Si tratta di un muntjak, termine usato per chiamare un gruppo di piccoli cervidi appartenenti al genere Muntiacus, originari di India e Sud-est asiatico. Le “aperture” che ha sulla testa, ben visibili nei video che l’hanno reso una star dei social, non sono buchi ma ghiandole. Diverse specie di questo insolito gruppo sono state scoperte e descritte scientificamente soltanto negli ultimi decenni.
I muntjak hanno dimensioni relativamente piccole rispetto ad altri cervidi: queste variano da specie a specie e solitamente gli esemplari adulti hanno una lunghezza compresa tra i 64 e i 135 cm. Anche il colore del mantello è molto vario in tutto il gruppo e va dal giallo al grigio-marrone e al marrone scuro, con a volte disegni più chiari.
Come tutti i cervidi, i maschi – come l’esemplare del video – sono caratterizzati dall’avere palchi decidui che cadono e ricrescono ogni anno. Quelli dei muntjak sono piuttosto semplici, a una o due punte, e raggiungono al massimo i 15 cm. Questi mammiferi, però, hanno un’arma speciale da sfoderare, che i maschi utilizzano come strumento di offesa durante i combattimenti: sono infatti provvisti di due lunghi canini ricurvi, simili a zanne, che fuoriescono dalla bocca, come quelli del mosco (Moschus sp.), loro lontano parente.
Non bisogna lasciarsi ingannare da questi denti accuminati, perché i muntjak, come gli altri rappresentanti della loro famiglia, sono erbivori ruminanti, si nutrono di diversi tipi di vegetali, come erba, foglie, germogli e frutti, e utilizzano i canini solo nelle lotte con i loro simili per il territorio o l’accoppiamento.
La particolarità che, però, colpisce di più osservando questa specie è la presenza, di quattro ghiandole odorose sulla testa, che possono far uscire fuori: due sono dette ghiandole suborbitali, poste al di sotto degli occhi, e l’altro paio, poste sulla fronte, sono chiamate, invece, ghiandole frontali.
Per tantissimi animali l’odore è un importante strumento di comunicazione con i propri simili e spesso viene usato per marcare il territorio o segnalare il periodo di accoppiamento. La grandezza di queste ghiandole, mosse da una muscolatura altamente sviluppata, fa capire, quindi, quanto siano importanti per la comunicazione di questi piccoli cervidi.
Nonostante siano diffusi in tutta l'Asia meridionale e orientale, dall'India fino alla Cina e al Vietnam, comprese molte isole, molte specie sono rimaste sconosciute fino a pochi decenni fa, probabilmente perché vivono nascosti nel fitto sottobosco delle foreste, anche fino a 1.525 metri di quota. I muntjak, poi, in genere sono creature crepuscolari, il che li rende ancora più difficili da localizzare.
Se questi animali sono difficili da vedere non sono, però, altrettanto difficili da sentire: se irritati, emettono un richiamo d'allarme simile al latrato di un cane, che ha valso loro il soprannome inglese di “barking deers” (letteralmente cervi latranti). Questi suoni possono prolungarsi anche per più di un'ora e, secondo molti studiosi, servirebbero ad evitare il tentativo di attacco, una volta scoperto, da parte di un predatore.
La principale minaccia per i muntjak è costituita dalla distruzione di habitat, ma essendo animali così elusiva e alcuni solo recentemente descritti e studiati, i dati disponibili sono troppo pochi per stabilire con precisione il loro esatto stato di conservazione. I resti fossili indicano che durante il Cenozoico questi animali erano presenti anche in Europa e al momento sono stati introdotti o fuggiti dalla cattività in Belgio, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Irlanda, dove vivono in libertà ma sono considerate specie aliena.