Lunghe braccia provviste di mani e pollici opponibili ciondolano ai lati del suo corpo. Una folta pelliccia verde lo tiene al caldo sotto la folta neve di dicembre e l’andatura bipede gli permette di osservare meglio intorno a lui quel che accade. Il volto felino e lo sguardo acuto sottolineano un’intelligenza e una furbizia sorprendente e gli occhi con pupille rosse e bulbi oculari gialli mostrano una certa malizia negli intenti. Lo avete riconosciuto?
No, non stiamo parlando di una strana scimmia antropomorfa, ma del Grinch, il peloso protagonista dell’omonimo romanzo del 1957 di Theodor Seuss Geisel, conosciuto da tutti con lo pseudonimo di Dr. Seuss. È un personaggio immaginario, certo, ma guardando i disegni originali dell’autore e le successive rappresentazioni, sembra evidente che nel disegnare questo curioso personaggio Dr. Seuss deve aver per forza preso spunto da qualche animale del mondo reale.
Chi è il Grinch?
Il Grinch (How the Grinch Stole Christmas), 2000
Il Grinch è raffigurato solitamente come una creatura verde, panciuta, pelosa, con il corpo a forma di pera, con il naso schiacciato rivolto all'insù e con un volto da gatto. Gli occhi, poi, hanno una pupilla rossa con dei bulbi oculari gialli che l’autore fin da subito propone come specchio della sua terribile personalità cinica. Il Grinch è misantropo e sempre di cattivo umore: nel romanzo “Come il Grinch rubò il Natale” l’autore spiega che la ragione di questo è che è nato con un cuore che "dicono fosse due taglie troppo piccole". Questo cuore minuscolo è sempre pieno d’odio e la cosa che odia di più al mondo è proprio il periodo natalizio.
Nella storia che lo vede protagonista, aiutato dal suo cane Max, progetta meticolosamente un vestito rosso per travestirsi da Babbo Natale e irrompe la vigilia di Natale nelle case degli abitanti della città vicina, i Nonsochì, per rubare tutto ciò che possiedono. Anche se riesce a portare a termine il furto, la mattina di Natale, è scioccato nel sentire i cittadini ancora cantare allegramente, felici semplicemente di avere l'un l'altro. Quindi si rende conto che la festività ha un significato più profondo che non ha mai considerato e ispirato dai Nonsochì decide di restituire la refurtiva. Il suo cuore, così, cresce di "tre taglie".
Che animale è il Grinch?
Al di là del significato simbolico del racconto le caratteristiche del Grinch possono in effetti ricordare quelle di un animale, o per meglio dire, di più animali. Come una moderna chimera, ovvero un animale della mitologia medievale che è una fusione di parti di più creature, anche il Grinch sembra essere composto da diverse parti. Partiamo dalla pelliccia. In natura c’è un animale con una pelliccia molto particolare che si avvicina molto a quella del Grinch: il bradipo.
Secondo uno studio dell'Università del Wisconsin i bradipi possiedono sul loro corpo una vera e propria piantagione di alghe che rende il colore della loro pelliccia verdastro. Quella con le alghe è una vera e propria simbiosi: i vegetali godono della protezione confortevole offerta dall’animale e il bradipo, in cambio, ha una comoda fonte alimentare sempre a portata di mano. Per non parlare del fatto che il colore verde della pelliccia lo mimetizza perfettamente nella fitta foresta.
Tornando a parlare del Grinch un’altra caratteristica fisica evidentissima è il fatto che in tutto e per tutto somiglia a un primate. I grandi occhi frontali, le mani con il pollice opponibile e persino l’andatura bipede sono caratteristici di questo raggruppamento animale. Il fatto che non abbia una coda, poi, lo inserisce immediatamente nell’unico gruppo di primati sprovvisti di coda: le scimmie antropomorfe, di cui facciamo parte anche noi.
Ma possiamo fare di meglio. Non solo possiamo raccontarvi di che gruppo tassonomico fa parte il Grinch, ma possiamo addirittura dirvi che nel suo genoma è presente una mutazione genetica. Stiamo parlando della sequenza genica che in realtà è in comune a tutte le scimmie antropomorfe: la sequenza “Alu”. Secondo uno studio del 2021 pubblicato su BiorXiv e condotto da scienziati dell'Institute for Computational Medicine del Langone Health dell'Università di New York, la perdita della coda fra le scimmie antropomorfe è stata guidata dalla diffusione di questa sequenza genomica.
In parole povere esiste un gene chiamato Brachyury, un piccolo libro di ricette con tutte le informazioni utili per creare questo rogano. Nelle scimmie antropomorfe è come se la ricetta per fare la coda fosse cambiata e avesse perso degli ingredienti, motivo per cui non la ritroviamo in alcuni primati. Gli occhi gialli, invece, li ritroviamo in molti primati, dai lemuri, passando per i tarsi, fino a diverse specie di macachi. A determinare il colore giallo degli occhi di molti animali è un particolare pigmento chiamato “lipofuscina”, presente anche nell’uomo, ma in quantità estremamente inferiore, pigmento che possiamo ipotizzare, quindi, sia presente anche negli occhi del Grinch.
L'uomo che aveva perso lo spirito natalizio
Dr. Seuss
In conclusione come animale realmente esistente il Grinch non sfigurerebbe certo all’interno di un libro di zoologia, ma comunque ricordiamo che quello che abbiamo fatto oggi è stato un vero e proprio viaggio di fantasia. Un esercizio di teoria zoologica, se vogliamo, un modo insomma per poter prenderci la libertà di notare elementi del mondo animale lì dove, chiaramente, non erano previsti dal suo creatore.
Infatti, quando lo scrittore e fumettista statunitense Dr. Seuss creò uno dei personaggi immaginari più iconici del periodo natalizio, prese spunto solo da una persona: se stesso. Il Dr. Seuss, infatti, in una intervista ha affermato: «Ho scritto del mio amico acido il Grinch per vedere se potevo riscoprire qualcosa sul Natale che ovviamente avevo perso». Il Grinch non è altro che una rappresentazione di Dr. Seuss e di tutte quelle persone che hanno in qualche modo perso lo spirito natalizio nel corso di tanti anni passati fra consumismo, superficialità ed egocentrismo.
Cogliamo dunque anche noi l’occasione per far “crescere il nostro cuore di tre taglie”, magari proprio partecipando alla nostra campagna di Natale #RegalaAuncane, regalando a qualche cane di canile giochi, cibo o semplicemente il nostro tempo.