L’accattonaggio che sfrutta gli animali va fermato e Milano fa da apripista. La Regione, infatti, ha accolto la proposta contenuta in un disegno di legge di iniziativa popolare voluto dall’Associazione Task Force Animalista, con il supporto della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Paola Pizzighini, con la quale si chiede che la pratica diffusa di "utilizzare" gli animali, per la maggior parte i cani, per chiedere l’elemosina, venga considerata reato.
«Una pratica cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni e che deve essere prima regolamentata e poi fermata – spiega a Kodami Daniela Catanesi, segretaria di Task Force Animalista, l'associazione promotrice della proposta di legge – L’obiettivo finale, però, è molto più ampio: ed è quello di creare un quadro normativo che possa allargarsi, diventando un punto di partenza per una legge su scala nazionale. Al momento, però, siamo molto soddisfatti che l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale abbia autorizzato il Servizio Legislativo e Legale a fornire assistenza nella redazione tecnica del progetto di legge».
Dati alla mano, spiegano dall'Associazione, il problema esiste ed è visibile solo passeggiando per le strade della città: «Non sono la maggioranza i casi in cui l’animale è il vero compagno di vita della persona che chiede l'elemosina, casi peraltro che andrebbero solo che aiutati. Molte volte, al contrario, si tratta di persone che non sono in grado di occuparsi come si deve dei loro animali, ma che li utilizzano soltanto per creare pietà nei cittadini».
Il regolamento comunale sulla tutela animale in materia di accattonaggio c'è e vieta in maniera assoluta l'accattonaggio con i cani: «La norma esiste, per carità, ma spesso è difficile applicarla in quanto mancano le pattuglie, i servizi di controllo Istituzionale e i lettori chip. Accade purtroppo a Milano, ma anche a Torino, a Genova e in molte altre città Italiane. Per questo, per tutelare gli animali serve urgentemente una legge regionale».
L'Associazione, ci tiene però a sottolineare un elemento importante: «Lo ripeto, non si vuole togliere il cane a chi con l’animale condivide la vita, a chi per via di vicissitudini sfortunate si è ritrovato a vivere per strada e considera il proprio cane una famiglia. Oltretutto, queste persone non chiedono soldi, hanno molta dignità e non sfruttano il loro “compagno di vita” esibendolo a scopo di lucro. Non è questo il fine della legge, anzi per queste persone ci stiamo muovendo per chiedere alla Regione di trovare per loro e per i loro amici qualche aree dismessa da riqualificare, in cui possano essere accolti. A noi interessa togliere i cani che vengono sfruttati per l’accattonaggio, come per esempio quelli attualmente in mano al racket dell’est, e i cani di sbandati e tossicodipendenti che non sono assolutamente in grado di gestirli, non per cattiveria, non crediamo questo, ma solo perché è già molto difficile per queste persone gestire se stessi».
Spesso accanto ai clochard si vedono cani, che condividono con loro una vita senza una casa a cui tornare. Nonostante ci siano casi di maltrattamento e sfruttamento per raccogliere più soldi, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio ed è necessario giudicare ogni caso senza pregiudizi. Per questo Kodami ha deciso di parlare con loro ed entrare in questa realtà senza pregiudizi.
Purtroppo, però, accanto a queste storie d'amore e rispetto ci sono altre di animali che soccombono, spiega ancora Catanesi: «La nostra presidente, Carolina Sala, girando per Milano ne ha salvati diversi. Tara, per esempio, che aveva tre anni ed è morta per una leptospirosi non curata, nonostante le segnalazioni avanzate alla polizia locale, che però non è riuscita a intervenire in tempo. O Luna, che ha vissuto per strada quindici anni in stato di totale abbandono, prima di essere adottata proprio da Carolina, passando almeno la vecchiaia in maniera decente coccolata e riempita di amore».
L’idea, come sottolineato, è che la Lombardia possa essere tra le prime Regioni d’Italia a lavorare in quest’ambito, per poi replicare l’iniziativa al resto del Paese: «Ed è qui che assume rilevanza la formula scelta, quella del coinvolgimento dei cittadini nel processo legislativo, perché per una volta una iniziativa popolare è arrivata nell’Aula di un’istituzione e questo è un risultato importantissimo. Per questo pensiamo di poter arrivare anche a livello nazionale. È chiaro, l’iter della legge è all’inizio, ma l’ok c’è stato e questo è davvero molto importante. Speriamo, ma ci crediamo, che diventi uno di quei casi virtuosi da cui prendere esempio» .