«C'è un tratto che nessuno conosce di Alberto Sordi: il suo amore per gli animali. Diffidava delle persone che li maltrattavano perché era convinto che chi era capace di fare una cosa simile su un essere indifeso non avrebbe esitato a fare altrettanto su una persona». È uno dei tanti aspetti inediti del re del cinema italiano raccontato da Igor Righetti, giornalista e conduttore Rai nel docufilm "Alberto Sordi secret".
Righetti ha affidato prima al fortunato libro "Alberto Sordi segreto" (Rubettino Editore, 2021), e poi al docufilm, il ricordo di un Sordi poco noto: l'uomo prima dell'attore, la sua vita fuori dal set e lontano dalla notorietà. Il giornalista compie questo lavoro in virtù del legame familiare che lo lega a Sordi, i due infatti sono cugini che avevano sviluppato un rapporto più simile a quello che c'è tra zio e nipote a causa della differenza d'età, ben 49 anni.
«Era molto riservato in vita – ricorda – per questo ho aspettato molti anni dopo la sua morte. Oggi penso che sia giusto fare conoscere gli aspetti inediti alle persone che lo ancora lo amano, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo». A Kodami, Righetti affida ancora un altro aspetto di Sordi: quello dell'animalista che considerava i cani come componenti della famiglia e suoi pari, un tratto non scontato in un uomo nato nel 1920.
«Da bambino aveva solo un gatto di strada, ma negli anni Cinquanta ebbe 18 cani. Spesso le persone li abbandonavano davanti al cancello della sua villa a Roma e lui li teneva tutti con sé. Uno solo invece divenne il cane della mia famiglia, si chiamava Quem».
Questo aspetto mai raccontato prima è presente anche nel docufilm di scritto e diretto da Righetti. L'uscita al cinema è prevista per il 28 giugno, in quanto il 15 dello stesso mese l'attore avrebbe compiuto 104 anni. Un progetto internazionale che parla anche inglese e spagnolo, per i milioni di fan di tutto il mondo che potranno scoprire così la vita familiare del loro beniamino. Un biopic in cui i dialoghi, le situazioni e i personaggi ripercorrono la vita reale di Alberto Sordi nel ricordo familiare di Righetti.
Il docufilm si compone infatti di una parte recitata dai piccoli attori Marco Camuzzi, Flavio Raggi e Daniel Panzironi che interpretano Sordi da giovane prima dell'esordio al cinema. È questa che permette allo spettatore di immergersi nella quotidianità del Sordi-uomo, ed è qui che si trova una delle testimonianze più toccanti del suo amore per gli animali: «È una scena molto forte – ammette il regista – Ogni volta che moriva uno dei suoi cani lui li seppelliva in giardino e sopra piantava un cespuglio di rose. Li chiamava "i miei amici fedeli"».
Alla parte più intima segue poi una documentaristica con foto di famiglia, video e audio originali, e le testimonianze di tutte le persone che hanno lavorato con Sordi nella sua lunga carriera di attore, tra i quali il regista Pupi Avati, l'annunciatrice e presentatrice tv Rosanna Vaudetti, il re dei paparazzi Rino Barillari, Patrizia e Giada de Blanck, e anche la nipote di Totò Elena de Curtis.
Sorridendo, Righetti ricorda: «Mio zio [Alberto Sordi n.d.r.] ammirava molto Totò, perché aveva creato un rifugio per i cani abbandonati, i "trovatelli" che non poteva credere fossero stati abbandonati. Ripeteva che non si può lasciare in strada l'amico fedele che ti ha dato tutto».
L'amore di Sordi per gli animali era lo specchio del suo amore per i più fragili: «Aveva una predilezione per gli ultimi che coltivò sempre con la riservatezza che lo contraddistingueva. Nella sua vita aveva adottato diversi bambini che aveva portato fino alla laurea, e oggi la sua opera continua con la Fondazione Alberto Sordi per i Giovani».
Il suo interesse verso coloro che sono ai margini è il fulcro anche di uno degli ultimi film a cui Sordi ha lavorato come regista, "Nestore, l'ultima corsa". Protagonista è il povero vetturino Gaetano – interpretato proprio da Sordi – che ama il suo cavallo Nestore come un fedele compagno di vita e di fatica. Quando però l'animale è troppo anziano, il proprietario del calesse decide di condurlo al macello. L'azione si svolge proprio intorno al tentativo di Gaetano, spalleggiato dal nipote, di salvare il suo amico Nestore. Una resistenza vana nel quale c'è il racconto dell'amore verso gli animali, e anche l'amarezza di chi, avendo meno, è costretto a subire la prepotenza di tutti.
Oggi quella visione e quell'amore rappresentano un lascito nelle mani di tutti i fan di Sordi, tra i quali il più appassionato è proprio Righetti. Al popolare conduttore è arrivato anche un altro tratto distintivo del parente: l'amore per i cani. È infatti inseparabile dal suo Bassotto di nome Byron, un «pet influencer», come lo definisce Righetti stesso, che ha prestato il proprio volto a numerose campagne sociali, e che ha anche esordito come attore: «È presente nel docufilm in una scena da scoprire».
Ora che le riprese del docufilm sono ufficialmente terminate a Fabriano, nella villa settecentesca del vero marchese Onofrio del Grillo, non resta che attendere l'uscita in sala. La regia, il soggetto e la sceneggiatura sono di Igor Righetti, il direttore della fotografia è Gianni Mammolotti, scenografo e costumista Stefano Giovani, le musiche sono di Maria Sicari. La produzione è Cameraworks, prodotto da Massimiliano Filippini.