La Provincia Autonoma di Trento ha fatto sapere di aver completato l'iter previsto dalla normativa nazionale per ottenere ufficialmente l’adozione da parte del corpo forestale dello spray "anti orso", diventando così ufficialmente il primo territorio italiano in cui verrà autorizzato l'utilizzo di questo strumento.
Il regolamento dettagliato verrà pubblicato nei prossimi giorni, ma la Pat ha comunicato attraverso una nota che gli agenti «saranno autorizzati ad usarlo come strumento di autodifesa nei periodi e nelle attività connesse alla gestione dell’orso. In particolare nelle attività di presidio e di dissuasione nei confronti di animali confidenti, di rilievo danni, di sopralluoghi a seguito di investimenti stradali o di interazioni con l’uomo, nonché in tutte le fasi di cattura e gestione di orsi, e in ogni caso, in tutte le attività d’istituto in cui il personale del Corpo forestale trentino opera nell’ambito delle aree geografiche interessate dalla presenza dell’orso, comprese le attività di supporto nella ricerca di persone disperse».
La prima dotazione sarà di circa cento bombolette che verranno inizialmente prese in carico dall’armeria del corpo forestale e, solo dopo la formazione degli operatori, saranno consegnate ai reparti delle singole stazioni forestali coinvolte.
Per comprendere cosa significhi concretamente questa apertura all'utilizzo dello "spray anti orso", Kodami ha raggiunto il biologo Alberto Stoffella, tra i promotori del progetto Life Ursus ed ex agente della forestale in Trentino. «Si tratta di uno strumento dotato di innegabile efficacia e negli Stati Uniti, ma anche in Romania e in Slovacchia, viene utilizzato da anni. Offre un ottimo aiuto anche dal punto di vista psicologico e, inoltre, non ha conseguenze durature sugli animali, che interrompono i propri comportamenti perché rimangono temporaneamente disorientati a causa del bruciore e dell'improvvisa perdita di sensorialità – spiega Stoffella – Detto questo, però, trovo ridicolo che venga deciso di darlo in dotazione ai forestali che si muovono già armati. Per avere un reale beneficio, l'utilizzatore dovrebbe essere invece direttamente il cittadino».
A confermare l'efficacia dello spray in caso di incontro con gli orsi vi sono numerosi studi, svolti prevalentemente in America. Un gruppo di ricercatori dell'Alaska Science Center Biology MFEB di Anchorage, ad esempio, ha analizzato 19 eventi di aggressioni di orsi in Russia, Canada e Stati Uniti, dimostrando che l'utilizzo dello spray ha bloccato i comportamenti indesiderati del plantigrado in 18 incidenti su 19. Nello studio, concluso nel dicembre 2022 e pubblicato pochi mesi fa, sono stati inoltre analizzati 54 casi di aggressioni da orsi polari ai danni di persone sprovviste di questo strumento. Secondo l'analisi, nel 93% dei casi l'uso dello spray avrebbe salvato la vita delle persone, riducendo così anche il rischio di abbattimento dell'animale.
Affinché lo spray sia effettivamente utile, però, bisogna prestare attenzione ad alcuni dettagli: «Innanzitutto deve trattarsi di un prodotto correttamente omologato, ovvero dotato di un certo tipo di getto e contenente l'adeguata quantità di capsicina, ovvero il principio attivo delle piante del genere Capsicum, di cui fa parte anche il peperoncino – continua Stoffella – Inoltre bisogna ricordarsi di averlo a portata di mano e non in fondo allo zaino, altrimenti il tempo di reazione è troppo elevato. Infine, bisogna prestare attenzione alla direzione del vento, che potrebbe portare il getto verso l'umano invece che verso l'orso».
Un ulteriore recente studio del Wildlife Sciences Program, di Provo in Utah (USA) ha dimostrato infatti che nel 7% dei casi di utilizzo, proprio la direzione del vento ha causato danni anche all'uomo oltre che all'orso. Su un totale di 71 casi analizzati, solo due, però, hanno portato a condizioni più gravi di un'irritazione temporanea della pelle.
«Questo strumento andrebbe commercializzato con attenzione come se fosse un farmaco che richiede la ricetta, in modo da poter disporre di una lista delle persone che lo acquistano e bisognerebbe evitare, soprattutto, che avvenga una speculazione sul mercato e si comincino a diffondere prodotti non omologati o venduti in maniera illegale – sottolinea l'esperto – In assenza di determinate caratteristiche, lo spray può infatti addirittura rischiare di portare l'orso ad arrabbiarsi e aumentare quindi i rischi per l'umano».
Nonostante la sua effettiva utilità, però, secondo Stoffella questo strumento non rappresenta una effettiva soluzione per la pacifica convivenza con la specie: «In Trentino ci troviamo in una condizione difficile, che si aggrava ulteriormente con i proclami della campagna elettorale in previsione delle elezioni del prossimo ottobre – conclude l'esperto – Sono passati ormai più di quattro mesi dalla tragica morte di Andrea Papi, in Val di Sole e, in questo periodo ciò che ha fatto la nostra amministrazione è stato lucrare sul lutto, creando una forma di terrorismo nei confronti dell'orso. Cavalcare la paura è però l'arma più vile per governare. Ora la gente si immagina che gli orsi siano mostri terribili che invadono il bosco. Questo aspetto ha aumentato la tensione, causando un incalcolabile danno sociale».