Si dice Labrador o Labrador Retriever? La razza è comunemente chiamata in entrambi i modi, non c'è differenza. Ma l’attributo “Retriever”, che si traduce “riportatore”, ci dà subito un’informazione importante su questi cani che – insieme ad altre razze, come il Golden o il Flat Coated – sono abilissimi cani da riporto.
Da dove viene il Labrador Retriever?
Il perché di questa capacità va ricercato alle origini della loro storia. L’antenato del Labrador, ormai estinto, si chiamava cane di St. John, descritto all’inizio dell’800 come una sorta di variante più piccola e a pelo corto del Terranova.
Fu chiamato così dal nome della località dove questi cani si trovavano in numero maggiore, a Saint John, appunto, che è una città canadese della provincia di Terranova e Labrador. Erano i cani dei pescatori: forti, obbedienti e già allora provetti nuotatori; con la loro coda simile a quella delle lontre, e il doppio strato di pelo – caratteristiche presenti ancora oggi nei Labrador – si gettavano nelle acque gelide senza troppi problemi, e recuperavano i pesci caduti dalle reti, o anche le cime delle barche.
Le (due) origini del Labrador
Su come sia nata questa variante ci sono due teorie: la prima è che sia il risultato di incroci tra varie razze europee, la seconda è che discenda direttamente dal Cane di Castro Laboreiro. Un cane tipico delle regioni costiere a nord del Portogallo, che a quei tempi erano al centro di traffici marittimi. In effetti una somiglianza con il Labrador c’è, ed è curioso che la parola "Labrador" ricordi vagamente “Laboreiro”, termine portoghese che potrebbe essere stato “storpiato” dai pescatori canadesi. Ma questa è solo una teoria.
Come sono arrivati in Europa?
Il cane di Saint John, dal Canada, ben presto arrivò in Inghilterra, visto che i pescherecci facevano la spola tra l’isola di Terranova e il porto di Poole, nell’Inghilterra meridionale. Grazie ad alcuni nobili inglesi che decisero di allevare questi cani per impiegarli nella caccia ai volatili, il Labrador iniziò a diventare sempre più simile a come lo conosciamo adesso. Curiosità: fu il Conte di Malmesbury, nel 1887, a coniare il nome Labrador descrivendo i suoi “Labrador Dogs", in una lettera.
Attenzione però: lo sapete che i primi Labrador avevano quasi tutti il mantello nero? In questa foto, ad esempio, vedete Buccleuch Avon, che è considerato uno dei capostipiti dei Labrador odierni. In effetti il pelo di colore nero era molto utile in Canada, per catturare anche il più debole raggio di sole. Solo in seguito furono selezionati gli altri due colori attualmente ammessi: prima il mantello giallo, e poi quello chocolate – un marroncino rossiccio detto “liver”, letteralmente, “fegato”. Il fatto che il Labrador possa essere di tre colori diversi lo distingue da un'altra razza con cui viene confuso spessissimo: il Golden Retriever, che invece è sempre e solo dorato.
Nel 1904 il Labrador fu riconosciuto ufficialmente dall’ente di cinofilia inglese, e nel 1916 nacque il primo club di razza: divenne famosissimo, anche il padre della regina Elisabetta, Giorgio VI, li allevava. In America, invece, il primo Labrador fu registrato nel 1917, e il boom definitivo ci fu dopo la Seconda Guerra Mondiale. E in Italia? La fondazione del primo club ufficiale risale solo agli anni ‘80. Nonostante tutto, il Labrador non ci ha messo molto a entrare nei cuori degli italiani. Come dimenticare l'iconico spot con il cucciolo che gioca con la carta igienica! Oggigiorno, i dati ufficiali ci dicono che, nel nostro Paese, ci sono circa 9mila cani di questa razza iscritti all’Enci.
Quali patologie può avere il Labrador?
Il Labrador, in generale, gode di buona salute ma, come tutti i cani di razza, può soffrire di patologie specifiche. Le displasie dell’anca e del gomito, ad esempio, sono abbastanza frequenti. Poi può sviluppare malattie che colpiscono gli occhi, come per esempio l’atrofia retinica. In pratica, le cellule della retina muoiono un po’ alla volta, fino a che, di solito nel giro di 1-2 anni, il cane si ritrova completamente cieco. Non esiste un trattamento efficace ma può essere diagnosticata quando il cane è cucciolo, tramite un test genetico.
Perché i Labrador tendono a ingrassare?
Un discorso a parte dobbiamo farlo sulla loro tendenza all’obesità. In generale i cani hanno un senso della sazietà diverso dal nostro, per questo ci guardano con occhi supplici ogniqualvolta apriamo il frigorifero, anche se hanno appena mangiato. Studiando un po' di più il fenomeno, gli scienziati dell’Università di Cambridge hanno scoperto che in particolare nei Labrador, o meglio in una piccola parte di loro, ci sarebbe una mutazione del gene POMC, che regola l'appetito. Questi cani, praticamente, sarebbero ancora più golosi e insaziabili degli altri. Ma, attenzione, ora non è che tutti i Labrador fuori forma hanno il gene difettoso. E nonostante la mutazione, l'obesità può dipendere anche da altri fattori ben più comuni, come: diabete, ipotiroidismo, ma soprattutto una dieta sbilanciata, troppo carica di grassi.
Quali sono le motivazioni del Labrador?
Parliamo adesso delle motivazioni del Labrador: essendo un cane da riporto, ha infatti delle esigenze particolari. Prima di tutto, avverte il bisogno di portare qualunque oggetto gli capiti a tiro, verso una destinazione che lui reputa sicura o appropriata. Si chiama motivazione sillegica. Che si tratti di ramoscelli o delle vostre scarpe, questo dipende da voi. Se gli farete fare la giusta dose di passeggiate – preferibilmente nella natura – il rischio che lui si avventi sui vostri beni di valore si ridurrà.
Altre motivazioni spiccate sono quella predatoria – che lo spinge a inseguire qualunque cosa si muova, e le motivazioni cinestesica e perlustrativa – che in poche parole si traducono nella necessità di fare tanto movimento, ma anche in una buona curiosità, che richiede di essere appagata. Visto che il Labrador è un cane “buono”, che farebbe di tutto per compiacere i suoi umani, lo si considera quasi un cane Jolly, adatto a chiunque e a qualunque contesto. Ma non è così. Un Labrador lasciato solo per troppe ore, dentro quattro mura, è un cane che soffre terribilmente. Magari non manifesterà la sua frustrazione aggredendovi, ma per noia potrebbe distruggervi casa. E poi somatizzerà tutto, finendo per avere attacchi d’ansia o di fame nervosa.
Se al contrario la sua vita è stimolante, e viene trattato con rispetto, il Labrador davvero è un cane dalle mille risorse. Viene coinvolto nelle attività di terapia e assistenza – impara tranquillamente a recuperare oggetti, aprire e chiudere porte, premere pulsanti di emergenza, eccetera. Anche lì però, non fategli mancare i momenti di svago, per non stressarlo troppo. Poi ha un buon olfatto ed è estremamente collaborativo, per questo viene impiegato nella ricerca di persone scomparse.
Il cane bagnino, tutto italiano
L’idea dei cani bagnino, invece, è un bel primato tutto italiano: da circa 35 anni la SICS, Scuola Italiana Cani Salvataggio-Tirreno, prepara a titolo di volontariato i cani e i loro conduttori, puntando sulla forza della loro relazione. Le razze coinvolte sono soprattutto Labrador, Golden e Terranova: parliamo di quasi 400 cani che pattugliano le spiagge, e 30 persone salvate in media ogni anno.
E quindi, cos'altro dirvi se non, che la parola d'ordine come sempre è: adottare. Anzi, adottare con consapevolezza, che il vostro stile di vita sia compatibile con quello di un cane, in questo caso specifico di un Labrador. Per farlo vi invitiamo a visitare i rescue più vicini a voi, facendovi aiutare dagli educatori cinofili. Dove trovarli? Già solo facendo una ricerca veloce su Facebook escono ben tre gruppi che si occupano di Labrador in cerca di adozione, con più di 20mila persone iscritte. Questo per farvi capire che neanche un cane considerato “perfetto” come il Labrador si salva dalla piaga degli abbandoni, purtroppo.
Video credits
autrice del video: Mara D'Alessandro
supporto scientifico: Luca Spennacchio