Un Orso bruno marsicano passeggia tranquillo per il paese, entra in una pasticceria, e come se fosse un cliente un po' maleducato si serve dei dolci che preferisce. Non è la trama di un film di animazione ma una sera di "ordinaria selvaticità" a Roccaraso. Qui, la scorsa notte, l'incursione di un giovane Orso marsicano ha creato scompiglio per le vie della nota cittadina abruzzese, e nella pasticceria.
La sortita è avvenuta di notte quando l'esercizio commerciale era già chiuso: l'orso ha rotto la vetrina e fatto piazza pulita dei dolci del laboratorio. Gli abitanti che come l'orso erano intenti in un'uscita al chiaro di luna si sono affrettati a filmare la passeggiata dell'animale, tenendosi saggiamente a debita distanza.
Nonostante l'immancabile sorpresa, quello che si è verificato ieri a Roccaraso non è un evento così insolito per chi vive nella zona, e anche l'ospite è ben noto alle cronache locali. Si tratta di Juan Carrito, il figlio dell'orsa marsicana Amarena, anche lei diventata famosa per la prima volta nel 2016 per la sua vocazione cittadina. Amarena e i suoi quattro gemelli nati nel 2020, tra questi anche Juan Carrito, vivono nel vicino Parco Nazionale dell'Abruzzo e del Molise.
L'Orso bruno marsicano, sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi, è endemico dell'Italia centrale, e nel Parco dell'Abruzzo e del Molise c'è la sua casa. Si tratta di una specie tanto particolare da essere stata eletta a simbolo del Parco, anche per la sua fragilità: secondo gli ultimi rilievi, l’attuale popolazione di Orso bruno marsicano negli Appennini conta appena 50 individui. Oggi l'Orso bruno marsicano è inserito nella lista rossa della IUCN che raccoglie gli animali in forte rischio di estinzione.
Nonostante sia protetto da uno specifico Piano d'azione nazionale, la situazione non sembra essere migliorata. Il ruolo del Parco è quindi fondamentale per la tutela di questi esemplari. Ugualmente importanti sono il rispetto e l'attenzione che i cittadini devono mostrare per questo animale, soprattutto nei confronti ravvicinati inaspettati.
La storia di Juan Carrito
Juan Carrito, come spiega il Parco, «rispetto ai suoi tre fratelli/sorelle, sembra sia l'orso che più ha ripreso il comportamento confidente della madre Amarena». Fin da piccolissimo si è reso protagonista di numerose passeggiate nei paesi limitrofi al Parco. Come la madre, battezzata "Amarena" per la voracità dimostrata nei confronti delle ciliegie degli agricoltori vicini al Parco, anche Juan Carrito è stato sin da piccolissimo estremamente curioso.
Benché abbia arrecato non pochi disturbi agli orti e ai pollai, il piccolo orso è considerato un beniamino della comunità, tanto da essere diventato protagonista di una serie di post informativi diffusi sui social dal Parco Abruzzese. Un vero e proprio racconto a puntate, che oggi si arricchisce di una nuova avventura, ma che non ha uno scopo ludico, bensì informativo.
I post contestualizzano le "scorribande cittadine" di Juan Carrito come quella di Roccaraso. «Quello frequentato da Juan Carrito è uno dei corridoi ecologici potenzialmente più importanti per il futuro dell'orso: mette in collegamento il Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise con il Parco Naturale Regionale del Sirente Velino. Che un orso passi di qui non è solo normale, ma fondamentale per il futuro dell'orso stesso: la salvezza di questo magnifico animale è strettamente e univocamente legata alla sua capacità di colonizzare nuovi territori».
Ma l'Ente si preoccupa anche di dare un feedback sul costante monitoraggio condotto nei suoi confronti: «È anomalo che un orso si avvicini ai centri abitati così come lo fa JC? Assolutamente sì. Juan Carrito è subito classificato come confidente, perché presenta un comportamento singolare notato immediatamente dal personale scientifico e di sorveglianza. Ciò ha comportato per il Parco il dover osservare attentamente i suoi movimenti e le sue scorribande e implementare d'urgenza una strategia utile a gestire la complessa situazione che si andava definendo».
Lo scopo della campagna di sensibilizzazione intrapresa dal Parco è infatti «far conoscere la reale complessità che ruota attorno agli orsi e alla loro gestione, vorremmo aprire uno spazio di riflessione intorno all’orso ed al rapporto tra vite umane e vite selvatiche».