“Forte a 4 Zampe”, il rifugio dei cani anziani maltrattati e salvati da una vita in canile

Hanno trascorso gran parte della loro vita in gabbia, subendo, spesso, i maltrattamenti dell'uomo. Sono i cani anziani del «Forte a 4 Zampe», un rifugio che si occupa di aiutare queste creature e accompagnarle durante gli ultimi anni della loro vita. I cani accolti in struttura sono cani adulti o anziani, provenienti da "canili lager".

13 Luglio 2021
18:19
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Hanno trascorso gran parte della loro vita in gabbia, subendo, spesso, i maltrattamenti dell'uomo. Sono i cani anziani del «Forte a 4 Zampe», un rifugio che si occupa di aiutare queste creature e accompagnarle durante gli ultimi anni della loro vita. La struttura (che si trova ad Abbiategrasso, in provincia di Milano) offre ai cani degli spazi verdi dove possono muoversi liberamente e socializzare, sia con i loro simili che con gli umani.

«I cani di cui ci occupiamo sono cani che arrivano da canili lager – spiega Rossana Farina, una delle collaboratrici del forte -. Lo scopo è sempre quello di prendere cani anziani in adozione, o comunque un cane già adulto, perché di solito sono cani che non vengono considerati». La struttura del forte consente ai suoi ospiti di muoversi in autonomia: «I nostri cani, anche se hanno la casa e tutto quanto, trascorrono la maggior parte del tempo fuori, sono dei cani liberi. Di solito appena arrivano li teniamo in un recinto cani hanno modo di vedersi sempre, iniziano a conoscersi, a sentire l’odore di uno e dell’altro».

L'adozione a tutti i costi, però, non è la missione principale del forte, sebbene dal 2013 (anno in cui è nata la struttura) a oggi, sono diversi i cani che hanno trovato una famiglia, anche solo per pochi mesi: «Noi non partiamo con l’idea di prendere quel cane da quel canile e lo facciamo adottare – spiega ancora Rossana -. Al contrario, prendiamo quel cane per farlo vivere da noi, per conoscerlo, per vedere come si comporta, e poi da lì valutiamo se quel cane possa essere contento e felice anche in un’adozione in famiglia, oppure è più contento di stare al forte, in un ambiente che gli ricorda la vita in natura».

Ecco perché il lavoro di Rossana e degli altri collaboratori del forte si caratterizza per un approccio non pietistico e antipsichiatrico, distaccandosi da quel linguaggio che ritroviamo molto spesso nei social, dove si tende a far leva sui sentimenti degli utenti con ogni mezzo possibile: «Quando ci segnalano un nonnino, un vecchietto, non lo vediamo mai come un essere di cui avere pietà. Questo atteggiamento cerchiamo di evitarlo. Questi cani, spesso, non sono abituati alla convivenza con l’umano e non la vogliono nemmeno. Siamo noi umani che, presi da questi post strappalacrime, vogliamo salvarli».

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