Elsa, dopo una vita di botte viene abbandonata e trova l’amore

Veniva usata come fattrice, tenuta a catena per tutti i suoi due anni di vita, finché non è più servita ed è stata abbandonata e così è finita per strada. Una vita di sicuro difficilissima per lei, mai abituata a cavarsela da sola, deprivata di ogni esperienza possibile: per lei non ci sarebbe stata nessuna possibilità di farcela a vivere come un cane libero.

8 Luglio 2021
12:59
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Veniva usata come fattrice, tenuta a catena per tutti i suoi due anni di vita, finché non è più servita ed è stata abbandonata e così è finita per strada. Una vita di sicuro difficilissima per lei, mai abituata a cavarsela da sola, deprivata di ogni esperienza possibile: per lei non ci sarebbe stata nessuna possibilità di farcela a vivere come un cane libero.

Come se non bastasse Elsa, questo il suo nome, è una cagnona di Dogo argentino, e la sua stazza, oltre alla cattiva fama che precede questa razza, hanno fatto pure paura alle persone del quartiere romano in cui si era stabilita. Ha subito delle percosse, è stata malamente allontanata e maltrattata  prendendo anche calci. Ha preso così tante botte sull'orecchio che la cartilagine, rompendosi e riformandosi di continuo, ha creato uno strato così spesso da rendere il suo orecchio molto duro e dolorante.

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Ma anche le botte per Elsa erano meglio del tornare a catena e così fuggiva, fuggiva pure da chi voleva avvicinarla per aiutarla, per regalarle una vita migliore. Solo dopo settimane di tentativi, alcune volontarie sono riuscite nell'impresa e la cagnolona è stata messa al sicuro in un canile di Roma. A raccontarci la sua storia è Andrea Ingala, una nostra utente: «Elsa era terrorizzata dalla sua stessa ombra e con un orecchio massacrato dalle botte che ha preso. L’ho trovata attraverso un annuncio su Instagram, esattamente su una pagina di volontari che recupera cani in tutta Italia. Ero andata a vivere da sola da poco e sapevo che i miei genitori desideravano adottare un altro cane. Appena ho letto la sua storia me ne sono subito innamorata, sapevo che sarebbe stata l'aggiunta perfetta alla mia famiglia».

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I genitori di Andrea, Marcello e Lella, hanno avuto molti cani nel corso della loro vita e tutti provenivano da situazioni disagiate, ma mai nessuno aveva avuto le esperienze terribili che invece Elsa aveva dovuto affrontare. « Ero consapevole che Elsa avrebbe colpito e affondato il cuore di papà. E così è stato». Così, Andrea ha immediatamente inviato una richiesta di adozione: «Fortunatamente hanno risposto subito e quindi le pratiche sono andate avanti velocemente ed Elsa ha potuto evitare mesi di canile! Visti i traumi psicologici subiti, dalle botte alla catena, il canile poteva solo peggiorare le sue condizioni – ha affermato Andrea – Ha fatto anche un periodo di stallo in una pensione casalinga prima di arrivare da noi, poiché le volontarie temevano potesse scappare anche dal canile». Dopo aver avviato il percorso di adozione, alla fine, Elsa è partita con una staffetta dal Sud verso il Nord, per 10 estenuanti ore di viaggio insieme a un uomo che trasportava cavalli.

«È arrivata a casa il 21 febbraio, a malapena camminava, terrorizzata dalla sua ombra e da qualsiasi rumore o movimento intorno a lei, ma è bastato un po’ di amore per farla aprire piano piano». I cambiamenti sono stati radicali, come racconta Andrea. Ad aiutarla ad ambientarsi è stato anche il cane della ragazza, Elvis, anche lui un trovatello che le ha fatto da guida standole vicino sin dal primo momento.

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Non sarà un percorso facile: «È una cagnolina timorosa, ha bisogno di essere incoraggiata e aiutata, ma ha un cuore immenso. Nonostante le botte e le cattiverie subite, è un angelo con tutti – continua Andrea – L’amore dei miei genitori l’ha fatta veramente rinascere. Ci sono ancora dei problemi di percorso da risolvere ma, come per tutto, ci vuole solo tempo. Fa fatica al guinzaglio se non c’è il mio cane a spronarla, fa fatica se in casa si alza la voce o si fa un movimento brusco… ma sono piccolezze! Lei ci sta dando in mano la sua vita, ancora una volta si sta fidando dell’uomo. Ma questa volta non se ne pentirà!».

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Fonte: Andrea Ingala

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