadratura – spiega Piccin – Dall'audio non riusciamo a risalire al numero esatto dei soggetti, quindi non sappiamo da quanti cuccioli è composta la cucciolata».
Gli sciacalli dorati, infatti, vivono in piccoli gruppi familiari, composti generalmente dalla coppia riproduttiva, i cuccioli dell'anno e una femmina dell'anno precedente che si occupa di allevare i piccoli, e viene chiamata helper.
«A differenza dei lupi, non generano preoccupazione negli allevatori, perché li considerano predatori minori – conclude Piccin – Fortunatamente questo li tiene al sicuro da persecuzioni e conflitti con gli esseri umani che abitano queste zone».