Un elfo oscuro? Uno strano abitante delle tenebre? Qualcuno ha tirato in ballo persino una creatura della mitologia filippina che si dice esca di notte per succhiare il sangue dalle ombre delle sue vittime: il Sigbin. Ma chi è davvero quello strano animale con gli arti e la faccia glabra e le orecchie gialle che è diventato virale sui social?
L'aspetto antropomorfo e le mani così sorprendente simili alle nostre hanno certamente aiutato ad alimentare le fantasia, ma sono anche i segnali più evidenti invece che ci troviamo davanti a un piccolo primate, il gruppo a cui apparteniamo tutte noi scimmie, dai lemuri del Madagascar a voi che state leggendo queste righe, passando per i babbuini, i macachi e i grandi gorilla di montagna.
In particolare, la scimmia protagonista di questa video si chiama uistitì argentato (Mico argentatus) e vive in un'area molto piccola nella parte sud-orientale della foresta amazzonica brasiliana. Si tratta di una scimmia del Nuovo Mondo che difficilmente supera i 400 grammi di peso e che di solito non ha questo aspetto così strano.
L'esemplare in questione, però, non è affetto da qualche tipo di patologia che ha portato alla perdita del pelo, come spesso accade quando i video di animali strani diventano virali. Si tratta in realtà di un individuo molto anziano ospitato in uno zoo in Giappone. Se sembra uscito da un libro fantasy, quindi, è perché siamo di fronte a una vecchia nonnina.
Nessuna strana e malefica creatura della notte, quindi, ma semplicemente uno dei tanti piccoli primati che abitano le foreste pluviali del Sud America. Lo uistitì argentato, tra le altre cose, vive in piccoli gruppi sociali molto vivaci e territoriali formati da circa 4-11 individui e passa buona parte della sua giornata saltellando tra gli alberi alla ricerca di frutta, linfa vegetale e piccoli invertebrati.
Sono animali estremamente gelosi del loro territorio e scacciano qualsiasi intruso provi anche solo ad avvicinarsi urlandogli contro o minacciandolo con espressioni facciali aggressive. Fortunatamente, nonostante i pericoli che corrono molte delle specie amazzoniche, questa piccola scimmia non è considerata a rischio estinzione.
Tuttavia, la continua perdita di habitat e l'isolamento delle popolazioni potrebbero causare nei prossimi anni estinzioni locali e mancanza di flusso genico. Scienziati e conservazionisti sono quindi in allerta, anche perché alcune piccole popolazioni sembrano già aver subito gli effetti negativi della consanguineità.