La Spagna e, in particolare, lo stretto di Gibilterra fanno i conti ormai da qualche anno con una sempre maggiore presenza di orche che, a più riprese, si sono rese protagoniste anche di attacchi contro le imbarcazioni di passaggio. Un fenomeno diffuso e frequente, tanto che si è iniziato a pensare a un possibile "insegnamento" reciproco per fare in modo che sempre più esemplari mettessero in atto i loro attacchi nei confronti delle barche, atteggiamento che ha visto finire nel mirino dei mammiferi anche le imbarcazioni dell’ultima edizione della Ocean Race.
Lo scorso 17 agosto, però, il Partito Animalista Contro il Maltrattamento degli Animali (Pacma) ha documentato con un video diffuso sui social quello che apparentemente sembrava l’ennesimo avvistamento di orche in atteggiamenti non proprio amichevoli ma che, invece, ha testimoniato per l’ennesima volta l’incapacità di qualcuno nel convivere con animali che rivendicano solamente il loro spazio naturale.
Nel filmato di pochi secondi si vedono (e si sentono) chiaramente i membri dell’equipaggio di un catamarano mentre esplodono diversi colpi di arma da fuoco contro alcune orche che si stavano avvicinando. Il tutto tra lo sdegno e le vibranti proteste dei presenti che urlano dalle altre barche ormeggiate. Fortunatamente è subito partita la segnalazione alle autorità competenti e le persone a bordo del catamarano sono state identificate al porto turistico di Almerimar, a El Ejido.
«Le orche sono classificate come vulnerabili nel Catalogo spagnolo delle specie minacciate (CEEA) – spiegano sui canali social del Pacma – quindi qualsiasi azione intrapresa con lo scopo di ucciderle, catturarle, inseguirle o disturbarle è assolutamente vietata e, ovviamente, le segnaleremo alle autorità competenti».
I membri del Partito Animalista Contro il Maltrattamento degli Animali hanno poi diffuso le raccomandazioni in caso di incontri ravvicinati con le orche quando ci si trova a bordo di imbarcazioni: non avvicinarsi ai bordi, per evitare infortuni o cadute in mare, in caso di movimenti improvvisi; abbassare le vele e navigare a motore, evitando di fermare la barca e di navigare in linea retta, alla massima velocità possibile, verso acque meno profonde o finché le orche non perdono interesse; segnalare gli incontri al Soccorso Marittimo; qualsiasi nave o imbarcazione che osservi la presenza di orche o altri cetacei, indipendentemente dal fatto che diano origine o meno a episodi di interazione, garantirà il rispetto delle disposizioni del regio decreto 1727/2007, del 21 dicembre, che stabilisce le misure di sicurezza e protezione dei cetacei, in particolare quelle volte a evitare comportamenti che possano causare morte, danni o fastidio ai cetacei.
Gli attacchi delle orche nella zona dello stretto di Gibilterra e al largo della Galizia si registrano dal 2020. L’atteggiamento delle orche è al centro di diversi studi e, secondo Renaud de Stephanis, presidente dell’Ong Conservación Información y Estudio Sobre Cetáceos (Circe), potrebbe trattarsi non di un vero e proprio attacco, ma di un gioco. «Non è vendetta, non è il cambiamento climatico, è solo un gioco – ha detto de Stephanis – le orche sembrano giocare con i timoni delle barche, la parte della strumentazione che è immersa sott’acqua».
Che si tratti di un gioco o di un attacco, certamente l’episodio documentato da Pacma non può essere tollerato.